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Farmaco sperimentale per AD ottiene risultati positivi, però sui topi

Il farmaco sperimentale J147 ha dimostrato di migliorare la salute dei vasi sanguigni, la funzione cognitiva del cervello e la forma fisica [nei topi]. Sarà sperimentato sull'uomo l'anno prossimo.


Gli scienziati hanno salutato i risultati come un "beneficio benvenuto", purchè il farmaco risulti sicuro. Per ora gli esperti hanno definito "promettenti" i risultati.


La Dott.ssa Chiara Walton, direttrice della ricerca all'Alzheimer's Society, ha dichiarato:

"Mancando di nuovi trattamenti di Alzheimer da più di un decennio, i nuovi approcci come questo, che considerano la malattia nel più ampio contesto dell'invecchiamento, possono far breccia nella nostra comprensione di questa complessa condizione.

"Questo farmaco sperimentale mostra effetti promettenti su molti dei processi biologici che sono implicati nell'Alzheimer. Questo significa che ha il potenziale per essere un trattamento efficace di Alzheimer. Implica anche che ci possono essere molti effetti collaterali. La sicurezza del farmaco dovrà essere stabilita prima che possa essere testato come trattamento di demenza nelle persone.

"La ricerca innovativa come questa è essenziale nella lotta contro la demenza, che è il motivo per cui l'Alzheimer's Society ha impegnato 100 milioni di sterline in nuove ricerche sulla demenza nei prossimi dieci anni".


Il dottor Antonio Currais del Salk Institute in California, che ha condotto la ricerca testando il farmaco sui topi, ha detto di aver visto "effetti positivi anti-invecchiamento sul sangue e sul sistema vascolare del cervello" e che il J147 ha "mostrato effetti benefici sulla salute globale. Non avevamo previsto questo tipo di effetto anti-invecchiamento, ma il J147 ha fatto sembrare dei topi vecchi come quelli giovani, in base ad una serie di parametri fisiologici".


Gli scienziati quindi all'inizio non si aspettavano che la terapia farmacologica J147 rallentasse l'orologio su aspetti chiave dell'invecchiamento negli animali che sono stati geneticamente modificati per sviluppare l'Alzheimer. Essi sperano ora che lo stesso sia valido per gli esseri umani, se saranno approvati i piani per testare ulteriormente il farmaco.


Secondo i ricercatori, l'approccio del J147 alla malattia è puntare il suo principale fattore di rischio: la vecchiaia. Negli esperimenti con test mnemonici, cognitivi e motori nei roditori (segnali importanti di età) quelli trattati con J147 avevano un minor numero di segni patologici dell'Alzheimer nel cervello.


È importante sottolineare che, a causa della grande quantità di dati raccolti sui tre gruppi di topi, è stato possibile dimostrare che molti aspetti dell'espressione genica e del metabolismo nei topi vecchi alimentati con J147 erano molto simili a quelli degli animali giovani.


Questi comprendevano marcatori dell'aumento del metabolismo energetico, di ridotta infiammazione cerebrale e di livelli ridotti di acidi grassi ossidati nel cervello. Il professor David Schubert, anch'egli dell'Istituto, ha detto che se si dimostrerà sicuro ed efficace per l'Alzheimer, l'effetto apparente anti-invecchiamento del J147 sarebbe una spinta per chi soffre.


Un portavoce di Age UK ha detto: "Ogni ricerca che aumenta la comprensione dell'invecchiamento cerebrale è preziosa. Perdere la nostra capacità di pensare può essere una delle più grandi paure che abbiamo a proposito dell'invecchiamento, e più invecchia la popolazione, più cresce il numero di persone affette da demenza".

 

 


Fonte: Anna Slater in Express.co.uk (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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