Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Aumento del battito con caduta della pressione potrebbe segnalare malattia neurologica

Un semplice test che rileva un cambiamento della frequenza cardiaca e contemporanea caduta della pressione arteriosa, quando un paziente si alza in piedi, può aiutare i medici a diagnosticare alcune malattie degenerative del cervello. Questo è il risultato di uno studio condotto da neurologi del Langone Health della New York University e pubblicato nel numero di marzo di Annals of Neurology.


Il test potrebbe consentire la diagnosi precoce di un gruppo di malattie degenerative del cervello chiamate sinucleinopatie, che comprendono il morbo di Parkinson, la demenza da Corpi di Lewy e l'atrofia multi-sistemica. Tali condizioni, nate dall'accumulo anomalo della proteina alfa-sinucleina nel cervello, danneggiano i nervi che controllano la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.


"Per la prima volta, siamo riusciti a dimostrare sistematicamente che i pazienti la cui pressione arteriosa scende dopo essersi alzati, senza un conseguente aumento della frequenza cardiaca, potrebbero avere una sinucleinopatia", dice la prima autrice dello studio Lucy Norcliffe-Kaufmann PhD, ricercatrice di neurologia, neuroscienza e fisiologia e direttrice associata del Dysautonomia Center del NYU Langone. "Prendendo la pressione sanguigna di un paziente disteso, osservando il cambiamento della frequenza cardiaca dopo che il paziente si è alzato, possiamo fornire ai professionisti sanitari indizi sul fatto che il paziente abbia o meno questa malattia neurodegenerativa".


La caduta della pressione arteriosa dopo essersi alzati, una condizione chiamata «ipotensione ortostatica», può causare vertigini, stordimento e svenimento. Quando l'ipotensione ortostatica è dovuta a un'attivazione compromessa dei nervi che comprimono i vasi sanguigni, la condizione è chiamata «ipotensione ortostatica neurogena» ed è una caratteristica specifica del fallimento del sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni corporee come la frequenza cardiaca, la respirazione e il metabolismo.


I medici di solito determinano l'ipotensione ortostatica non-neurogena misurando la frequenza cardiaca del paziente in posizione eretta: le persone con ipotensione ortostatica neurogena di solito hanno un aumento piccolo o nullo della frequenza cardiaca dopo essersi alzati, mentre i pazienti con la forma non-neurogenica hanno in genere un aumento marcato della frequenza cardiaca.


I ricercatori hanno identificato 402 pazienti con ipotensione ortostatica che avevano un ritmo cardiaco normale. Di questi, 378 sono stati diagnosticati con una sinucleinopatia. Si è determinato che l'ipotensione ortostatica nei restanti 24 pazienti è stata provocata da cause non-neurologiche, come una sovra-dose di farmaci per il controllo della pressione arteriosa, l'anemia o la disidratazione.


I pazienti hanno avuto la misurazione della pressione sanguigna mentre erano sdraiati su un tavolo inclinabile, che imita la posizione eretta ed esercita una tensione sulla pressione sanguigna provocandone la caduta. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con ipotensione ortostatica neurogena avevano una caduta doppia della pressione sanguigna, ma solo un terzo dell'aumento della frequenza cardiaca, rispetto ai pazienti con ipotensione ortostatica non-neurogena.


La dott.ssa Norcliffe-Kaufmann afferma che i risultati suggeriscono che i medici debbano misurare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca dei pazienti dopo che si sono alzati, piuttosto che da posizioni sedute, per quei soggetti che lamentano svenimento o vertigini in posizione eretta.

 

 

 


Fonte: New York University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti
: Lucy Norcliffe-Kaufmann, Horacio Kaufmann, Jose-Alberto Palma, Cyndya A. Shibao, Italo Biaggioni, Amanda C. Peltier, Wolfgang Singer, Phillip A. Low, David S. Goldstein, Christopher H. Gibbons, Roy Freeman, David Robertson. Orthostatic heart rate changes in patients with autonomic failure caused by neurodegenerative synucleinopathies. Annals of Neurology, 2018; DOI: 10.1002/ana.25170

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)