Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


C'è rischio più alto di guai finanziari anche prima della diagnosi di Alzheimer

Una persona nelle prime fasi dell'Alzheimer, prima della diagnosi formale, ha di fronte un elevato rischio di esiti finanziari avversi, una probabile conseguenza del processo decisionale compromesso quando gestisce il denaro, oltre che di sfruttamento e truffe da altri.


Questa è la conclusione inquietante di uno studio pubblicato sulla rivista Health Economics.


Il morbo di Alzheimer (MA) di solito è diagnosticato solo quando i sintomi sono gravi, e la sua progressione in genere comporta un processo pluriennale di declino cognitivo.


“Gli studi dimostrano che le persone nelle primissime fasi di MA perdono la capacità finanziaria, che è la capacità di gestire il proprio libretto degli assegni, di pagare le bollette in tempo, di spendere in modo coerente alle disponibilità che avevano in passato“, spiega l'economista sanitaria Carole Roan Gresenz PhD, decano ad interim della Facoltà di Infermieristica e Studi Sanitari della Georgetown University, nonché prima autrice dello studio.


La Gresenz e i suoi colleghi, con lo studio, volevano capire di più su tale impatto: “Cosa succede agli esiti finanziari della famiglia durante il periodo di declino cognitivo che precede la diagnosi?”. Per trovare la risposta, i ricercatori hanno fuso i dati di due fonti: l'Health and Retirement Study e le richieste di rimborso a Medicare [ndt: assicurazione sanitaria pubblica USA].


L'Health and Retirement Study è una indagine longitudinale rappresentativa a livello nazionale, su over-50 americani, sponsorizzata dal National Institute on Aging, che comprende domande su attività e passività finanziarie della famiglia. I dati Medicare permettono ai ricercatori di identificare gli individui che hanno avuto la diagnosi di MA o di una demenza correlata, così come la data della diagnosi.


“Questi dati combinati permettono un tracciamento a ritroso, a partire dalla data della diagnosi, per capire cosa stava succedendo finanziariamente alle famiglie prima della diagnosi”, spiega la Gresenz. “Abbiamo scoperto che le famiglie con un membro nella fase iniziale della malattia sono soggette a grandi cali di attività liquide, come il risparmio, il mercato monetario e i conti correnti”.


Il team ha anche trovato prove che queste famiglie possono subire una riduzione della ricchezza netta durante quel periodo di tempo; nelle parole della Gresenz:

“I risultati sono preoccupanti, perché questi esiti finanziari negativi sono presenti anche prima del momento in cui le famiglie dovranno affrontare esigenze sostanziali di risorse derivanti dai costi del caregiving”.


Lei dice che i risultati parlano anche del ruolo potenzialmente importante delle istituzioni finanziarie nel ridurre l'esposizione delle persone anziane vulnerabili a esiti scadenti.


I ricercatori stanno ora lavorando per confrontare i dati del credito, che comprendono esiti finanziari più granulari, misurati per periodi di tempo più specifici, con dati Medicare: “Vogliamo capire di più sui tipi specifici di decisioni finanziarie e sulle scelte che sono alla base di questi esiti, così come esaminare se le informazioni finanziarie hanno il potenziale per identificare presto i soggetti che sono nelle fasi iniziali del MA e che dovrebbero avere la priorità per un ulteriore esame clinico“.

 

 

 


Fonte: Georgetown University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Carole Roan Gresenz, Jean M. Mitchell, James Marrone, Howard J. Federoff. Effect of early‐stage Alzheimer's disease on household financial outcomes. Health Economics, 24 Oct 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.