Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Livelli minori di biomarcatori e bassa istruzione associati a più declino cognitivo

Si stima che circa 36 milioni di persone hanno attualmente da demenza, con la prevalenza destinata a raddoppiare ogni 20 anni, secondo le premesse dell'articolo.

"Quindi i biomarcatori per identificare le persone anziane a rischio di sviluppare demenza potrebbero essere utili per la prevenzione precoce, se e quando tali interventi e cure saranno disponibili", scrivono gli autori. "Bassi livelli di plasma beta-amiloide 42 e 42/40 sono stati associati con la demenza, ma i risultati sono contrastanti e pochi hanno investigato il declino cognitivo tra gli anziani senza demenza."

Kristine Yaffe, MD, dell'University of California, San Francisco e del San Francisco Veterans Affairs Medical Center e i suoi colleghi hanno condotto uno studio per analizzare l'associazione tra i livelli di plasma beta-amiloide 42 e 42/40 e il declino cognitivo in un ampio gruppo di adulti anziani residenti in comunità senza demenza. Ha anche esaminato se l'entità di riserva cognitiva, secondo i livelli di istruzione e alfabetizzazione raggiunti, modifica l'associazione dei livelli plasmatici di beta-amiloide con il declino cognitivo.

L'analisi è stata fatta su 997 anziani, sia bianchi che di colore, residenti in case di cura che sono stati arruolati nello ABC Health Study, uno studio osservazionale prospettico iniziato nel 1997-1998 con 10 anni di analisi nel periodo 2006-2007. L'età media dei partecipanti era di 74 anni, 55,2 per cento (n = 550) erano di sesso femminile, e il 54 per cento (n = 538) erano di colore. Sono stati registrati i valori di beta-amiloide 42 e 42/40 e delle funzioni cognitive (via Modified Mini-Mental State Examination).

I ricercatori hanno scoperto che bassi livelli di beta-amiloide 42/40 sono associati con maggior declino cognitivo oltre i 9 anni. Dopo l'aggiustamento dei dati per vari fattori, i risultati sono rimasti statisticamente significativi. C'è anche una significativa associazione tra i livelli di plasma beta-amiloide 42 e il declino cognitivo. Non c'è stata associazione tra i livelli di plasma beta-amiloide 40 e la funzione cognitiva o il declino alla partenza.

Inoltre, i valori di riserva cognitiva hanno modificato l'associazione tra livello di beta-amiloide 42/40 e il declino cognitivo. Gli anziani con riserva bassa (meno di diploma di scuola superiore o alfabetizzazione di sesta elementare o inferiore) avevano una associazione ancora più grande con i livelli di beta-amiloide 42/40, mentre quelli con elevata riserva avevano meno legami.

"Questi risultati sono importanti, perchè la prevalenza di deficit cognitivo è in aumento esponenziale e la prevenzione sarà cruciale. Per identificare i soggetti a rischio di demenza, potrebbero essere utili i biomarcatori come il livello del plasma beta-amiloide, che sono relativamente facili da ottenere con esami di minima invasività. Inoltre, la nostra scoperta dell'interazione tra riserva conoscitiva e l'associazione dei livelli plasmatici di beta-amiloide e declino cognitivo, potrebbe essere importante per la salute pubblica perché può suggerire percorsi per modificare gli effetti del beta-amiloide sulle funzioni cognitive", per esempio sull'attività cognitiva o sull'istruzione in corso, scrivono gli autori.

"Studi futuri dovrebbero esaminare ulteriormente l'uso di plasma beta-amiloide come biomarcatore, valutare i meccanismi con cui la riserva cognitiva modifica questa associazione, e stabilire se l'aumento di riserva cognitiva attraverso interventi è in grado di ridurre il rischio di malattia di Alzheimer".

Via Alzheimer's Reading Room, 19 gennaio 2011

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)