Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una mente attiva può posticipare i sintomi dell'Alzheimer, ma non rallenta la malattia sottostante

Le persone che si mantengono mentalmente e fisicamente sane in mezza età possono limitare i sintomi dell'Alzheimer, ma per la maggior parte delle persone l'attività non influenza i cambiamenti sottostanti provocati dalla malattia nel cervello, secondo uno studio pubblicato ieri 24 Febbraio su Neurology®.


I risultati sono diversi tra i portatori di un gene legato all'Alzheimer, chiamato APOE4, che colpisce circa il 20 per cento della popolazione. Coloro che hanno il gene, con almeno 14 anni di istruzione, e che si sono tenuti mentalmente attivi in mezza età, avevano livelli più bassi di placche amiloidi, che possono accumularsi nel tessuto cerebrale e portare all'Alzheimer, rispetto a quelli con il gene e un livello elevato di istruzione, ma che non si sono tenuti mentalmente attivi nella mezza età.


Tra gli individui altamente istruiti con APOE4, i livelli di amiloide previsti di un 79-enne che si è conservato mentalmente attivo (67° percentile) corrispondono a quelli previsti in un 74-enne che non l'ha fatto (33° percentile).


"Studi recenti hanno mostrato risultati in conflitto sul valore dell'attività fisica e mentale in relazione al rischio di sviluppare l'Alzheimer, e abbiamo notato che i livelli di istruzione differivano in questi studi", ha detto l'autrice dello studio Prashanthi Vemuri PhD, della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota. "Quando abbiamo esaminato specificamente il livello di apprendimento di tutta la vita, abbiamo scoperto che i portatori del gene apoE4, che avevano un'istruzione superiore e che hanno continuato ad imparare nel corso della mezza età, avevano meno deposizione di amiloide sulle scansioni rispetto a coloro che non hanno continuato l'attività intellettuale nella mezza età".


La Vemuri ha detto che i risultati complessivi per i non portatori del gene non dovrebbero scoraggiare le persone ad esercitarsi e a prendere parte ad attività come la lettura di libri e riviste, ai giochi sociali e ad usare il computer. "Non c'è evidenza sostanziale che queste attività aiutino a ritardare l'insorgenza di problemi di memoria e di pensiero", ha detto la Vemuri. "Quello che non sappiamo è come funziona questo processo".


Per lo studio, i ricercatori hanno valutato 393 persone senza demenza che facevano parte del Mayo Clinic Study of Aging. Di questi, 53 avevano un decadimento cognitivo lieve. Tutti erano over-70. Essi sono stati divisi in due gruppi, quelli con più di 14 anni di istruzione e quelli con meno.


I ricercatori hanno poi usato la risonanza magnetica e PET per cercare i biomarcatori dell'Alzheimer e dei questionari per valutare l'attività intellettuale e fisica settimanale nella mezza età.


Per il gruppo nel suo insieme, l'istruzione, l'occupazione e l'attività mentale e fisica nella mezza età sembravano avere poco o nessun effetto sui tassi di peggioramento delle placche amiloidi, sul metabolismo cerebrale del glucosio e sul volume del cervello. Ma per i portatori di APOE4, con alta istruzione e con apprendimento continuo nella vita, c'era meno deposizione di amiloide nel cervello rispetto a quelli con alta istruzione che non hanno continuato ad imparare.


"E' possibile che coloro che non perseverano con l'attività intellettuale nella mezza età lo facciano perché hanno livelli più alti di placche amiloidi", ha detto la Vemuri. "Anche se lo studio ha molti limiti, i nostri risultati mostrano che dobbiamo fare ulteriori ricerche, e suggeriscono che i risultati contrastanti visti nella letteratura della ricerca possono essere spiegati dal differenziale tra i livelli di istruzione".

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Prashanthi Vemuri, Timothy G. Lesnick, Scott A. Przybelski, David S. Knopman, Mary Machulda, Val J. Lowe, Michelle M. Mielke, Rosebud O. Roberts, Jeffrey L. Gunter, Matthew L. Senjem, Yonas E. Geda, Walter A. Rocca, Ronald C. Petersen, and Clifford R. Jack, Jr. Effect of intellectual enrichment on AD biomarker trajectories: Longitudinal imaging study. Neurology, February 24, 2016 DOI: 10.1212/WNL.0000000000002490

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.