Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La barriera emato-encefalica non funziona nell'Alzheimer

 La barriera emato-encefalica non funziona nell'AlzheimerDue colorazioni del plesso coroideo umano. A sinistra un plesso coroideo sano (da donatore con fase Braak 0,1). A destra un plesso coroideo danneggiato dall'Alzheimer (fase Braak 5). In entrambe le immagini i punti blu sono nuclei di cellule. Si notano le stringhe di cellule presenti in forma di cavolfiore, che indicano la struttura del plesso coroideo. In entrambe le immagini c'è anche una colorazione verde simile, che indica l'autofluoresenza dell'invecchiamento tissutale. Nella figura a sinistra (plesso coroideo sano) c'è una considerevole colorazione rossa della proteina Claudin 5, mentre la stessa è quasi assente nella foto a destra. Questi dati indicano che la proteina Claudina 5 è assente nella barriera del plesso coroideo danneggiato e, di conseguenza, detta barriera probabilmente ha delle perdite nell'Alzheimer.

Anche se già Greci e Romani antichi associavano la vecchiaia con la demenza, è solo nel 1901 che lo psichiatra tedesco Alois Alzheimer ha diagnosticato il primo caso del Morbo di Alzheimer in una donna di 50 anni. Oggi l'Alzheimer rappresenta il 60-80% dei casi di demenza in tutto il mondo.


Le anomalie caratteristiche dei pazienti con la malattia sono la perdita progressiva di memoria (a breve termine), apatia, depressione, comunicazione alterata, scarsa capacità di giudizio, cambiamenti comportamentali, disorientamento, confusione, progressivo peggioramento delle abilità fisiche e mentali. Per adesso l'eziologia della malattiaè in gran parte sconosciuta, e non c'è cura.


All'interno di un cervello sano, le cellule nervose secernono continuamente una proteina chiamata amiloide-beta (Aß) nel liquido cerebrospinale del cervello (CSF). La norma è che l'eccesso di Aß è riversato dal cervello e dal CSF nel sangue ed eliminato attraverso la barriera emato-encefalica. Nel cervello di Alzheimer, l'Aß è presente a livelli elevati e in forma aggregata. Queste cosiddette placche amiloidi sono uno dei tratti distintivi della malattia.


Esistono diversi tipi di barriera: quella studiata di più (nella ricerca di Alzheimer) è la barriera emato-encefalica (BBB), che ricopre i principali vasi sanguigni nel cervello. Una barriera meno nota è la barriera emato-liquido cerebrospinale (BCSFB), che riveste una piccola struttura a forma di cavolfiore (chiamata plesso coroideo) che sporge nei ventricoli cerebrali.


Recenti evidenze, risultanti soprattutto dalla ricerca su modelli animali, suggeriscono che il malfunzionamento del plesso coroideo ha un ruolo importante, se non essenziale, nella malattia neurodegenerativa e può avere gravi conseguenze per la normale funzione cerebrale.


Nello studio appena pubblicato su BMC Genomics, i ricercatori volevano capire se un malfunzionamento del plesso coroideo negli esseri umani ha un ruolo nell'Alzheimer. Inoltre, volevano scoprire la serie di eventi molecolari che hanno il potenziale di causare il malfunzionamento del plesso coroideo umano in questa malattia. In effetti, quest'ultima questione è particolarmente importante per la progettazione razionale di terapie molecolari o cellulari future.


Gli scienziati hanno isolato il plesso coroideo di donatori umani di cervello con Alzheimer (stadi Braak 5 o 6) e senza (fasi Braak 0 o 1). [ndt: Gli stadi/fasi Braak sono una classificazione del grado di patologia nell'Alzheimer e nel Parkinson].


Essi hanno confrontato questi campioni di plesso coroideo con il microscopio, con la colorazione delle proteine e a livello molecolare. E si sono chiesti: quali geni dell'intero DNA umano, presenti naturalmente in ogni cellula del plesso coroideo, sono espressi (usati) specificamente nel plesso coroideo sano e in quello malato? Tecnicamente, hanno usato alcune migliaia di cellule provenienti da ogni plesso coroideo e hanno visto l'espressione genica su micro-reti di 44.000 geni umani.


Sono emerse molte differenze molecolari tra plessi coroidei sani e quelli interessati dall'Alzheimer. Con tecniche avanzate di bioinformatica, hanno categorizzato questi geni espressi in modo differenziale nei percorsi molecolari rilevanti per l'Alzheimer.


Ad esempio, hanno scoperto che il gene Claudin 5 è meno espresso nei plessi coroidei interessati dall'Alzheimer, rispetto ai plessi coroidei sani. Poiché sappiamo che il Claudin 5 è il custode del trasporto paracellulare, i ricercatori hanno concluso che nell'Alzheimer la barriera BCSFB diventa più permeabile, se non addirittura perforata.


In sintesi lo studio ha scoperto che nell'Alzheimer:

  • c'è un cedimento del plesso coroideo umano;
  • sono compromesse varie funzioni normali della barriera BSCFB, compresa la produzione di CSF, l'eliminazione e il trasporto dell'Aß, e il funzionamento della barriera.


Lo studio ha fornito (in parte) lo sfondo molecolare di questi problemi e apre nuove strade per futuri modelli terapeutici razionali di questa malattia devastante.

 

 

 


Fonte: Atlas of Science (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Arthur A. Bergen, Sovann Kaing, Jacoline B. ten Brink, Theo G. Gorgels, Sarah F. Janssen and The Netherlands Brain Bank. Gene expression and functional annotation of human choroid plexus epithelium failure in Alzheimer’s disease.  BMC Genomics 2015, 16:956. doi:10.1186/s12864-015-2159-z

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.