Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I neuroni lavorano in team per la memoria di breve periodo



Sachs and Martinez TrujilloAdam Sachs (a sinistra) e Julio Martinez-Trujillo (a destra) hanno scoperto che le cellule nervose del cervello lavorano insieme per memorizzare e recuperare la memoria a breve termine. Foto: Western UniversityLe cellule nervose nel nostro cervello lavorano insieme in armonia per memorizzare e recuperare i ricordi di breve termine, e non sono solisti come si pensava finora, secondo una ricerca eseguita alla University of Western Ontario.


La ricerca ribalta decenni di studi che assumevano che sono i singoli neuroni a codificare in modo indipendente le informazioni nella nostra memoria di lavoro.


"Questi risultati suggeriscono che anche i neuroni che si ritenevano 'inutili', perché non codificano individualmente le informazioni, hanno uno scopo quando lavorano in concerto con altri neuroni", ha detto il ricercatore Julio Martinez-Trujillo, che lavora al Robarts Research Institute e al Brain and Mind Institute della Western University. "Sapere che lavorano insieme ci aiuta a capire meglio i circuiti del cervello che possono migliorare o ostacolare le funzioni esecutive. E questo a sua volta può avere implicazioni per lo studio dei problemi del cervello che influenzano la memoria a breve termine, come l'Alzheimer, la schizofrenia, l'autismo, la depressione e disturbo da deficit di attenzione".


La memoria di lavoro è la capacità di apprendere, mantenere e recuperare informazioni di cui tutti noi abbiamo bisogno a breve termine: per esempio gli elementi di una lista della spesa o le indicazioni stradali. La memoria di lavoro si deteriora più velocemente nelle persone affette da demenza o da altre patologie del cervello e della mente.


In passato, i ricercatori credevano che questa funzione esecutiva dipendesse da singoli neuroni che agivano in modo indipendente l'uno dall'altro, la versione cerebrale di una folla di persone in una grande stanza dove tutti cantano brani diversi con ritmi e chiavi diverse. Un estraneo che cerchi di decifrare una canzone qualsiasi in tutto quel rumore informe avrebbe una difficoltà straordinaria.


Questa ricerca, tuttavia, suggerisce che molti nella folla di neuroni cantano con lo stesso spartito, creando in sostanza accordi per rafforzare la voce collettiva della memoria.


Con una tecnologia a protesi neurali (microchip in grado di "ascoltare" molti neuroni allo stesso tempo), i ricercatori sono in grado di trovare correlazioni tra l'attività di molte cellule nervose. "Usando la stessa analogia del coro, si possono percepire alcuni suoni che hanno un ritmo, una melodia e accordi che sono legati gli uni agli altri: i ricordi a breve termine", ha detto Martinez-Trujillo, che è anche professore associato alla School of Medicine & Dentistry della Western.


E anche se le ramificazioni di questa scoperta sono ancora in fase di studio, "questo ci dà un buon materiale su cui lavorare, facendoci avanzare nella ricerca sul cervello. Ci fornisce le conoscenze necessarie per trovare il modo di manipolare i circuiti cerebrali e migliorare la memoria a breve termine negli individui colpiti", ha detto Martinez-Trujillo.


"La tecnologia microchip permette anche di estrarre segnali dal cervello per decodificare i circuiti e le informazioni che sono nella mente del soggetto", ha detto Adam Sachs, neurochirurgo e ricercatore associato dell'Ottawa Hospital e professore assistente della Università di Ottawa. "Nel prossimo futuro, potremmo utilizzare queste informazioni per consentire il controllo cognitivo di protesi neurali nei pazienti con SLA o gravi lesioni del midollo spinale cervicale".

 

 

 


Fonte: University of Western Ontario (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Matthew Leavitt, Florian Pieper, Adam Sachs and Julio Martinez-Trujillo. Proceedings of the National Academy of Sciences.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.