Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando l'Alzheimer non è Alzheimer? I ricercatori caratterizzano una diversa forma di demenza

In passato, usare i termini 'morbo di Alzheimer' (MA) e 'demenza' in modo intercambiabile era una pratica generalmente accettata. Ora c'è il crescente riconoscimento che varie malattie e processi patologici contribuiscono alla demenza.


Secondo Nina Silverberg PhD, direttrice dell'Alzheimer's Disease Centers Program del National Institute on Aging (NIA), in passato molte delle persone che si sono iscritte a sperimentazioni cliniche per i farmaci di MA probabilmente non avevano l'amiloide - la sostanza appiccicosa che rovina i neuroni e interferisce con il pensiero - nel loro cervello:

"Ricerche recenti e studi clinici sul MA ci hanno insegnato due cose: in primo luogo, non tutte le persone che pensavamo avevano il MA; secondo, è molto importante capire gli altri contributori alla demenza".


Per anni, i membri della comunità scientifica hanno notato che un gran numero di persone che morivano in età avanzata presentavano sintomi di demenza senza i segni rivelatori di amiloide o di un altro colpevole (la tau) nel cervello all'autopsia. Ricerca emergente sembrava indicare che la proteina TDP-43 contribuisce a questo fenomeno.


"Più di 200 virus diversi possono causare il comune raffreddore", ha affermato il dott. Peter Nelson del Sanders-Brown Center on Aging dell'Università del Kentucky. "Allora perché dovremmo pensare che ci sia solo una causa di demenza?".


Un gruppo di ricercatori internazionali guidati da Nelson e Silverberg si è proposto di definire criteri diagnostici e altre linee guida per avanzare la ricerca futura su questa demenza di nuova denominazione, chiamata LATE (= tarda, tardiva?).


La LATE, che tende ad apparire nei più anziani, può assomigliare al MA per il profano, ma la malattia all'interno del cervello sembra molto diversa. Nei più anziani l'incidenza della LATE è quasi simile al MA.


Il lavoro del gruppo, pubblicato il 30 aprile 2019 sulla rivista Brain, ha assodato che, come il MA, la LATE interessa più aree cognitive, compromettendo infine le attività della vita quotidiana, ma sembra che la LATE progredisca più gradualmente del MA. Tuttavia, la LATE combinata con il MA (una combinazione comune) sembra causare un declino più rapido di quanto non farebbe da sola.


Nelson paragona il lavoro del comitato alla 'scoperta' di Benjamin Franklin dell'elettricità:

"Ovviamente le persone avevano già visto il fulmine, ma Franklin ha aiutato a formalizzare un concetto che aumentava la nostra capacità di studiare l'elettricità.

"Sviluppando un senso di attenzione scientifica attorno a questi dati, speriamo di avviare un vasto campo di lavoro per far progredire la nostra comprensione di questa forma di demenza e, in ultima analisi, per aprire nuove opportunità di trattamento".


Ancora più importante, ha aggiunto Nelson, è ora di smettere di pensare alla demenza come a una malattia 'uguale per tutti':

"La LATE probabilmente risponde a trattamenti diversi dal MA, il che potrebbe aiutare a spiegare perché così tanti farmaci del passato di Alzheimer hanno fallito negli studi clinici.

"Ora che la comunità scientifica è sulla stessa pagina sulla LATE, ulteriori ricerche sul 'come' e 'perché' possono aiutarci a sviluppare farmaci specifici per la malattia, che colpiscano i pazienti giusti".

 

 

 


Fonte: Laura Wright in University of Kentucky (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Peter T Nelson, Dennis W Dickson, John Q Trojanowski, Clifford R Jack, Patricia A Boyle, Konstantinos Arfanakis, Rosa Rademakers, Irina Alafuzoff, Johannes Attems, Carol Brayne, Ian T S Coyle-Gilchrist, Helena C Chui, David W Fardo, Margaret E Flanagan, Glenda Halliday, Suvi R K Hokkanen, Sally Hunter, Gregory A Jicha, Yuriko Katsumata, Claudia H Kawas, C Dirk Keene, Gabor G Kovacs, Walter A Kukull, Allan I Levey, Nazanin Makkinejad, Thomas J Montine, Shigeo Murayama, Melissa E Murray, Sukriti Nag, Robert A Rissman, William W Seeley, Reisa A Sperling, Charles L White III, Lei Yu, Julie A Schneider. Limbic-predominant age-related TDP-43 encephalopathy (LATE): consensus working group report. Brain, 30 Apr 2019; DOI: 10.1093/brain/awz099

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.