Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


In che modo la sonnolenza diurna può aumentare il rischio di Alzheimer

L'Alzheimer - una condizione progressiva e neurodegenerativa - è caratterizzata da perdita di memoria e deterioramento cognitivo. I segnali di allarme precoce comprendono confusione per quanto riguarda i compiti abituali e gravi cambiamenti nel comportamento. Ma ci sono segnali meno intuitivi a cui prestare attenzione?


Alcuni studi recenti hanno prestato molta attenzione ai primi segni del morbo di Alzheimer (MA) e di altre demenze prima dell'insorgere di sintomi più eloquenti, come la perdita di memoria.


Comprendere i primi campanelli d'allarme potrebbe consentirci di affrontare i fattori di rischio di base prima che abbia la possibilità di stabilirsi, poiché il MA non ha cure e attualmente i trattamenti si concentrano sulla gestione dei sintomi.


Alcuni segnali non intuitivi legati al rischio di MA, che i ricercatori hanno identificato negli ultimi mesi, includono la perdita di olfatto e di udito. Ora, gli specialisti si stanno chiedendo se ci sono altre strade da esplorare in termini di segnali di allarme precoce.


Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Neurology e guidato da Prashanthi Vemuri, del Dipartimento di Radiologia della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota, suggerisce che le persone anziane che sperimentano una eccessiva sonnolenza durante il giorno possono essere a rischio di MA.


Questa potrebbe non essere un'idea del tutto nuova, ma oltre a evidenziare questa correlazione, i ricercatori coinvolti nel nuovo studio miravano a comprendere meglio i possibili meccanismi alla sua base.

 

Quali sono i rischi dell'eccessiva sonnolenza?

I ricercatori sono stati motivati a considerare la relazione tra un'eccessiva sonnolenza diurna - definita nello studio come 'difficoltà a mantenere la veglia desiderata o lamentare una quantità eccessiva di sonno' - e la malattia neurodegenerativa, a causa  dei diversi collegamenti trovati da precedenti studi.


Essi sottolineano che la sonnolenza diurna è un sintomo comune dell'invecchiamento e che la sonnolenza eccessiva è stata legata a esiti negativi sulla salute. Inoltre, diversi studi longitudinali hanno dimostrato che l'eccessiva sonnolenza diurna negli anziani è collegata ad un aumento del rischio di declino cognitivo.


Ciò che il team era interessato ad esplorare erano i meccanismi sottostanti che potrebbero spiegare il legame tra neurodegenerazione ed eccessiva sonnolenza. Gli scienziati hanno ipotizzato che la risposta a questo potrebbe risiedere nella produzione di amiloide-beta, che è un composto il cui accumulo eccessivo è stato osservato nel MA.

 

"In questo lavoro esplorativo, abbiamo ipotizzato che l'eccessiva sonnolenza diurna nella popolazione anziana possa essere associata ad una maggiore vulnerabilità all'accumulo di amiloide-beta".


Ricerche precedenti avevano suggerito che dormire bene la notte potrebbe aiutare a liberare l'amiloide-beta dal tessuto cerebrale. Ciò può significare che un ciclo di sonno che viene regolarmente disturbato, e che porta ad essere affaticati durante il giorno, può avere l'effetto opposto, consentendo così a questo composto dannoso di accumularsi.

 

Accumulo di composti nocivi

I ricercatori hanno analizzato i dati di 283 partecipanti over-70 che erano stati reclutati dal Mayo Clinic Study of Aging. Nessuno dei partecipanti aveva una diagnosi esistente di demenza. Al momento del reclutamento, tutti hanno completato un questionario sul loro grado di sonnolenza diurna.


I partecipanti hanno inoltre accettato di sottoporsi almeno a due scansioni consecutive del cervello con tomografia a emissione di positroni (PET) tra il 2009 e il 2016.


Gli scienziati hanno scoperto che 63 partecipanti avevano sintomi chiari di un'eccessiva sonnolenza diurna. In queste persone, questo stato di sonnolenza anormale era anche associato ad livelli più alti di amiloide-beta, in due regioni rilevanti del cervello. I ricercatori scrivono:

"Il nostro studio ha dimostrato che un'eccessiva sonnolenza diurna, nelle persone anziane senza demenza, può essere associata all'accumulo longitudinale di amiloide-beta, in particolare nel giro cingolato e nel precuneo.

"Questa scoperta supporta la letteratura precedente, suggerendo che l'eccessiva sonnolenza diurna è un fattore di rischio del declino cognitivo o della demenza".


Tuttavia, ammettono che lo studio ha alcune limitazioni, tra cui il fatto che mancavano "misure obiettive del disturbo del sonno" e che non è stata valutata la quantità esatta di sonno dei partecipanti per ogni notte.


Gli autori dello studio riportano anche possibili conflitti di interesse; diversi di loro hanno legami professionali con aziende farmaceutiche e hanno ricevuto sostegno finanziario da fondazioni private o società di ricerca medica.

 

 

 


Fonte: Maria Cohut in Medical News Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Diego Z. Carvalho, Erik K. St Louis, David S. Knopman, Bradley F. Boeve, Val J. Lowe, Rosebud O. Roberts, Michelle M. Mielke, Scott A. Przybelski, Mary M. Machulda, Ronald C. Petersen, Clifford R. Jack Jr, Prashanthi Vemuri. Association of Excessive Daytime Sleepiness With Longitudinal β-Amyloid Accumulation in Elderly Persons Without Dementia. JAMA Neurol, 12 Mar 2018, DOI: 10.1001/jamaneurol.2018.0049

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.