Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cantare in coro riduce la solitudine e aumenta l'interesse per la vita degli anziani

Un programma innovativo della University of California di San Francisco (UCSF) di cori comunitari per anziani ha scoperto che cantare nel coro riduce la solitudine e aumenta l'interesse per la vita, ma non migliora la cognizione o la funzione fisica, secondo uno studio di ricercatori della stessa università.


Il programma - Community of Voices - è una collaborazione tra UCSF e il no-profit San Francisco Community Music Center (CMC), così come il San Francisco Department of Aging and Adult Services (DAAS), che mirava a valutare se gli interventi sociali basati sull'arte possono migliorare sostanzialmente la qualità di vita degli anziani.


"I nostri attuali sistemi sanitari e sociali non sono pronti a sostenere la popolazione in rapida crescita di anziani", ha detto l'autrice principale Julene Johnson PhD, preside associato per la ricerca e professore alla Facoltà di Infermieristica della UCSF. "C'è un'alta percentuale che sperimenta solitudine e isolamento sociale, e anche la depressione è relativamente alta. È necessario sviluppare nuovi approcci per aiutare gli anziani a rimanere coinvolti nella comunità e rimanere in contatto".


Secondo il Census Bureau degli Stati Uniti, nel 2016 i quasi 50 milioni di americani over-65 rappresentavano il 15,2% della popolazione totale degli Stati Uniti, e sono sempre più diversi, quasi il 22% al momento appartiene a minoranze razziali / etniche, con previsioni di aumento fino a quasi un terzo per il 2030 e con un rischio più alto di cattive condizioni di salute. Precedenti studi hanno dimostrato che l'isolamento sociale e la depressione possono esacerbare la cattiva salute.


Un approccio innovativo potenziale è coinvolgerli nelle arti, quelle che possono essere offerte in comunità, perché sono relativamente economiche da gestire, sono coinvolgenti e possono essere adattate culturalmente. Una possibilità sono i cori di comunità, poiché circa 32,5 milioni di adulti statunitensi cantano regolarmente in un coro.


"Grazie alla visione e alla leadership della UCSF e di Julene Johnson, ora abbiamo una ricerca basata su prove che supporta il valore dei cori per gli anziani", ha dichiarato Sylvia Sherman, direttrice del programma CMC.


Nello studio pubblicato il 9 novembre 2018 sul Journal of Gerontology: Psychologies Sciences, 12 centri per anziani con supporto pubblico di San Francisco sono stati randomizzati in un programma settimanale di cori di gruppo progettato per coinvolgere cognitivamente, fisicamente e socialmente gli adulti dai 60 anni in su.


In un periodo di tre anni (da febbraio 2012 ad agosto 2015), 390 partecipanti di lingua inglese e spagnola sono stati iscritti in un gruppo che ha iniziato i cori immediatamente (208 membri), o un altro gruppo che ha iniziato cori sei mesi dopo (182 membri). Due terzi dei partecipanti provenivano da ambienti diversi, il 20% ha riferito difficoltà finanziarie e il 60% aveva due o più condizioni mediche croniche.


I cori Community of Voices erano guidati da direttori e accompagnatori di cori professionisti che hanno identificato un repertorio musicale culturalmente adattato per ciascun sito, appropriato per gli anziani con varie abilità canore e abbastanza impegnativo da facilitare la crescita e la padronanza nel tempo. Le sessioni del coro di 90 minuti includevano spettacoli pubblici informali.


Durante lo studio, i cantori hanno completato i test di memoria, di coordinamento e di equilibrio e dei questionari sul loro benessere emotivo. I ricercatori hanno valutato i risultati a sei mesi, insieme ai costi dell'assistenza sanitaria. Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che gli anziani che hanno cantato in un coro per sei mesi hanno sperimentato miglioramenti significativi nella solitudine e nell'interesse per la vita.


Tuttavia, non si sono verificate differenze sostanziali di gruppo negli esiti cognitivi o fisici o per i costi dell'assistenza sanitaria. Il tasso di conservazione complessivo [dei benefici] a sei mesi è stato del 92%.


Ognuno dei 12 cori creati per il programma di prova UCSF continua a cantare come parte del programma Older Adult Choir di CMC.


"Siamo stati un po' sorpresi di non vedere miglioramenti nelle funzioni cognitive e fisiche, soprattutto perché la letteratura, anche se piccola, suggeriva che ci dovrebbero essere miglioramenti", ha detto la Johnson. "Tuttavia, il nostro studio è uno dei primi studi randomizzati e controllati di un intervento del coro, mentre gli altri erano trasversali o non assegnavano a caso i partecipanti".


Sono necessarie ulteriori ricerche su come i cori migliorano il benessere e il potenziale impatto a lungo termine sulla salute, ha detto la Johnson, che ha prestato servizio in un panel di 25 persone del National Institutes of Health e del John F. Kennedy Center for the Performing Arts sulla musica e il cervello, con risultati pubblicati nel mese di marzo 2018 in Neuron.


"Oltre ad essere uno dei primi studi randomizzati basati sull'arte per gli anziani, il nostro esperimento rappresenta una nuova direzione nella ricerca traslazionale progettata per affrontare le disparità di salute, in cui gli interventi sono progettati e valutati in contesti comunitari fin dall'inizio", ha detto la Johnson. "Questi metodi di studio possono essere un modello per le sperimentazioni future per coinvolgere e trattenere diversi anziani nella ricerca".

 

 

 


Fonte: Scott Maier in University of California San Francisco (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Julene K Johnson, Anita L Stewart, Michael Acree, Anna M Nápoles, Jason D Flatt, Wendy B Max, Steven E Gregorich. A Community Choir Intervention to Promote Well-being among Diverse Older Adults: Results from the Community of Voices Trial. The Journals of Gerontology: Series B, 2018; DOI: 10.1093/geronb/gby132

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.