Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La proteina che (nei topi) riduce l'Alzheimer, non solo i sintomi



Aumentando i livelli di una proteina specifica del cervello si alleviano le caratteristiche distintive dell'Alzheimer in topi modello della malattia, secondo una nuova ricerca pubblicata on-line il 25 agosto 2016 su Scientific Reports.


La proteina, chiamata neuregulina-1, ha molte forme e funzioni nel cervello ed è già un potenziale bersaglio per disturbi cerebrali come il Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica e la schizofrenia.


"La neuregulina-1 dispone di un ampio potenziale terapeutico, ma ne stiamo ancora imparando il meccanismo di funzionamento", dice il ricercatore senior dello studio Kuo-Fen Lee, professore nei laboratori del Salk Institute e titolare della cattedra di Neurobiologia molecolare. "Abbiamo dimostrato che promuove il metabolismo delle placche cerebrali che sono caratteristiche dell'Alzheimer".


In precedenza, i ricercatori avevano dimostrato che trattare delle cellule con neuregulina-1, per esempio, smorza i livelli della proteina precursore dell'amiloide, una molecola che genera amiloide-beta, che si aggrega e forma le placche nel cervello dei malati di Alzheimer. Altri studi suggeriscono che la neuregulina-1 potrebbe proteggere i neuroni dai danni causati dal blocco del flusso sanguigno.


Nel nuovo studio, il team di Lee ha verificato questa idea in un topo modello di Alzheimer, aumentando i livelli di una delle due forme di neuregulina-1 nell'ippocampo, una zona del cervello responsabile dell'apprendimento e della memoria. Entrambe le forme della proteina sembravano migliorare le prestazioni su un test di memoria spaziale nei topi. Ancora di più, i livelli dei marcatori cellulari di malattia (amiloide-beta e placche) erano notevolmente inferiori nei topi con più neuregulina-1 rispetto ai controlli.


Gli esperimenti del gruppo suggeriscono che la neuregulina-1 rompe le placche aumentando i livelli di un enzima chiamato neprilysina, che ha dimostrato di degradare l'amiloide-beta. Ma questo probabilmente non è l'unico percorso attraverso il quale la neuregulina-1 conferisce i suoi benefici, e il gruppo sta esplorando altri possibili meccanismi; ad esempio se la proteina migliora la segnalazione tra i neuroni, che è ridotta nell'Alzheimer, dice il primo autore dello studio Jiqing Xu, associato di ricerca nel gruppo di Lee.


Un trattamento della neuregulina-1 non è disponibile sul mercato, anche se viene esplorato da studi clinici come potenziale trattamento per l'insufficienza cardiaca cronica e il Parkinson. Un vantaggio della neuregulina-1 come potenziale farmaco è che può attraversare la barriera emato-encefalica, il che significa che potrebbe essere somministrata in modo relativamente non invasivo anche se non conosciamo l'efficienza.


Dall'altra parte, altre ricerche suggeriscono che una quantità troppo alta della proteina altera la funzione cerebrale. Lavorando con i chimici del Salk, il team di Lee ha messo a punto una piccola molecola che può aumentare i livelli di neuregulina-1 esistente (invece di somministrarla direttamente) e la stanno testando nelle cellule. Questa terapia alternativa potrebbe essere un modo migliore per prevenire la formazione di placche poichè le piccole molecole attraversano più facilmente la barriera emato-encefalica.


Il gruppo è anche interessato alla neuregulina-1 per i suoi legami con la schizofrenia. E' stata trovata un'alterazione del gene della neuregulina-1 (una singola modifica in una lettera del codice del DNA per la proteina) in famiglie con schizofrenia e collegata all'Alzheimer ad insorgenza tardiva con psicosi. La proteina può essere un modo per capire la sovrapposizione tra l'Alzheimer e altri disturbi cerebrali, secondo Lee.


Un avvertimento importante è che la nuova ricerca è stata condotta in un tipo singolo di topo modello di Alzheimer. Il gruppo di Lee sta testando gli effetti della neuregulina-1 su altri modelli. "C'è molto più lavoro da fare prima che la neuregulina-1 possa diventare un trattamento, ma siamo entusiasti del suo potenziale, anche eventualmente in combinazione con altre terapie per l'Alzheimer", dice Lee.

 

 

 


Fonte: Salk Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jiqing Xu, Fred de Winter, Catherine Farrokhi, Edward Rockenstein, Michael Mante, Anthony Adame, Jonathan Cook, Xin Jin, Eliezer Masliah, Kuo-Fen Lee. Neuregulin 1 improves cognitive deficits and neuropathology in an Alzheimer’s disease model. Scientific Reports, 2016; 6: 31692 DOI: 10.1038/srep31692

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.