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Posizione dei depositi di tau negli anziani sani prevede se avranno l'Alzheimer

neuron tau microtubule

I deficit di memoria impercettibili sono comuni sia nel normale invecchiamento, che nel morbo di Alzheimer (MA), la principale causa di demenza negli anziani. Questo rende il MA difficile da diagnosticare nelle fasi iniziali.


Poiché attualmente non c'è alcun trattamento efficace per rallentare o fermare la progressione del MA, è importante identificare i primi cambiamenti patologici nel cervello, che possono iniziare decenni prima che le persone mostrino sintomi, e quindi tracciare gli effetti che portano al declino cognitivo.


Xi Chen e i colleghi del gruppo di ricerca di Bill Jagust al Berkeley Lab hanno recentemente pubblicato uno studio nel Journal of Neuroscience che fornisce alcuni chiarimenti sulle differenze tra il normale invecchiamento e il cervello di MA e chiariscono la transizione dal primo al secondo.


Usando le scansioni con tomografia a emissione di positrone (PET), hanno misurato i livelli di tau e di amiloide-beta (Aß), due biomarcatori critici di MA, in anziani cognitivamente normali, e poi li hanno seguiti per diversi anni per una valutazione prospettica della cognizione.


I loro risultati hanno rivelato nuove intuizioni sulla tau, una proteina che aiuta a stabilizzare lo scheletro interno dei neuroni nella sua forma normale, ma diventa instabile e può interferire con il funzionamento del neurone quando si aggrega.

  • I depositi di tau aggregati nella corteccia entorinale, una parte importante del sistema di memoria, probabilmente riflette la regolamentazione della memoria normale, legata all'età.

  • Al contrario, i depositi di tau nelle regioni temporali anteriori del cervello, responsabili della nostra conoscenza di oggetti, persone, parole e fatti, erano più predittivi del deterioramento relativo al MA.


La scoperta supporta un modello di patologia di MA precoce proposto dai ricercatori, in cui la tau si diffonde dalla corteccia entorinale alle regioni temporali anteriori, facilitata dall'amiloide.


Il team suggerisce che la presenza di aggregati tau nelle regioni temporali anteriori potrebbe essere usata come indicatore della progressione iniziale della malattia.

 

 

 


Fonte: Greta Lorge in University of California Berkeley (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xi Chen, Kaitlin Cassady, Jenna Adams, Theresa Harrison, Suzanne Baker, William Jagust. Regional Tau Effects on Prospective Cognitive Change in Cognitively Normal Older Adults. Journal of Neuroscience, 13 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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