Pianificare in anticipo per alleviare le sfide morali ed etiche dell'Alzheimer

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Quali sono alcune delle sfide morali o etiche dell'Alzheimer?

 

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Donne che si prendono cura
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Ven, 10 Mag '24  20:30 > 22:00   Auto Mutuo Aiuto
Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Altivole
Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
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Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Valdobbiadene
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three women meditating

Se dimentichi facilmente o fai errori quando sei di fretta, un nuovo studio eseguito alla Michigan State University (il più grande del suo genere fatto finora) ha scoperto che la meditazione potrebbe aiutarti a diventare meno incline agli errori.


La ricerca, pubblicata su Brain Sciences, ha studiato come la meditazione a monitoraggio aperto, quella che concentra la consapevolezza su sentimenti, pensieri o sensazioni mentre si dispiegano nella propria mente e corpo, altera l'attività cerebrale in un modo che suggerisce un aumento del riconoscimento degli errori.


“L'interesse delle persone per la meditazione e la consapevolezza sta superando ciò che la scienza può dimostrare in termini di effetti e benefici”, ha dichiarato Jeff Lin, dottorando di psicologia e coautore dello studio. “Ma è sorprendente per me che siamo stati in grado di vedere come una singola sessione di meditazione guidata può produrre modifiche dell'attività cerebrale in chi non meditava”.


I risultati suggeriscono che forme di meditazione diverse possono avere effetti neurocognitivi diversi e Lin ha spiegato che c'è poca ricerca su come la meditazione a monitoraggio aperto impatta sul riconoscimento degli errori.


“Alcune forme di meditazione ti fanno concentrare su un singolo oggetto, di solito il respiro, ma la meditazione a monitoraggio aperto è un po' diversa”, ha detto Lin. “Ti sintonizza sul tuo interno e ti fa prestare attenzione a tutto quello che succede nella tua mente e corpo. L'obiettivo è stare in silenzio e prestare molta attenzione a dove viaggia la mente, senza essere troppo coinvolti nel paesaggio”.


Lin e i coautori William Eckerle, Ling Peng e Jason Moser hanno reclutato più di 200 partecipanti per verificare come la meditazione a monitoraggio aperto  influenza il modo in cui le persone rilevano e rispondono agli errori.


I partecipanti, che non avevano mai meditato prima, si sono impegnati in un esercizio di meditazione a monitoraggio aperto di 20 minuti, mentre i ricercatori misuravano l'attività cerebrale con l'elettroencefalografia (EEG). Poi, hanno completato un test computerizzato di distrazione.


“L'EEG può misurare l'attività cerebrale a livello di millisecondi, così abbiamo ottenuto misure precise dell'attività neurale subito dopo gli errori, in confronto alle risposte corrette”, ha detto Lin. “Un certo segnale neurale avviene circa mezzo secondo dopo un errore chiamato positività all'errore, che è legato al riconoscimento cosciente degli errori. Abbiamo scoperto che la forza di questo segnale è più alta nei meditatori rispetto ai controlli”.


Mentre i meditatori non hanno avuto miglioramenti immediati nelle prestazioni del compito attuale, i risultati dei ricercatori offrono una finestra promettente sulle potenzialità della meditazione prolungata.


“Questi risultati sono una forte dimostrazione di quello che soli 20 minuti di meditazione possono fare per migliorare la capacità del cervello di rilevare e prestare attenzione agli errori”, ha detto Moser. “Ci fa sentire più sicuri di quello che può fare realmente la meditazione di consapevolezza per le prestazioni e il funzionamento quotidiano, proprio lì in quel momento”.


Anche se la meditazione e la consapevolezza hanno guadagnato interesse nei media negli ultimi anni, Lin fa parte di un gruppo relativamente piccolo di ricercatori che adottano un approccio neuroscientifico per valutare gli effetti psicologici e prestazionali.


Guardando al futuro, Lin ha detto che la prossima fase della ricerca sarà includere un gruppo più ampio di partecipanti, testare diverse forme di meditazione e determinare se i cambiamenti nell'attività cerebrale possono tradursi in cambiamenti comportamentali con una pratica più a lungo termine.


“È bello vedere l'entusiasmo del pubblico per la consapevolezza, ma c'è ancora molto lavoro da un punto di vista scientifico per comprendere i benefici che può avere, e, altrettanto importante, come funziona in realtà”, ha detto Lin. “È ora di iniziare a guardarla attraverso una lente più rigorosa”.

 

 

 


Fonte: Michigan State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yanli Lin, William Eckerle, Ling Peng, Jason Moser. On Variation in Mindfulness Training: A Multimodal Study of Brief Open Monitoring Meditation on Error Monitoring. Brain Sciences, 6 Sept 2019, DOI

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