Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'invecchiamento del sistema immunitario può essere momentaneamente invertito

I ricercatori hanno scoperto un nuovo meccanismo di controllo dell'invecchiamento nelle cellule bianche del sangue.

La ricerca, pubblicata sul numero di settembre del Journal of Immunology, apre la possibilità di invertire temporaneamente gli effetti dell'invecchiamento sul sistema immunitario e potrebbe, in futuro, consentire di aumentare temporaneamente il sistema immunitario degli anziani.

L'indebolimento del sistema immunitario è un problema serio per gli anziani. Poiché il nostro sistema immunitario diventa meno efficace con l'età si soffre più di infezioni e queste sono spesso più gravi. Questo porta un duro colpo alla salute e alla qualità della vita.

Il Prof. Arne Akbar della University College London (UCL), che ha condotto questa ricerca, spiega: "I nostri sistemi immunitari diventano progressivamente più deboli con l'età, perché ogni volta che recuperiamo da un'infezione una parte dei nostri globuli bianchi rimane disattivato. Si tratta di un importante processo che si è probabilmente evoluto per prevenire alcuni tipi di cancro, ma siccome la proporzione di cellule inattive si accumula nel tempo, le nostre difese si indeboliscono. Ciò che dimostra questa ricerca è che alcune di queste cellule vengono attivamente spente nel nostro corpo con un meccanismo che non era stato identificato prima, come importante nel processo di invecchiamento del sistema immunitario. Anche se non vogliamo riattivare queste cellule in modo permanente, ora abbiamo un'idea di come svegliarle dal loro torpore temporaneamente, giusto per dare al sistema immunitario una piccola spinta".

Fino ad oggi, si è ritenuto che l'invecchiamento delle cellule immunitarie è in gran parte determinato dalla lunghezza dei tappi speciali alle estremità del nostro DNA. Tali limiti, chiamati telomeri, si accorciano ogni volta che un globulo bianco si moltiplica fino a che, quando diventano troppo corti, la cellula diventa definitivamente disattivata. Questo significa che le nostre cellule immunitarie hanno una lunghezza di vita intrinseca di efficacia e, poichè si vive più a lungo, questo non è più sufficiente per fornire protezione in età avanzata.

Tuttavia, quando il team del professor Akbar ha preso alcuni campioni di sangue e ha analizzato attentamente i globuli bianchi, ha visto che alcuni sono rimasti inattivi, eppure avevano telomeri lunghi. Ciò ha detto ai ricercatori che ci deve essere un altro meccanismo del sistema immunitario che provoca causa le disattivazione delle cellule, indipendente dalla lunghezza dei telomeri. Il Prof. Akbar continua: "Scoprire che queste cellule inattive avevano telomeri lunghi è stato davvero emozionante perché significa che possono non essere disattivate in modo permanente. E' stato come per un allenatore di calcio scoprire che alcuni giocatori importanti, che tutti ritenevano ritirati definitivamente, potrebbero essere riportati indietro a giocare una ultima partita importante".

Quando i ricercatori hanno bloccato questo percorso di nuova individuazione in laboratorio, hanno scoperto che i globuli bianchi sembravano essere riattivati. Farmaci che bloccano questo percorso sono già sviluppati e approvati per l'utilizzo in altri trattamenti quindi il prossimo passo in questa ricerca è quello di esplorare ulteriormente se le cellule bianche del sangue potrebbero essere riattivate negli anziani, e quali benefici potrebbero portare. Il Prof. Akbar continua: "Questa ricerca apre la possibilità emozionante di dare al sistema immunitario degli anziani una spinta temporanea per aiutarli a combattere le infezioni, ma questa non è una fonte di giovinezza eterna. E' perfettamente normale per il nostro sistema immunitario diventare meno efficace e ci sono buone ragioni evolutive per questo. Siamo molto lontani dall'avere abbastanza comprensione dell'invecchiamento per considerare di ringiovanire definitivamente le cellule bianche del sangue, se è ancora possibile".

Il Prof. Douglas Kell, direttore esecutivo del Biotechnology and Biological Sciences Research Council, ha dichiarato: "Questo è un fantastico esempio di quanto vale approfondire la nostra comprensione della biologia cellulare fondamentale. Questo studio ha scoperto un nuovo e imprevisto processo per controllare come cambia il nostro sistema immunitario con l'invecchiamento. Inoltre, esplorando nel dettaglio come funzionano le nostre cellule, ha aperto la prospettiva di aiutare il sistema immunitario degli anziani assumendo medicinali che sono già stati testati e sviluppati. Aumentando l'incidenza e la gravità delle infezioni, l'indebolimento del sistema immunitario danneggia gravemente la salute e la qualità della vita degli anziani, per cui questa ricerca è molto preziosa".

Questa ricerca è stata finanziata dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC).

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Fonte: Materiale del Biotechnology and Biological Sciences Research Council.

Riferimento: D. Di Mitri, RI Azevedo, SM Henson, V. Libri, NE Riddell, R. Macaulay, D. Kipling, MVD Soares, L. Battistini, AN Akbar. Reversible Senescence in Human CD4 CD45RA CD27- Memory T Cells. The Journal of Immunology, 2011; DOI: 10.4049/jimmunol.1100978.

Pubblicato in ScienceDaily il 16 agosto 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)