Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il rischio genetico di Alzheimer può essere rilevato anche nei giovani adulti

Una nuova ricerca dimostra che calcolare un punteggio di rischio genetico potrebbe permettere di individuare quelli che hanno un rischio più alto di Alzheimer molto prima della comparsa dei sintomi, anche se sono giovani adulti sani, secondo uno studio pubblicato online il 6 Luglio 2016 su Neurology.


"Si ritiene che la fase dell'Alzheimer che precede i sintomi duri oltre un decennio", ha detto Elizabeth C. Mormino PhD, del Massachusetts General Hospital di Charlestown in Massachusetts. "Dato che gli attuali studi clinici stanno verificando se le terapie possono rallentare il declino della memoria e del pensiero nelle persone a rischio della malattia, è fondamentale comprendere l'influenza dei fattori di rischio prima che appaiano i sintomi".


Per lo studio, i ricercatori hanno calcolato un punteggio di rischio poligenico (il numero che indica se una persona ha diverse varianti genetiche di alto rischio) in 166 persone affette da demenza e 1.026 senza demenza. Gli scienziati hanno anche cercato i marcatori specifici dell'Alzheimer sui partecipanti che avevano un'età media di 75 anni. I marcatori includevano il declino della memoria e del pensiero, la progressione clinica della malattia e il volume dell'ippocampo (centro di memoria del cervello).


I ricercatori hanno esaminato anche i collegamenti tra il punteggio di rischio ed il volume dell'ippocampo di 1.322 partecipanti sani e più giovani, con età compresa tra 18 e 35 anni.


Lo studio ha trovato che tra gli anziani senza demenza, un punteggio più alto di rischio poligenico era associato con una memoria peggiore e un ippocampo più piccolo, all'inizio dello studio, che valeva il 2,3 per cento della varianza totale nella memoria e il 2 per cento della varianza del volume dell'ippocampo.


Nei tre anni dello studio, un punteggio più alto era legato anche ad un maggiore declino della memoria longitudinale e della funzione esecutiva e a una progressione clinica più veloce della malattia. Infine, il punteggio di rischio si è associato con la progressione complessiva della malattia; 15 dei 194 partecipanti cognitivamente normali all'inizio dello studio hanno sviluppato il decadimento cognitivo lieve o l'Alzheimer, e 143 dei 332 con lieve deterioramento cognitivo all'inizio dello studio hanno sviluppato l'Alzheimer dopo tre anni. Ogni aumento nella deviazione standard del rischio poligenico era associato ad un aumento di 1,6 volte del rischio di progressione clinica.


All'interno del gruppo più giovane, un punteggio più alto di rischio si è legato a un volume più piccolo dell'ippocampo. Per il gruppo più giovane, il punteggio di rischio rappresentava lo 0,2 per cento della differenza di volume dell'ippocampo tra quelli con i punteggi di rischio più alti e quelli più bassi.


"Il nostro studio era piccolo e dovrà essere ripetuto con un numero maggiore di partecipanti per confermare i risultati", ha detto la Mormino. "L'obiettivo di questo tipo di ricerca è aiutare i medici a identificare meglio quelli con un rischio alto di demenza in modo che i futuri trattamenti preventivi possano essere usati il ​​più presto possibile".

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology via MedicalXpress (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Elizabeth C. Mormino, Reisa A. Sperling, Avram J. Holmes, Randy L. Buckner, Philip L. De Jager,, Jordan W. Smoller, Mert R. Sabuncu. Polygenic risk of Alzheimer disease is associated with early- and late-life processes. Neurology, Published online before print July 6, 2016, doi: 10.1212/WNL.0000000000002922

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)