Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I cannabinoidi rimuovono dalle cellule cerebrali le proteine che formano le placche di Alzheimer

I cannabinoidi rimuovono dalle cellule cerebrali le proteine che formano le placche di AlzheimerDavid Schubert, Professore al Cellular Neurobiology Laboratory del Salk Institute.
Scienziati del Salk Institute hanno trovato le prove preliminari che il tetraidrocannabinolo (THC), e altri composti che si trovano nella marijuana, possono promuovere la rimozione cellulare dell'amiloide-beta, una proteina tossica associata all'Alzheimer.


Anche se questi studi esplorativi sono stati condotti su neuroni coltivati in laboratorio, essi possono farci capire il ruolo dell'infiammazione nell'Alzheimer e fornire indizi per lo sviluppo di nuove terapie.


"Anche se altri studi ci hanno dato la prova che i cannabinoidi potrebbero essere neuroprotettivi dai sintomi dell'Alzheimer, riteniamo che il nostro studio sia il primo a dimostrare che i cannabinoidi hanno effetti sia sull'infiammazione che sull'accumulo di amiloide-beta nelle cellule nervose", spiega l'autore senior della ricerca, il professor David Schubert del Salk.


E' noto da tempo che l'amiloide-beta si accumula all'interno delle cellule nervose del cervello che invecchia, ben prima della comparsa dei sintomi e delle placche della malattia. L'amiloide-beta è una componente importante dei depositi di placca che sono un segno distintivo della malattia. Ma il ruolo preciso dell'amiloide-beta e delle placche che si formano nel processo della malattia è tuttora poco chiaro.


In un manoscritto pubblicato sull'edizione di Giugno 2016 di Aging and Mechanisms of Disease, il team del Salk ha studiato cellule nervose alterate per produrre alti livelli di amiloide-beta e mimare gli aspetti dell'Alzheimer. I ricercatori hanno scoperto che alti livelli di amiloide-beta sono associati all'infiammazione cellulare e a tassi più alti di morte dei neuroni. Essi hanno dimostrato che, esponendo le cellule al THC, si riducono i livelli della proteina amiloide-beta e si elimina la risposta infiammatoria dalle cellule nervose causata dalla proteina, permettendo così alle cellule nervose di sopravvivere.


"L'infiammazione all'interno del cervello è una componente importante del danno associato all'Alzheimer, ma si è sempre ipotizzato che questa risposta venisse dalle cellule immunitarie del cervello, non dalle cellule nervose stesse", dice Antonio Currais, ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Schubert e primo autore della ricerca. "Quando abbiamo identificato le basi molecolari della risposta infiammatoria all'amiloide-beta, è diventato chiaro che possiamo coinvolgere i composti di tipo THC (che le stesse cellule nervose producono) per proteggere le cellule dalla morte".


Le cellule cerebrali hanno interruttori, chiamati «recettori», che possono essere attivati ​​dagli endocannabinoidi, una classe di molecole lipidiche prodotte dal corpo e usate per la segnalazione intercellulare nel cervello. Gli effetti psicoattivi della marijuana sono causati dal THC, una molecola con un'attività simile agli endocannabinoidi, che può attivare gli stessi recettori.


I risultati dell'attività fisica per la produzione di endocannabinoidi e alcuni studi hanno dimostrato che l'esercizio fisico può rallentare la progressione dell'Alzheimer. Schubert ha sottolineato che i risultati del suo team sono stati ottenuti in modelli esplorativi di laboratorio, e che l'uso di composti di tipo THC come terapia dovranno essere testati in studi clinici.


In una ricerca separata ma collegata, il suo laboratorio ha trovato un farmaco candidato di Alzheimer chiamato J147, che rimuove anche l'amiloide-beta dalle cellule nervose e riduce la risposta infiammatoria nelle cellule nervose e nel cervello. E' stato lo studio sul J147 che ha portato gli scienziati a scoprire che gli endocannabinoidi sono coinvolti nella rimozione dell'amiloide-beta e nella riduzione dell'infiammazione.

 

**********
Altri autori della ricerca includono Oswald Quehenberger e Aaron Armando dell'Università della California di San Diego e Pamela Maher e Daniel Daughtery dell'Istituto Salk. Lo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health, dalla Fondazione Burns e dalla Fondazione Bundy.

 

 

 


Fonte: Salk Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Antonio Currais, Oswald Quehenberger, Aaron M Armando, Daniel Daugherty, Pam Maher, David Schubert. Amyloid proteotoxicity initiates an inflammatory response blocked by cannabinoids. npj Aging and Mechanisms of Disease, 2016; 2: 16012 DOI: 10.1038/npjamd.2016.12

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)