Due studi importanti con degli anticorpi promettenti sono recentemente falliti, probabilmente perché sono stati somministrati troppo tardi. Un nuovo test di rilevamento molto precoce fa sperare.
Con le tecniche attuali, il morbo di Alzheimer (MA), la causa più frequente di demenza, può essere rilevata solo una volta che le placche tipiche si sono formate nel cervello. A questo punto, la terapia non sembra più possibile. Tuttavia, i primi cambiamenti causati dal MA avvengono a livello proteico fino a 20 anni prima.
Un metodo a due livelli sviluppato alla Ruhr-Universität Bochum (RUB) può aiutare a rilevare la malattia in una fase molto più precoce. I ricercatori di Bochum hanno pubblicato il loro rapporto nell'edizione di marzo 2019 della rivista Alzheimer’s and Dementia: Diagnosis, Assessment and Disease Monitoring.
"Questo apre la strada ad approcci terapeutici nella fase iniziale, dove farmaci ancora inefficienti sui quali avevamo riposto le nostre speranze potrebbero rivelarsi efficaci", afferma il professor Klaus Gerwert del Dipartimento di Biofisica della RUB.
Le proteine si ripiegano in modo errato
Nei pazienti con MA, la proteina amiloide-beta si piega in modo errato a causa di cambiamenti patologici, molto prima che si vedano i primi sintomi. Un team di ricercatori guidato da Klaus Gerwert ha diagnosticato con successo questo errato ripiegamento usando un semplice esame del sangue; di conseguenza, la malattia può essere rilevata circa 8 anni prima che si manifestino i primi sintomi clinici.
Tuttavia, il test non si è rivelato adatto per le applicazioni cliniche: ha rilevato il 71% dei casi di MA in fasi senza sintomi, ma allo stesso tempo ha fornito diagnosi false positive per il 9% dei partecipanti allo studio. Al fine di aumentare il numero di casi di MA identificati correttamente e di ridurre il numero di diagnosi false positive, i ricercatori hanno investito molto tempo e sforzi per ottimizzare il test.
Secondo biomarcatore
Di conseguenza, ora hanno introdotto il metodo diagnostico a due livelli. A tal fine, usano il test del sangue originale per identificare soggetti ad alto rischio. Successivamente, aggiungono un biomarcatore specifico per la demenza, vale a dire la proteina tau, per eseguire ulteriori test sui partecipanti al test con diagnosi di MA positiva nella prima fase.
Se entrambi i biomarcatori mostrano un risultato positivo, esiste un'alta probabilità di MA. Klaus Gerwert riassume:
"Combinando entrambe le analisi, il nostro studio ha identificato correttamente 87 pazienti di MA su 100. E abbiamo ridotto il numero di diagnosi false positive in soggetti sani a 3 su 100. La seconda analisi è effettuata nel liquido cerebrospinale che viene estratto dal midollo spinale. Ora, possono essere lanciati nuovi studi clinici con partecipanti ai test nelle prime fasi della malattia".
Gerwert spera che gli attuali anticorpi terapeutici abbiano ancora un effetto:
"Recentemente, due importanti studi promettenti hanno fallito, in particolare Crenezumab e Aducanumab, non da ultimo perché probabilmente era già troppo tardi quando la terapia è stata data. Il nuovo test apre una nuova finestra terapeutica".
Il dott. Andreas Nabers, capo del gruppo di ricerca e co-sviluppatore del sensore di MA, afferma:
"Una volta che le placche di amiloide si sono formate, sembra che la malattia non possa più essere trattata. Se falliranno i nostri tentativi di arrestare la progressione del MA, ci sarà molta tensione nella nostra società".
Il test del sensore è semplice e robusto
L'esame del sangue è stato aggiornato a un processo completamente automatizzato nel Dipartimento di Biofisica della RUB. "Il sensore è facile da usare e robusto in termini di fluttuazioni nella concentrazione di biomarcatori, e standardizzato", spiega Andreas Nabers.
"Stiamo conducendo una ricerca approfondita per rilevare il secondo biomarcatore, ossia la proteina tau, nel sangue, per fornire un test basato esclusivamente sul sangue in futuro", conclude Klaus Gerwert.
Fonte: Ruhr-University Bochum (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Andreas Nabers, Henning Hafermann, Jens Wiltfang, Klaus Gerwert. Aβ and tau structure-based biomarkers for a blood- and CSF-based two-step recruitment strategy to identify patients with dementia due to Alzheimer's disease. Alzheimer's & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, 12 Mar 2019, DOI: 10.1016/j.dadm.2019.01.008
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.