Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dubbi sulla 'cura dell'Alzheimer' annunciata da ricercatori irlandesi

Dubbi sulla 'cura dell'Alzheimer' annunciata da ricercatori irlandesi

Ieri scienziati irlandesi hanno suscitato speranze per i malati con morbo di Alzheimer (MA), quando hanno affermato che una formula nutrizionale complessa potrebbe essere la chiave per la malattia devastante. Il loro esperimento preliminare ha trovato che una combinazione di nutrienti ferma il furto graduale della memoria ai pazienti con una forma avanzata della malattia.


I ricercatori irlandesi hanno testato la combinazione di luteina, meso-zeaxantina, zeaxantina e 2 oli di pesce separati per l'esperimento lungo 18 mesi su solo 12 pazienti. La formula, conosciuta dagli scienziati come L+MZ+Z+DHA+EPA, esiste già sotto forma di integratore chiamato Memory Health, che può essere acquistato online.

Critici diffidenti

Il professor Naveed Sattar, esperto in medicina metabolica all'Università di Glasgow, ha affermato che qualsiasi ricerca sul MA è benvenuta. Ma ha aggiunto:

"Questo è un esperimento troppo piccolo e manca di un controllo con placebo, così che i suoi risultati sono altamente improbabili. In effetti, non farei affidamento su questi risultati".


Anche Robert Howard, professore di psichiatria geriatrica dell'University College di Londra, ha rigettato la ricerca dicendo:

"Le dichiarazioni allegate del Dr Howard sembrano irresponsabili e assolutamente non supportate da una lettura ragionevole dei suoi dati. Purtroppo, le persone con demenza e i loro caregiver si aggrappano a qualsiasi cosa e mi preoccuperei dei tentativi ingenui o profondamente cinici di sfruttarlo. Questa ricerca purtroppo non è molto più che una prova aneddotica di basso livello. È certamente carente negli standard di un esperimento di alta qualità".


Il dott. James Pickett, responsabile della ricerca dell'Alzheimer's Society, ha dichiarato:

"Questa ricerca di fase iniziale solleva interessanti domande sul fatto che integratori specifici potrebbero aiutare le persone con la malattia, ma non fornisce le risposte. Sono state coinvolte solo poche persone con MA e lo studio non ha avuto importanti controlli ed equilibri. Ad esempio, non esisteva un gruppo placebo idoneo, i ricercatori che hanno effettuato accertamenti sapevano chi stava assumendo l'integratore e il modo in cui sono stati misurati i cambiamenti dei sintomi non è chiaro.

"I ricercatori stanno intraprendendo un ulteriore studio che supererà questi limiti, ma finché non avremo prove più convincenti non possiamo dire che questi integratori hanno il potenziale per aiutare le persone con MA. Come tutte le cause di demenza, il MA è una malattia devastante e non c'è modo di prevenirlo, curarlo o addirittura rallentarlo, è fondamentale perseguire ogni strada per fermarlo; ecco perché stiamo continuando ad aumentare i nostri finanziamenti alla ricerca".


Il Dr David Reynolds, responsabile scientifico di Alzheimer's Research UK, ha dichiarato:

"Questa ricerca ha coinvolto nutrienti chiamati xantofille, che sono presenti in alimenti come uova, verdure a foglia e pesce e in precedenza sono stati collegati alla salute degli occhi. In questo piccolo studio, i ricercatori hanno scoperto che le persone con MA sembravano avere livelli più elevati di questa sostanza nutritiva nel sangue quando assumevano gli integratori di xantofilla insieme all'olio di pesce.

"Il disegno sperimentale di questo studio rende difficile trarre conclusioni significative sull'effetto di questi integratori sui sintomi del MA. Gli obiettivi soggettivi e il numero molto piccolo di persone con MA coinvolte in questa ricerca, implicano che qualsiasi affermazione sul significato di questi risultati deve essere accolta con cautela.

"Le evidenze attuali suggeriscono che una dieta equilibrata nell'ambito di uno stile di vita sano può aiutare a mantenere il nostro cervello sano con l'avanzare dell'età, ed è importante che studi ben condotti continuino a esplorare il legame tra dieta e rischio di demenza. Alzheimer's Research UK sta attualmente finanziando una sperimentazione per vedere se l'olio di pesce omega-3 potrebbe supportare la memoria e le capacità di pensiero nell'ambito di uno studio che coinvolge circa 10.000 persone con un rischio più alto di demenza".


La prof.ssa Tara Spires-Jones, vicedirettrice del Center for Discovery Brain Sciences dell'Università di Edimburgo, ha dichiarato:

"Questo studio del Dr Nolan e colleghi non aveva abbastanza partecipanti per rispondere alla domanda se il loro integratore alimentare è utile nel MA. Come gli autori sottolineano nel documento, questo era uno studio preliminare. Una dieta sana e uno stile di vita sono fortemente implicati come protettivi e in grado di ridurre il rischio di sviluppare il MA; tuttavia, interventi specifici sulla dieta o sullo stile di vita non hanno finora dimostrato di migliorare i risultati per le persone che hanno già la malattia".


Il dott. Sujoy Mukherjee, consulente in psichiatria geriatrica del MH NHS Trust della West London, ha dichiarato:

"Questo è uno studio interessante che si aggiunge al crescente numero di prove sull'importanza dell'alimentazione per la salute del nostro cervello. Tuttavia, vi sono prove limitate di tale intervento nel MA conclamato. Un problema chiave in questo studio è la mancanza di dettagli su come sia stata confermata la diagnosi di MA nei pazienti che hanno partecipato allo studio.

"Inoltre, l'assenza di una valutazione cognitiva oggettiva e funzionale nel follow-up rende i risultati relativamente soggettivi e aneddotici. Inoltre, non è chiaro se il valutatore fosse cieco rispetto ai due diversi interventi. È da notare anche che, mentre il gruppo con sostanze nutritive combinate (esperimento 2) non ha avuto interruzioni e un miglioramento relativamente maggiore, 7 pazienti su 13 in quel gruppo non hanno riportato alcun miglioramento (pagina 373).

"La chiave per scoprire che una combinazione di nutrienti è superiore a quella individuale è importante e un altro di questi prodotti è disponibile nel Regno Unito e in tutto il mondo per la gestione dietetica del MA precoce. Sicuramente è necessario condurre una ricerca su larga scala del ruolo degli integratori alimentari sia nella prevenzione che nella gestione del MA".

 

Il professor Clive Ballard, professore di malattie legate all'età dell'Università di Exeter, ha dichiarato:

"Questo è un approccio terapeutico potenzialmente promettente che utilizza un composto nutrizionale. Lo studio presentato è tuttavia molto piccolo e sarebbe quasi impossibile avere benefici significativi dal trattamento in uno studio di queste dimensioni. E' eccellente che si facciano passi in avanti per ulteriori esperimenti, ma penso che dobbiamo essere molto cauti per un piccolo studio pilota".

 

 

 


Fonti:

  1. Alexandra Thompson e Stephen Matthews in Mailonline (> English text)
  2. Science Media Centre (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)