Decenni prima che le persone con Alzheimer sviluppino una perdita di memoria e confusione, nel loro cervello cominciano a diffondersi placche di una proteina appiccicosa, chiamata amiloide-beta, che si ritiene possa contribuire alla malattia e alla sua progressione.
Attualmente, l'unico modo per rilevare l'amiloide-beta nel cervello è tramite la scansione PET, costosa e non disponibile a tutti, o un prelievo spinale, invasivo e che richiede una procedura medica specializzata.
Ma ora, uno studio condotto dai ricercatori della Washington University di St. Louis nel Missouri, suggerisce che i valori di amiloide-beta nel sangue hanno il potenziale di aiutare a identificare le persone con livelli alterati di amiloide nel cervello o nel liquido cerebrospinale.
Idealmente, un esame del sangue potrebbe identificare le persone che hanno iniziato il percorso verso l'Alzheimer anni prima di avere la diagnosi in base ai sintomi.
"I nostri risultati dimostrano che questo esame del sangue per l'amiloide-beta può rilevare se l'amiloide ha cominciato a accumularsi nel cervello", ha affermato Randall J. Bateman MD, professore di neurologia e autore senior dello studio. "Questo è interessante perché potrebbe essere la base per un esame del sangue rapido e poco costoso per identificare le persone a rischio elevato di Alzheimer".
I risultati sono stati annunciati ieri, 19 luglio, alla Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association di Londra, e pubblicati online nella rivista Alzheimer's & Dementia.
Durante le attività quotidiane, il cervello produce continuamente e elimina l'amiloide-beta. In parte viene lavata nel sangue e in parte galleggia nel liquido cerebrospinale, ad esempio. Però se l'amiloide comincia ad accumularsi, può raccogliersi in placche che si attaccano ai neuroni, provocando danni neurologici.
Un test del sangue sarebbe meno costoso e meno invasivo delle scansioni PET o del prelievo spinale, ma studi precedenti hanno trovato che i valori dei livelli totali di amiloide-beta nel sangue non sono correlati ai livelli del cervello.
Così Bateman e colleghi hanno misurato i livelli di sangue di tre sottotipi amiloidi - amiloide-beta 38, 40 e 42 - usando una misurazione altamente precisa, mediante spettrometria di massa, per vedere se sono correlati con i livelli di amiloide nel cervello.
I ricercatori hanno studiato 41 persone over 60. Ventiquattro erano positivi all'amiloide, il che significa che avevano segni di compromissione cognitiva. Anche le scansioni PET o i prelievi spinali in questi pazienti avevano rilevato la presenza di placche amiloidi nel cervello o alterazioni del'amiloide nel liquido cerebrospinale. I ricercatori hanno anche misurato i sottotipi amiloidi in 18 persone che non avevano accumulo di amiloide nel cervello.
Per misurare i livelli amiloidi, la produzione e l'eliminazione nel tempo, i ricercatori hanno preso 20 campioni di sangue da ogni persona su 24 ore. Nelle persone con placche amiloidi hanno trovato che i livelli di amiloide-beta 42 erano costantemente del 10-15 per cento in meno rispetto all'amiloide-beta 40.
"Le placche di amiloide sono composte principalmente da amiloide-beta 42, quindi questo probabilmente significa che si deposita nel cervello prima di spostarsi nel flusso sanguigno", ha detto Bateman. "Le differenze non sono grandi, ma sono altamente coerenti. Il nostro metodo è molto sensibile e, specialmente quando si hanno molti campioni ripetuti come in questo studio (più di 500 campioni complessivi), possiamo essere molto sicuri che la differenza è reale. Anche un singolo campione può distinguere chi ha placche amiloidi".
Confrontando il rapporto tra amiloide-beta 42 e amiloide-beta 40 su 20 campioni di ciascun individuo, i ricercatori hanno potuto classificare le persone con precisione come positive o negative all'amiloide per l'89% dei casi. In media, anche ogni singolo punto temporale era preciso circa all'86%.
Le placche di amiloide sono uno dei due segni caratteristici dell'Alzheimer; l'altro è la presenza di grovigli di proteina tau. David Holtzman MD, professore e responsabile del Dipartimento di Neurologia dell'università, sta sviluppando un test per la tau basato sul sangue che potrebbe completare il test dell'amiloide.
"Se avessimo anche un esame del sangue per la tau, potremmo combinarli per avere un'idea ancora migliore di chi ha il rischio più alto di sviluppare l'Alzheimer", ha dichiarato Bateman. "Questo sarebbe un enorme passo avanti nella nostra capacità di prevedere e magari prevenire la malattia".
Fonte: Tamara Bhandari in Washington University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Vitaliy Ovod, Kara N. Ramsey, Kwasi G. Mawuenyega, Jim G. Bollinger, Terry Hicks, Theresa Schneider, Melissa Sullivan, Katrina Paumier, David M. Holtzman, John C. Morris, Tammie Benzinger, Anne M. Fagan, Bruce W. Patterson, Randall J. Bateman. Amyloid β concentrations and stable isotope labeling kinetics of human plasma specific to central nervous system amyloidosis. Alzheimer's & Dementia, 2017; DOI: 10.1016/j.jalz.2017.06.2266
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