Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Può essere lo squilibrio di calcio nei neuroni a innescare l'Alzheimer



Può essere lo squilibrio di calcio nei neuroni a innescare l'AlzheimerCome sono fatti i mitocondri.I mitocondri - talvolta chiamati 'centrale energetica della cellula' - sono piccole strutture che trasformano il cibo in energia, in 'carburante' per le cellule.


Nei mitocondri di una cellula cerebrale gli ioni di calcio controllano quanta energia viene prodotta per il funzionamento del cervello. Ricerche precedenti avevano dimostrato che una produzione eccessiva di calcio può causare la morte dei neuroni, collegando quindi uno squilibrio di calcio con il processo neurodegenerativo dell'Alzheimer.


Fino ad ora, tuttavia, era sconosciuto il meccanismo esatto che collega la neurodegenerazione di Alzheimer con lo squilibrio di calcio mitocondriale. Una nuova ricerca, guidata da Pooja Jadiya, borsista post-dottorato alla Temple University di Philadelphia, getta luce su questa associazione. Lo studio è stato condotto da ricercatori del Center for Translational Medicine della Temple University, ed i risultati sono stati presentati al 61° Meeting della Società di Biofisica a New Orleans.

 

Analisi del calcio nel cervello umano, in topi modello e in colture cellulari

Jadiya e colleghi hanno studiato campioni di cervello di malati di Alzheimer, in un modello di topo modificato geneticamente per riprodurre i sintomi di Alzheimer, e in una linea cellulare mutante affetta da Alzheimer.


Essi hanno esaminato le alterazioni mitocondriali nell'elaborazione del calcio, insieme con la generazione di specie reattive dell'ossigeno (ROS), il metabolismo della proteina precursore attiva, il potenziale di membrana, e la morte cellulare. Essi hanno inoltre esaminato l'attivazione dei pori di transizione della permeabilità mitocondriale e la fosforilazione ossidativa.


Nel cervello sano, gli ioni di calcio lasciano i mitocondri di un neurone per evitare un accumulo eccessivo. Questo processo è permesso da un trasportatore di proteine,​ chiamato scambiatore mitocondriale sodio-calcio. Nel tessuto di Alzheimer, Jadiya e il team hanno scoperto che i livelli dello scambiatore sodio-calcio sono estremamente bassi. Infatti, la proteina era così poca che era difficile rilevarla.


I ricercatori hanno ipotizzato che ciò causerebbe una sovrapproduzione di ROS, che, a sua volta, contribuisce alla neurodegenerazione. I ROS sono molecole che, ad alti livelli, hanno dimostrato di danneggiare proteine, lipidi e DNA, causando stress ossidativo.

 

Lo scambiatore sodio-calcio è cruciale ​​nella progressione dell'Alzheimer

Il team ha trovato una correlazione tra l'attività ridotta dello scambiatore sodio-calcio e l'aumento della morte neuronale. Inoltre, nel topo modello, gli scienziati hanno scoperto che, proprio prima della comparsa dell'Alzheimer, il gene che codifica lo scambiatore è significativamente meno attivo. Una diminuzione dell'espressione di questo gene suggerisce inoltre che lo scambiatore proteico ha un ruolo chiave nella progressione della malattia.


Infine, gli scienziati hanno anche testato questo meccanismo in un modello di coltura cellulare colpita da Alzheimer, aumentando artificialmente i livelli dello scambiatore. Come ipotizzato, le cellule colpite sono ritornate al punto da essere quasi identiche alle cellule sane. Inoltre, sono aumentati i livelli di adenosina trifosfato (ATP), sono diminuiti i livelli di ROS, e sono morti meno neuroni.


Alcuni biologi considerano l'ATP una molecola "moneta energetica della vita", poiché è richiesta da ogni attività in cui si impegna il nostro corpo. John Elrod, co-autore dello studio, spiega il significato dei risultati: "Nessuno ha mai esaminato questo prima, usando questi sistemi modello. E' possibile che le alterazioni nello scambio di calcio mitocondriale possano guidare il processo di malattia". Secondo lui, lo studio potrebbe anche aprire la strada a nuove opzioni di trattamento.


Il team sta attualmente lavorando per invertire la neurodegenerazione tipica dell'Alzheimer nei topi modello, stimolando l'espressione del gene che codifica lo scambiatore sodio-calcio. Ciò potrebbe essere realizzato con nuovi farmaci o con la terapia genica.


"La nostra speranza", dice Elrod, "è riuscire a cambiare il livello di espressione o l'attività di questo scambiatore, che potrebbe essere una valida terapia nella fase iniziale, per impedire forse lo sviluppo della malattia. Non siamo nemmeno vicino a questo, ma è il nostro obiettivo".

 

 

 


Fonte: Ana Sandoiu in Medical News Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pooja Jadiya, Alyssa A. Lombardi, Jonathan P Lambert, Timothy S. Luongo, Jin Chu, Domenico Praticò, John W. Elrod. Genetic rescue of mitochondrial calcium efflux in Alzheimer’s disease preserves mitochondrial function and protects against neuronal cell death. 61st Annual Meeting of the Biophysical Society, February 14, 2017February 14, 2017.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)