Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nell'Alzheimer i rifiuti cellulari espulsi da un neurone vanno a danneggiare i vicini



Scienziati della Rutgers University dicono che le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson possono essere collegate allo smaltimento di proteine ​​tossiche da parte di cellule cerebrali difettose, che fanno ammalare le cellule vicine.


In uno studio pubblicato su Nature, Monica Driscoll, professore di biologia molecolare e biochimica, e il suo team, hanno scoperto che, anche se i neuroni sani dovrebbero essere in grado di vagliare e liberare le cellule cerebrali dalle proteine ​​tossiche e da strutture cellulari danneggiate senza causare problemi, i dati di laboratorio indicano che questo non sempre avviene.


Questi risultati, secondo la Driscoll, potrebbero avere importanti implicazioni per le malattie neurologiche degli esseri umani e, possibilmente, essere il modo in cui la malattia si diffonde nel cervello. "Di norma il processo di eliminare questa spazzatura è positivo", ha detto Driscoll. "Ma noi pensiamo che nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson ci sia una cattiva gestione di questo importante processo, che dovrebbe proteggere i neuroni, ma che, invece, danneggia le cellule vicine".


La Driscoll ha detto che gli scienziati hanno capito come funziona internamente il processo di eliminare le sostanze tossiche cellulari nella cellula, paragonandolo a un tritarifiuti che si sbarazza dei rifiuti, ma non sapevano come le cellule rilasciano l'immondizia all'esterno.


"Quello che abbiamo scoperto potrebbe essere paragonato ad una persona che raccoglie i rifiuti e li mette fuori per il giorno della spazzatura"
, ha detto la Driscoll. "Egli seleziona attivamente e separa la spazzatura dalla roba buona, ma se quel giorno nessuno la porta via possono esserci problemi reali".


Lavorando con il verme trasparente chiamato C. elegans, simile nella forma molecolare, funzione e genetica agli esseri umani, la Driscoll e il suo team hanno scoperto che i vermi - che hanno una durata di vita di circa tre settimane - hanno un meccanismo esterno di rimozione della spazzatura e che espellono queste proteine ​​tossiche fuori della cellula.


Iliya Melentijevic, studente laureato del laboratorio della Driscoll e primo autore dello studio, ha capito quello che stava accadendo quando ha visto una bolla chiara che si formava fuori della cellula in alcuni dei vermi.


"Nella maggior parte dei casi, non si poteva vedere per lungo tempo, ma in un piccolo numero di casi, era come una nuvola che si accumulava al di fuori del neurone e semplicemente restava lì", ha detto Melentijevic, che ha trascorso tre notti in laboratorio a scattare ogni 15 minuti foto del processo attraverso un microscopio. La ricerca che usa i nematodi ha fornito agli scienziati importanti informazioni sull'invecchiamento, che sarebbero state difficili da ottenere nelle persone e in altri organismi che hanno una vita più lunga.


Nello studio pubblicato di recente, il team della Rutgers ha scoperto che i nematodi progettati per produrre proteine ​​umane di malattie associate all'Huntington e all'Alzheimer, emettono più spazzatura formata da questi materiali tossici neurodegenerativi. Anche se le cellule vicine degradano parte del materiale, le cellule più distanti spazzano altre porzioni delle proteine ​​malate.


"Queste scoperte sono significative", ha detto la Driscoll. "Il lavoro in piccolo verme può aprire la porta ad approcci così necessari per affrontare la neurodegenerazione e malattie come l'Alzheimer e il Parkinson".

 

 

 


Fonte: Rutgers University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ilija Melentijevic, Marton L. Toth, Meghan L. Arnold, Ryan J. Guasp, Girish Harinath, Ken C. Nguyen, Daniel Taub, J. Alex Parker, Christian Neri, Christopher V. Gabel, David H. Hall, Monica Driscoll. C. elegans neurons jettison protein aggregates and mitochondria under neurotoxic stress. Nature, 2017; DOI: 10.1038/nature21362

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.