Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alcol: come influenza lo sviluppo dell'Alzheimer?

Alcol: come influenza lo sviluppo dell'Alzheimer?Cellule gliali (arancio) inghiottono placche amiloidi (verde). Fonte: Doug Feinstein.

Una ricerca eseguita all'Università dell'Illinois di Chicago ha scoperto che alcuni dei geni influenzati dall'alcol e dall'infiammazione sono implicati anche in processi che eliminano l'amiloide-beta, la proteina che forma globuli di placche nel cervello e che contribuisce al danno neuronale e al deterioramento cognitivo associato con il morbo di Alzheimer (MA).


Studi precedenti sugli effetti del consumo di alcol nel MA erano stati controversi, alcuni avevano indicato che l'alcol ha un effetto protettivo, mentre altri avevano indicato un ruolo deleterio per l'alcol nello sviluppo di questa malattia neurocognitiva.


Ricerche recenti hanno suggerito che il consumo di alcol, e il suo impatto sul sistema immunitario e sull'infiammazione nel cervello, possono essere il veicolo attraverso il quale l'alcol potrebbe esercitare la sua influenza sullo sviluppo del MA, ma nessuno studio precedente ha valutato direttamente quali geni sono interessati dall'alcool nelle cellule del cervello coinvolte nella protezione contro il MA.


Il dott. Douglas Feinstein, professore di anestesiologia, e il dott. Sergey Kalinin, professore associato di anestesiologia all'Università dell'Illinois, insieme ad altri ricercatori hanno condotto uno studio sulle cellule che suggerisce che l'alcol potrebbe impedire l'eliminazione dell'amiloide-beta nel cervello. I loro risultati sono pubblicati sul Journal of Neuroinfiammation.


Feinstein e i suoi colleghi volevano determinare quali geni fossero influenzati dall'alcol e da alti livelli di infiammazione nelle microglia, le cellule che supportano i neuroni, nel cervello e in altre parti del corpo. Una delle loro funzioni è quella di inghiottire e digerire le placche di proteina amiloide-beta caratteristiche del MA in un processo chiamato «fagocitosi». Sappiamo anche che le cellule microgliali esprimono alti livelli di marcatori infiammatori a causa dell'esposizione cronica all'alcol.


I ricercatori hanno esposto le cellule microgliali di ratto all'alcol, a sostanze chimiche pro-infiammatorie chiamate citochine, o ad alcol e citochine in laboratorio, per 24 ore, e quindi hanno esaminato i cambiamenti nell'espressione genica in ciascuna condizione. Hanno anche esaminato l'impatto dell'esposizione all'alcol sulla capacità delle cellule di inghiottire l'amiloide-beta.


Hanno scoperto che l'espressione genica era alterata in 312 geni sotto la condizione dell'alcool; in 3.082 nella condizione pro-infiammatoria e in 3.552 per l'alcol e la condizione pro-infiammatoria. I cambiamenti nell'espressione genica - un aumento o una diminuzione dell'espressione rispetto ai livelli normali - erano in media di circa il 16% e variavano da un calo del 50% ad un aumento del 72%. Solo una manciata di geni erano coinvolti sia nella fagocitosi che nell'infiammazione.


"Tra i geni che abbiamo trovato alterati ce n'erano molti coinvolti nella fagocitosi, ed è la prima volta che questo è stato dimostrato", ha detto Feinstein. "Anche se questi studi sono stati condotti su cellule isolate, i nostri risultati suggeriscono che l'alcol impedisce alle microglia di mantenere il cervello libero dall'amiloide-beta e può contribuire allo sviluppo del MA".


Dopo che i ricercatori hanno esposto le cellule a livelli alcolici, a dosi che sono paragonabili a quelle riscontrate nell'uomo dopo il binge drinking o nei forti bevitori, hanno scoperto che la fagocitosi microgliale è stata significativamente soppressa di circa il 15% dopo un'ora. "Non abbiamo proseguito nello studio per vedere se la fagocitosi fosse ulteriormente compromessa con esposizioni prolungate all'alcol", ha detto Feinstein, "ma sembra che questi cambiamenti nelle cellule microgliali possano essere un fattore che contribuisce allo sviluppo del MA".

 

 

 


FonteUniversity of Illinois at Chicago (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sergey Kalinin, Marta González-Prieto, Hannah Scheiblich, Lucia Lisi, Handojo Kusumo, Michael T. Heneka, Jose L. M. Madrigal, Subhash C. Pandey, Douglas L. Feinstein. Transcriptome analysis of alcohol-treated microglia reveals downregulation of beta amyloid phagocytosis. Journal of Neuroinflammation, 2018; 15 (1) DOI: 10.1186/s12974-018-1184-7

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.