Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Individuare le sfere di calcio presenti nella maculopatia permetterebbe di diagnosticare presto l'Alzhiemer

Le sfere di fosfato di calcio caratteristiche della maculopatia sono rivestite di amiloide-beta, che è collegata all'Alzheimer.

Individuare le sfere di calcio causa della maculopatia permetterebbe di dignosticare presto l'AlzhiemerSfere composte di calcio, di pochi micron (in viola), si trovano all'interno di depositi drusen (verde). Credit: Imre Lengyel

Una ricerca guidata dalla University College London ha implicato delle sfere microscopiche di fosfato di calcio nello sviluppo della degenerazione maculare legata all'età (AMD - Age-related Macular Degeneration), una delle cause principali di cecità.


L'AMD colpisce 1 persona su 5 oltre i 75 anni, provocando un peggioramento lento della vista, ma la causa della forma più comune della malattia rimane misteriosa (*). La possibilità di individuare presto la malattia e di arrestarne in modo affidabile la progressione potrebbe migliorare la vita di milioni di persone, ma questo semplicemente non è possibile con le conoscenze e le tecniche attuali.


L'ultima ricerca, pubblicata in Proceedings of the National Academy of Sciences, ha coinvolto delle piccole sfere di fosfato di calcio mineralizzato («idrossiapatite») nella progressione dell'AMD. Questo non solo offre una possibile spiegazione del modo in cui si sviluppa l'AMD, ma apre anche nuove vie per diagnosticare e curare la malattia.


L'AMD è caratterizzata principalmente da un accumulo di proteine ​​e grassi contenenti depositi chiamati «drusen» nella retina, che possono impedire ai nutrienti essenziali di raggiungere le cellule fotosensibili dell'occhio («fotorecettori»). I fotorecettori sono riciclati regolarmente dai processi cellulari, con la creazione di prodotti di scarto, ma i drusen possono intrappolare questa «spazzatura» dentro la retina, peggiorandone l'accumulo. Fino ad ora, nessuno ha capito come si formano i drusen e perchè crescono fino ad una misura clinicamente rilevante.


Il nuovo studio dimostra che le piccole idrossiapatite formate da calcio, che si trovano di solito nelle ossa e nei denti, potrebbero spiegare l'origine dei drusen. I ricercatori ritengono che queste sfere attirino proteine e grassi sulla loro superficie, e che si accumulano nel corso degli anni formando i drusen. Attraverso l'esame post-mortem di 30 occhi di donatori tra i 43 e i 96 anni, i ricercatori hanno usato dei coloranti fluorescenti per identificare le minuscole sfere con diametro di pochi micron (millesimi di millimetro).


"Abbiamo scoperto queste minuscole sfere cave all'interno di tutti gli occhi e di tutti i depositi che abbiamo esaminato, di donatori con e senza AMD", spiega il dottor Imre Lengyel, ricercatore Senior dell'Istituto di Oftalmologia della UCL e Honorary Research Fellow del Moorfields Eye Hospital, che ha condotto lo studio. "Gli occhi con un numero maggiore di queste sfere contenevano più drusen. Le sfere appaiono molto prima che i drusen diventino visibili all'esame clinico".

"La tecnica di marcatura fluorescente che abbiamo usato può identificare i primi segni di accumulo di drusen molto prima che diventino visibili con i metodi attuali. I coloranti che abbiamo usato dovrebbero essere compatibili con le macchine diagnostiche esistenti. Se potessimo sviluppare un modo sicuro per introdurre questi coloranti nell'occhio, potremmo far avanzare la diagnosi del'AMD di almeno un decennio e potremmo seguire la progressione iniziale in modo più preciso".


Alcune delle sfere minerali individuate nei campioni oculari erano rivestite di amiloide-beta, che è legata all'Alzheimer. Se si riuscirà a sviluppare una tecnica per identificare queste sfere per la diagnosi di AMD, si potrà anche aiutare la diagnosi precoce dell'Alzheimer.


Non è ancora chiaro se queste sfere sono una causa o un sintomo dell'AMD, ma il loro valore diagnostico è significativo in entrambi i casi. Poichè i drusen sono caratteristici dell'AMD, allora una strategia per prevenirne l'accumulo potrebbe impedire all'AMD di svilupparsi del tutto.


"Le sfere di calcio sono costituite dello stesso composto che dà la forza a denti ed ossa, quindi la rimozione può non essere un'opzione", spiega Lengyel. "Tuttavia, se potessimo raggiungere le sfere prima dell'accumulo di grasso e proteine, potremmo prevenirne l'ulteriore crescita. Questo può già essere fatto in laboratorio, ma è necessario molto più lavoro per raggiungere i pazienti".


"La nostra scoperta apre un nuova ed eccitante strada di ricerca scientifica sui potenziali strumenti diagnostici e terapie, ma questo è solo l'inizio di un lungo cammino", spiega Richard Thompson, il principale collaboratore internazionale dell'Università del Maryland negli Stati Uniti.

 

********
Il lavoro è stato finanziato dal Bill Brown Charitable Trust, dal Moorfields Eye Hospital, dal Mercer Fund from Fight for Sight, e dalla Bright Focus Foundation. La collaborazione internazionale guidata dalla UCL ha coinvolto i ricercatori della University of Maryland, dell'Imperial College di Londra, dell'Università di Tubinga, della George Mason University di Fairfax, e dell'Università di Chicago.

 

 

(*) Una minoranza (10%) dei casi sono di AMD «umida», che è causato dalla fuoriuscita dai vasi sanguigni e può a volte essere trattata con iniezioni oculari. La maggioranza (90%) dei casi sono di AMD «secco», la cui causa rimane un mistero e per la quale non esistono trattamenti affidabili.

 

 

 

 

 


Fonte: University College London via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Thompson et al. Identification of hydroxyapatite spherules provides new insight into subretinal pigment epithelial deposit formation in the aging eye. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2015 DOI: 10.1073/pnas.1413347112

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.