Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Declino delle funzioni quotidiane con l'Alzheimer dipende da una ridotta attività cerebrale

Il declino nel funzionamento quotidiano nell'Alzheimer è legato alle alterazioni dell'attività in alcune regioni del cervello, secondo uno studio pubblicato nel numero di agosto 2014 del Journal of Alzheimer.


Il deterioramento delle attività strumentali della vita quotidiana (l'impossibilità di assolvere le attività quotidiane di alto livello, come la gestione delle finanze, ricordare gli appuntamenti e quando prendere i farmaci, e guidare) si nota all'inizio quando una persona ha un decadimento cognitivo lieve, che può poi progredire alla demenza di Alzheimer.


La menomazione della capacità di svolgere le attività quotidiane è stata associata ai cambiamenti nell'attività cerebrale misurati dall'uso di energia (o metabolismo degli zuccheri) con una scansione nucleare chiamata tomografia ad emissione di positroni (PET) del glucosio 18F-Flourodeoxy (FDG).


Per indagare ulteriormente sul rapporto tra le attività strumentali della vita quotidiana e l'attività cerebrale (metabolismo FDG), un team guidato da ricercatori del Brigham and Women Hospital (BWH) ha analizzato i dati del database «Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative», uno studio multicentrico al quale il BWH ha collaborato per quasi 10 anni.


Essi hanno esaminato i dati di 104 anziani clinicamente normali, di 203 partecipanti con decadimento cognitivo lieve, e di 95 partecipanti con demenza lieve causata dall'Alzheimer. I partecipanti hanno avuto una scansione PET al basale per determinare l'attività del cervello e sono stati sottoposti a valutazione clinica ogni 6 e 12 mesi per un massimo di tre anni. I partner dei partecipanti allo studio (familiari o amici che li conoscevano bene) hanno anche compilato questionari sulle attività della vita quotidiana dei partecipanti.


I ricercatori hanno scoperto che una diminuzione di attività nelle aree frontali del cervello, responsabili dell'elaborazione cognitiva e del processo decisionale, e nelle aree temporali e parietali (posteriore) profonde del cervello, legate alla memoria, è associata ad una maggiore compromissione delle attività strumentali della vita quotidiana, inizialmente e nel tempo.


"Il deterioramento delle attività della vita quotidiana è uno dei pesi principali dei pazienti di Alzheimer, come pure dei caregiver", ha detto Gad Marshall, MD, del «Center for Alzheimer Research and Treatment» del BWH, assistente professore di Neurologia alla Harvard Medical School, e autore senior dello studio. "Pertanto, rilevare presto questi importanti deficit, prima dell'insorgenza della demenza, insieme a una migliore comprensione di come si legano ai cambiamenti nel cervello, può portare a progettare con più efficacia gli studi clinici che si concentrano sui risultati vitali centrati sul paziente. Ciò a sua volta può alla fine portare a migliori cure prescritte ai pazienti nelle fasi iniziali dell'Alzheimer, prima che vengano derubati delle loro facoltà e autonomia".


Secondo il National Institute on Aging dei National Institutes of Health, ben cinque milioni di over-65 negli Stati Uniti hanno la demenza dovuta all'Alzheimer. Poichè continua il rapido invecchiamento della popolazione, si prevede che il numero di coloro che svilupperanno la malattia aumenterà in modo significativo, con il numero di persone affette da demenza dovuta ad Alzheimer che raddoppia per ogni intervallo di cinque anni oltre i 65.

 

********
Questa ricerca è stata sostenuta dal National Institutes of Health, dal Massachusetts Alzheimer's Disease Research Center, dall'Harvard Aging Brain Study, e dell'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative.

 

 

 

 

 


Fonte:  Brigham and Women's Hospital via EurekAlert (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Gad Marshall et al. Regional Fluorodeoxyglucose Metabolism and Instrumental Activities of Daily Living across the Alzheimer's Disease Spectrum. Journal of Alzheimer's Disease, August 2014 DOI: 10.3233/JAD-131796

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)