Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La memoria è un processo dinamico e interattivo

Una ricerca presentata da Morris Moscovitch, del Rotman Research Institute dell'Università di Toronto, dimostra che la memoria è più dinamica e mutevole di quanto si pensasse.


I risultati del Dr. Moscovich rivelano che interazioni importanti tra l'ippocampo e la neocorteccia (due regioni del cervello) hanno ruoli diversi e complementari nel ricordare luoghi ed eventi.


Questi risultati evidenziano che esistono diverse forme di memoria nel cervello, e che sono codificate in parti diverse, ma interagenti, del cervello. Il Dr. Moscovitch propone una teoria innovativa per spiegare queste interazioni, che migliora la nostra comprensione di ciò che ricordiamo, e potrebbe essere utile per il trattamento e la gestione delle persone con disturbi della memoria.


I risultati del suo studio sono stati presentati all'8° Meeting annuale della Canadian Association for Neuroscience tenutosi a Montreal in Canada dal 25 al 28 maggio 2014.


Studiando come gli esseri umani ricordano eventi e luoghi a breve e a lungo termine, e come i roditori ricordano e girano tra ambienti familiari e sconosciuti, il dottor Moscovitch ed altri hanno evidenziato le differenze tra quella che chiamano «memoria episodica», che è una forma di memoria ricca di dettagli contestuali, in carico ad una regione del cervello chiamata ippocampo, e un'altra forma di memoria, la «memoria semantica», basata principalmente sulla neocorteccia, e che è una memoria più generale, che registra il senso della memoria episodica iniziale.


Studi condotti su animali ed esseri umani hanno dimostrato che l'ippocampo, un'area che si trova in profondità nel cervello, ha un ruolo centrale nella memoria episodica recente e remota. I pazienti con perdita dell'ippocampo, tra cui i famosi Henry Molaison (il paziente HM) e Kent Cochrane (il paziente KC), hanno dimostrato di essere incapaci di produrre nuovi ricordi, ma mantengono la capacità di ricordare eventi precedenti, in modo schematico e generale.


Il Dr. Moscovitch, indagando sul modo in cui i ricordi ricchi e recenti sono spesso convertiti in ricordi più schematici e remoti, ha elaborato una teoria che ha definito «teoria tracce multiple/trasformazione». Secondo questa teoria, ogni volta che viene recuperato un ricordo episodico, viene automaticamente ri-codificato dall'ippocampo insieme al nuovo contesto in cui si verifica il recupero. Nel corso del tempo, e con ogni recupero, si accumulano più tracce di memoria; la neocorteccia estrae somiglianze di queste tracce per formare un ricordo generalizzato, la memoria semantica.


Con questo processo, la memoria si trasforma nel tempo, da un ricordo ricco di contesto, residente principalmente nell'ippocampo, in un ricordo più generale, la registrazione degli elementi essenziali del ricordo, che cattura l'essenza della memoria episodica iniziale.


Il Dr. Moscovitch ha presentato i risultati che dimostrano che gli stessi processi si applicano alla memoria sui luoghi e sull'ambiente. Inizialmente dipendenti dall'ippocampo, anch'essi sono trasformati, e diventano ricordi schematici che possono essere recuperati senza il coinvolgimento dell'ippocampo. Poichè si pensava in precedenza che l'ippocampo sia sempre coinvolto nel ricordare i luoghi, questa scoperta getta nuova luce sulle diverse forme di memoria che esistono.


"Le rappresentazioni spaziali forniscono il quadro in cui si svolgono gli eventi, in modo in cui essi interagiscano tra loro per formare ricordi episodici ricchi, che hanno sia elementi spaziali che di eventi", dice il Dott. Moscovitch. "La memoria degli eventi è facilitata se avvengono in luoghi familiari, piuttosto che sconosciuti. Questi risultati potrebbero essere usati per migliorare i problemi di memoria degli anziani, e delle persone affette da demenza, che devono lasciare la loro casa e trasferirsi in nuovi quartieri abitativi".

 

 

 

 

 


FonteCanadian Association for Neuroscience  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.