Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule cutanee umane riprogrammate direttamente in cellule cerebrali

Cellule cutanee umane riprogrammate direttamente in cellule cerebraliDa sinistra: Andrew Yoo, PhD, Michelle Richner, Matheus Victor (Foto: Daniel Abernathy)Degli scienziati hanno descritto un modo per convertire cellule della pelle umana direttamente in un tipo specifico di cellule cerebrali colpite dalla malattia di Huntington, una neurodegenerazione fatale.


A differenza di altre tecniche che trasformano un tipo di cellula in un altro, questo nuovo processo non passa attraverso una fase di cellule staminali, evitando la produzione di più tipi di cellule, secondo quanto riferiscono gli autori dello studio.


I ricercatori della Washington University di St. Louis hanno dimostrato che queste cellule convertite sopravvivono per almeno sei mesi dopo l’iniezione nel cervello di topi e si comportano in modo simile alle cellule native del cervello.


“Non solo queste cellule trapiantate sopravvivono nel cervello di topo, ma mostrano proprietà funzionali simili a quelle delle cellule native”, ha detto l’autore senior Andrew S. Yoo, PhD, assistente professore di biologia dello sviluppo. “Queste cellule sono note per estendere le loro proiezioni in alcune aree del cervello. E abbiamo scoperto che anche le cellule umane trapiantate si collegano a questi obiettivi distanti nel cervello di topo. Questa è una caratteristica di questo studio”. Il lavoro è apparso ieri 22 ottobre sulla rivista Neuron.


I ricercatori hanno prodotto un tipo specifico di cellule cerebrali chiamate «neuroni spinosi mediani» [medium spiny neurons], che sono importanti per il controllo del movimento. Sono le cellule primarie coinvolte nell'Huntington, una malattia genetica ereditaria che provoca movimenti muscolari involontari e declino cognitivo, in genere a partire dalla mezza età. I pazienti con questa condizione vivono circa 20 anni dopo l’insorgenza dei sintomi, che peggiorano costantemente nel tempo.


La ricerca ha coinvolto cellule adulte umane della pelle, piuttosto che le cellule di topo solitamente più studiate o anche le cellule umane, in una fase precoce dello sviluppo. Per quanto riguarda eventuali terapie future, la possibilità di convertire le cellule umane adulte ci dà la possibilità di usare cellule della pelle del paziente, che sono facilmente accessibili e non saranno respinte dal sistema immunitario.


Per riprogrammare queste cellule, Yoo ed i suoi colleghi hanno messo le cellule della pelle in un ambiente che imita da vicino l’ambiente delle cellule cerebrali. Sapevano da lavori precedenti che, con un'esposizione a due piccole molecole di RNA (un cugino chimico prossimo del DNA), le cellule della pelle si sarebbero trasformate in un mix di diversi tipi di neuroni.


In una cellula della pelle, le istruzioni del DNA per diventare una cellula cerebrale, o qualsiasi altro tipo di cellula, sono ben conservate e inutilizzate. In una ricerca precedente pubblicata su Nature, Yoo ed i suoi colleghi avevano dimostrato che l’esposizione a due microRNA, chiamate miR-9 e miR-124, modifica il meccanismo che governa il confezionamento del DNA. Anche se i ricercatori non hanno ancora svelato i dettagli di questo processo complesso, queste microRNA sembrano aprire le sezioni ben imballate del DNA importante per le cellule cerebrali, consentendo l’espressione di geni che regolano lo sviluppo e la funzione dei neuroni.


Sapendo che anche solo l’esposizione a queste microRNA potrebbe cambiare le cellule della pelle in un mix di neuroni, i ricercatori hanno quindi iniziato a mettere a punto i segnali chimici, esponendo le cellule a molecole aggiuntive chiamate «fattori di trascrizione» che essi sapevano presenti nella parte del cervello in cui sono comuni i neuroni spinosi mediani.


“Pensiamo che le microRNA stiano realmente facendo il lavoro pesante”, ha detto Matheus B. Victor, studente laureato in neuroscienze e uno dei primi autori. “Preparano le cellule della pelle per diventare neuroni. I fattori di trascrizione che aggiungiamo poi guidano le cellule della pelle a diventare un sottotipo specifico, in questo caso i neuroni spinosi mediani. Pensiamo di poter produrre diversi tipi di neuroni scambiando diversi fattori di trascrizione”.


Cellule cutanee umane riprogrammate direttamente in cellule cerebraliCellule della pelle umana (in alto) possono essere convertite in neuroni spinosi mediani (in basso) esponendole ad una giusta combinazione di microRNA e fattori di trascrizione, in base al lavoro del team di ricerca di Andrew Yoo. (Fonte: Laboratorio Yoo)Yoo ha anche spiegato che le microRNA, ma non i fattori di trascrizione, sono componenti importanti per riprogrammare in generale le cellule della pelle umana direttamente in neuroni. Il suo team, che comprende l’altro primo autore Michelle C. Richner, tecnico senior di ricerca, ha dimostrato che, quando le cellule della pelle sono esposte solo ai fattori di trascrizione, e non anche alle microRNA, non avviene la trasformazione in neuroni.


I ricercatori hanno effettuato test approfonditi per dimostrare che queste cellule del cervello neo-convertite sembrano effettivamente, e si comportano come, neuroni spinosi mediani nativi. Le cellule trasformate esprimono geni specifici dei neuroni spinosi mediani umani nativi e non esprimono geni di altri tipi di neuroni. Quando sono trapiantate nel cervello di topo, le cellule convertite mostrano proprietà morfologiche e funzionali simili ai neuroni nativi.


Per studiare le proprietà cellulari associate alla malattia, gli investigatori ora stanno prendendo le cellule della pelle di pazienti affetti da Huntington e le riprogrammano in neuroni spinosi mediani usando il metodo descritto nella nuova ricerca. Essi prevedono inoltre di iniettare le cellule umane sane riprogrammate in topi con un modello dell'Huntington, per vedere se questo ha qualche effetto sui sintomi.

 

*******
Questo lavoro è stato supportato dal National Science Foundation Graduate Research Fellowship, dalla Cognitive, Computational and Systems Neuroscience Pathway, dal National Institutes of Health, dalla Mallinckrodt Jr. Foundation, dalla Ellison Medical Foundation, e da un Presidential Early Career Award for Scientists and Engineers.

 

 

 

 

 


Fonte:  Julia Evangelou Strait in Washington University in St. Louis  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Victor MB, Richner M, Hermanstyne TO, Ransdell JL, Sobieski C, Deng PY, Klyachko VA, Nerbonne JM, Yoo AS. Generation of human striatal neurons by microRNA-dependent direct conversion of fibroblasts. Neuron, October 2014

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.