Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'herpes collegato all'Alzheimer

Laboratori dell'Università del New Mexico (UNM), della Brown University, e dell'House Ear Institute (HEI) hanno sviluppato una nuova tecnica per osservare le infezioni dell'herpes simplex virus di tipo 1 (HSV1) che si svuluppano all'interno delle cellule.

L'HSV1, la causa del comune mal di freddo, persiste in forma latente all'interno delle cellule nervose. La riattivazione e la crescita delle infezioni da HSV1 contribuiscono al declino cognitivo associato all'Alzheimer. 

"L'herpes infetta le membrane mucose, come le labbra o degli occhi, e genera particelle virali", afferma il ricercatore principale dello studio, Elaine Bearer, MD, Ph.D., professore della Harvey Family e vicepresidente per la Ricerca del Dipartimento di Patologia della Facoltà di Medicina alla UNM. "Queste particelle virali scoppiano fuori dalle cellule della mucosa e entrano nelle cellule nervose sensoriali dove circolano all'interno del nervo fino al cervello. Possiamo ora vedere questo sistema cellulare di trasporto e osservare come il virus di nuova formazione attacca l'APP cellulare nel suo viaggio fuori della cellula".

Marcando l'herpes virus all'interno delle cellule con proteina fluorescente verde, gli scienziati hanno usato l'imaging confocale in diretta per vedere le particelle di HSV1 che emergono dalle cellule infette. Le particelle virali di nuova produzione escono dal nucleo della cellula e quindi germogliano nelle membrane cellulari contenenti proteina precursore dell'amiloide (APP). La microscopia elettronica all'HEI ha visto in dettaglio il rapporto ultrastrutturale tra le particelle di HSV1 e l'APP. Questa danza tra le particelle virali e l'APP cellulare produce cambiamenti nell'architettura cellulare e nella distribuzione dell'APP, il principale componente delle placche senili trovate nel cervello di pazienti con Alzheimer.

I risultati di questo studio indicano che la maggior parte delle particelle intracellulari HSV1 subiscono interazioni frequenti e dinamiche con l'APP, cosa che facilita il trasporto virale mentre interferisce con il normale trasporto e distribuzione dell'APP. Questa interazione dinamica rivela un meccanismo mediante il quale l'infezione da HSV1 conduce all'Alzheimer. Nei paesi sviluppati come gli Stati Uniti, circa il 20 per cento dei bambini sono infettati da HSV1 prima di cinque anni. Verso la seconda e la terza decade di vita, fino al 60 per cento della popolazione è infetta, e nella vecchiaia il tasso di infezione raggiunge l'85 per cento.

I sintomi di infezione primaria da HSV1 comprendono vesciche dolorose alle labbra, bocca o occhi. Dopo l'infezione, l'HSV1 persiste nelle cellule nervose, diventando latente. Al risveglio, nuove particelle virali sono prodotte nel neurone e poi viaggiano a ritroso sui loro passi per re-infettare le mucose. Molte persone infettate sperimentano sporadici episodi di epidemie virali, come il ben noto e ricorrente mal di freddo. "I medici hanno visto un legame tra infezione da HSV1 e Alzheimer nei pazienti, per cui abbiamo voluto indagare su quello che succede nel corpo per spiegarlo", aggiunge il dottor Shi-Bin Chen, associato post-dottorato, Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio, della Alpert Medical School alla Brown University.

"Quello che abbiamo potuto vedere in laboratorio suggerisce fortemente un nesso di causalità tra HSV1 e Alzheimer". "Non si tratta più di stabilire se l'HSV1 è coinvolto nel declino cognitivo, ma piuttosto quanto importante è questo coinvolgimento" afferma Bearer. "Abbiamo bisogno di studiare farmaci anti-virali utilizzati per il trattamento dell'herpes acuto per determinare la loro capacità di rallentare o prevenire il declino cognitivo". I ricercatori raccomandano a tuttui di curare l'herpes il più rapidamente possibile per ridurre al minimo la quantità di tempo in cui il virus è attivo e in viaggio attraverso il sistema nervoso. Prima una ferita fredda è trattata, più velocemente l'HSV1 ritorna ad una fase dormiente.

 

 


I dettagli sono pubblicati nel numero del 31 marzo di PLoS ONE. Co-autori: Paulette Ferland, assistente ricercatore senior dell'UNM; Paul Webster, House Ear Institute di Los Angeles. Inoltre sono riconosciute le partecipazioni di Kathleen Kilpatrck, UNM, e di molti studenti della Brown che hanno contribuito a questo progetto.

 

 Fonte: Materiale della Brown University, via EurekAlert!, un servizio di AAAS. 

Riferimento: Shi-Bin Cheng, Paulette Ferland, Paul Webster, Elaine L. Bearer. Herpes Simplex Virus Dances with Amyloid Precursor Protein while Exiting the Cell . PLoS ONE , 2011; 6 (3): e17966 DOI: 10.1371/journal.pone.0017966

Pubblicato su ScienceDaily il 4 Aprile 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)