Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pensiero strategico rafforza la capacità intellettuale

L'allenamento cognitivo strategico può potenzialmente migliorare le prestazioni cognitive e diffondersi ai benefici nella vita reale, secondo un articolo prospettico del Center for BrainHealth dell'Università del Texas di Dallas, pubblicato sulla rivista Frontiers in Systems Neuroscience.


La ricerca prospettica evidenzia i cambiamenti cognitivi, neurali e della vita reale misurati in studi clinici randomizzati che hanno confrontato un programma di allenamento alla strategia centrata sul ragionamento, con l'allenamento della memoria in gruppi che vanno dagli adolescenti agli anziani sani, alle persone con lesioni cerebrali, a quelle a rischio di Alzheimer.


"Il nostro cervello è cablato per l'ispirazione", ha detto il Dott. Sandra Bond Chapman, fondatrice e direttrice del Center for BrainHeath e docente «Dee Wyly» all'Università del Texas di Dallas. "Una delle differenze principali rilevate nei nostri studi rispetto ad altre ricerche interventistiche, volte a migliorare le capacità cognitive, è che non ci siamo concentrati su specifiche funzioni cognitive come la velocità di elaborazione, la memoria, o l'apprendimento di nuove abilità isolate. Al contrario il programma di formazione sull'essenza del ragionamento ha incoraggiato l'uso di un insieme comune di strategie di pensiero multi-dimensionali per sintetizzare le informazioni ed eliminare le abitudini tossiche che compromettono le prestazioni efficienti del cervello".


L'allenamento in tutti gli studi è stato breve, da 8 a 12 sedute su 1 o 2 mesi, in periodi di 45-60 minuti. Il protocollo è concentrato su tre strategie cognitive: attenzione strategica, ragionamento integrato e innovazione. Queste strategie sono di natura gerarchica e trovano ampia applicazione nella maggior parte delle attività mentali complesse della vita quotidiana.


A livello di base, i partecipanti alla ricerca sono stati incoraggiati a filtrare le informazioni concorrenti che sono irrilevanti e a concentrarsi solo sulle informazioni importanti. A livelli più avanzati, i partecipanti sono stati istruiti a trarre interpretazioni, temi o affermazioni generalizzate dalle informazioni che volevano o dovevano leggere, per esempio. Ogni strategia si basava su quelle precedenti e i partecipanti alla ricerca erano sfidati ad integrare tutte le fasi nell'affrontare le attività mentali, sia all'interno che all'esterno della formazione.


"Sono stati documentati miglioramenti cognitivi in settori qualificati come astrazione, ragionamento, innovazione", ha detto la Chapman. "E vantaggi si sono riversati anche su aree non addestrate come la memoria dei fatti, la pianificazione e la capacità di risolvere i problemi. Quello che è interessante in questo lavoro è che negli studi randomizzati che confrontavano l'allenamento alla sostanza del ragionamento, con l'allenamento della memoria, abbiamo scoperto che non è l'apprendimento di nuove informazioni ad impegnare delle reti cerebrali diffuse ed una elevata prestazione cognitiva, ma piuttosto è l'elaborazione più intensa delle informazioni e l'uso di tali informazioni in modi nuovi ad incrementare le prestazioni del cervello. Rafforzare la capacità intellettuale non è più fantascienza; quello che sembrava improbabile un tempo, fa ora parte del regno della realtà".


I cambiamenti fisici positivi all'interno del cervello e il miglioramento cognitivo in tutti i gruppi di studio, in risposta all'allenamento mentale strategico, dimostrano il potenziale neuro-rigenerativo del cervello. "La capacità di riconoscere, sintetizzare e creare l'essenza di idee e problemi complessi da risolvere sono competenze fondamentali per il successo scolastico, professionale e nella vita reale", secondo la Chapman. "La capacità di migliorare la conoscenza e le reti neurali complesse in termini di salute, dopo un infortunio o una diagnosi di malattia, avrà importanti implicazioni per prevenire, diagnosticare e trattare il declino cognitivo e migliorare la prestazione cognitiva nei giovani, per prepararli ad un futuro sconosciuto, e in mezza età per gli anziani che vogliono rimanere mentalmente forti".

 

 

 

 

 


FonteCenter for BrainHealth  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sandra B. Chapman, Raksha A. Mudar. Enhancement of cognitive and neural functions through complex reasoning training: evidence from normal and clinical populations. Frontiers in Systems Neuroscience, 2014; 8 DOI: 10.3389/fnsys.2014.00069

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)