Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rivelati segnali molto precoci in persone a rischio di Alzheimer

Un nuovo studio ha rivelato che le persone con un alto rischio conosciuto di Alzheimer sviluppano la funzione anormale del cervello anche prima della comparsa delle placche amiloidi, segni caratteristici della malattia.

I ricercatori della School of Medicine della Washington University di St. Louis hanno riferito che questi pazienti avevano una particolare forma di gene apolipoproteina E (APOE), chiamato apoE4. I risultati suggeriscono che la variante del gene influisce sulla funzione del cervello molto prima che il cervello cominci ad accumulare l'amiloide che porta alla demenza.

I ricercatori hanno identificato differenze funzionali nel cervello delle persone apoE4-positive e apoE4-negative. Il rosso indica una maggiore connettività tra le regioni a riposo mentre il blu mostra connettività diminuita. "Abbiamo esaminato un gruppo di strutture del cervello che costituiscono quella che viene chiamata la rete in modalità predefinita", ha detto l'autore principale Yvette I. Sheline. "In particolare, siamo interessati a una parte del cervello chiamata precuneus, che può essere importante nell'Alzheimer e nel pre-Alzheimer, perché è una delle prime regioni a sviluppare depositi di amiloide. Un altro fattore è che quando si guarda a tutte le connessioni strutturali e funzionali nel cervello, la struttura più collegata è il precuneus. Esso collega insieme molte altre strutture fondamentali del cervello".

Il gruppo di ricerca ha eseguito scansioni di risonanza magnetica funzionale su 100 persone la cui età media era di 62 anni. Poco meno della metà di loro possedeva la variante apoE4, che è un fattore di rischio genetico per l'insorgenza ritardata dell'Alzheimer. Precedenti scansioni PET dei soggetti sotto studio avevano dimostrato che essi non avevano depositi di amiloide nel cervello. L'amiloide è la proteina che forma le placche senili che punteggiano il cervello dei malati di Alzheimer e interferisce con le loro funzioni cognitive.

I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a test di puntura spinale che ha rivelato che avevano livelli normali di amiloide nel liquido cerebrospinale. "I loro cervelli erano 'puliti come un fischietto,'" ha detto Sheline, professore di psichiatria, di radiologia e di neurologia e direttore del Center for Depression, Stress and Neuroimaging alla Washington University. "Per quanto riguarda il loro carico di amiloide cerebrale e il loro livello del liquido cerebrospinale, questi individui erano del tutto normali. Ma le persone che avevano la variante apoE4 avevano differenze significative nel modo in cui le diverse regioni del cervello si collegano tra loro."

La squadra di Sheline si è concentrata sulla rete di modalità predefinita del cervello. In genere, la rete predefinita è attiva quando la mente riposa. La sua attività rallenta quando l'individuo si concentra. I soggetti non devono eseguire alcuna attività particolare per permettere ai ricercatori di studiare la rete in modalità predefinita. Essi semplicemente si rilassano nello scanner MRI e rifletteno o sognano ad occhi aperti, mentre la macchina misura i livelli di ossigeno e il flusso sanguigno nel cervello. "Ci assicuriamo solo che non si mettano a dormire", ha detto Sheline. "Ma a parte non dormire, i partecipanti allo studio non havevano altre istruzioni. Stavano lì a riposo, mentre noi guardavamo quello che stavano facendo i loro cervelli".

Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Neuroscience.

Via SiFi.com, 17 dicembre 2010

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.