Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata una nuova cura possibile per l'Alzheimer ... dei topi

Una ricerca ha dimostrato che un topo modello sperimentale di Alzheimer può essere trattato con successo con un farmaco anti-infiammatorio usato comunemente. Un team guidato dal dottor David Brough dell'Università di Manchester ha scoperto che il farmaco anti-infiammatorio ha invertito completamente la perdita di memoria e l'infiammazione nel cervello dei topi.


Quasi tutti noi, prima o dopo nella vita, prendiamo medicinali anti-infiammatori non steroidei; l'acido mefenamico, un farmaco anti-infiammatorio non-steroideo (FANS) comune, viene di solito usato per il dolore mestruale.


I risultati [dello studio] sono stati pubblicati giorni fa in un articolo scritto dal Dott Brough e dai colleghi, sulla rivista Nature Communications. Il Dott Brough e la Dott.ssa Catherine Lawrence hanno supervisionato il dottorando Mike Daniels e il postdottorato Dr Jack Rivers-Auty che hanno condotto la maggior parte degli esperimenti.


Anche se questa è la prima volta che un farmaco ha dimostrato di puntare questo percorso infiammatorio, pur mettendo in evidenza la sua importanza nel modello di malattia, il Dott Brough avverte che sono necessarie ulteriori ricerche per identificare il suo impatto sugli esseri umani, e le implicazioni a lungo termine del suo utilizzo.


La ricerca, finanziata dal Medical Research Council e dall'Alzheimer's Society, spiana la strada alla sperimentazione umana che il team spera di condurre in futuro.


Lo studio ha usato topi transgenici che sviluppano sintomi dell'Alzheimer: un gruppo di 10 topi è stato trattato con acido mefenamico, e 10 topi sono stati trattati nello stesso modo con un placebo. I topi sono stati trattati nel momento in cui avevano sviluppato problemi di memoria e il farmaco è stato dato loro per un mese con una mini-pompa impiantata sotto la pelle.


La perdita di memoria è stata completamente invertita al punto dei topi senza la malattia.


Il Dott Brough ha detto:

"Abbiamo prove sperimentali che suggeriscono con forza che l'infiammazione nel cervello peggiora l'Alzheimer. La nostra ricerca dimostra per la prima volta che l'acido mefenamico, un semplice farmaco anti-infiammatorio non-steroideo, può avere come bersaglio un importante percorso infiammatorio chiamato «inflammasome NLRP3», che danneggia le cellule cerebrali.

"Fino ad ora, nessun farmaco disponibile era riuscito a puntare questo percorso, quindi siamo molto eccitati da questo risultato. Tuttavia, deve essere fatto molto altro lavoro per dire con certezza che potrà affrontare la malattia negli esseri umani, poiché i modelli di topo non sempre riproducono fedelmente la malattia umana.

"Visto che questo farmaco è già disponibile e ne è nota la tossicità e la farmacocinetica, il tempo per raggiungere i pazienti dovrebbe, in teoria, essere inferiore rispetto allo sviluppo di farmaci completamente nuovi. Ora stiamo preparando le applicazioni per eseguire gli esperimenti preliminari di fase II, e determinare la prova-di-concetto che le molecole hanno un effetto sulla neuroinfiammazione degli esseri umani".

 

 

 


Fonte: University of Manchester via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael J. D. Daniels, Jack Rivers-Auty, Tom Schilling, Nicholas G. Spencer, William Watremez, Victoria Fasolino, Sophie J. Booth, Claire S. White, Alex G. Baldwin, Sally Freeman, Raymond Wong, Clare Latta, Shi Yu, Joshua Jackson, Nicolas Fischer, Violette Koziel, Thierry Pillot, James Bagnall, Stuart M. Allan, Pawel Paszek, James Galea, Michael K. Harte, Claudia Eder, Catherine B. Lawrence, David Brough. Fenamate NSAIDs inhibit the NLRP3 inflammasome and protect against Alzheimer’s disease in rodent models. Nature Communications, 2016; 7: 12504 DOI: 10.1038/ncomms12504

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)