Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il naso: un esploratore collegato alla memoria

Quando ero bambino mi sedevo nella bottega di mio nonno, giocando con i trucioli di legno. Il legno appena raschiato ha un odore di felicità dell'infanzia, e ogni volta che ricevo un soffio di quel profumo il mio cervello evoca immediatamente immagini di mio nonno al suo banco di lavoro, il calore del camino e il cane accanto ad esso.


I ricercatori del Kavli Institute for Systems Neuroscience hanno recentemente scoperto il processo alla base di questo fenomeno. Il cervello, si scopre, connette gli odori ai ricordi attraverso un processo associativo in cui le reti neurali sono collegate attraverso onde cerebrali sincronizzate di 20-40 Hz.


"Sappiamo tutti che l'odore è collegato ai ricordi", spiega Kei Igarashi l'autore principale. Sappiamo che i neuroni in diverse regioni il cervello devono oscillare in sincronia perchè queste regioni possano parlarsi efficacemente tra loro. Eppure, il rapporto tra accoppiamento inter-regione e la formazione di tracce di memoria è rimasto finora poco conosciuto. Così abbiamo progettato un compito per indagare come la rappresentazione dell'odore di un posto si è evoluta nella regione entorinale e nell'ippocampo, per capire se l'apprendimento dipende dall'accoppiamento delle reti oscillatorie.

 

L'dore guida nel labirinto

I ricercatori hanno progettato un labirinto per topi, in cui un ratto poteva vedere un buco e ficcarci dentro il naso. Quando lo metteva nel foro, il ratto poteva percepire uno tra due odori alternativi. Un odore diceva al ratto che poteva trovare il cibo nella tazza a sinistra dietro di lui. L'altro odore diceva che c'era cibo nella tazza a destra. Il ratto avrebbe presto capito dall'odore dov'era la ricompensa. Dopo tre settimane di allenamento, i ratti hanno scelto correttamente per oltre l'85% dei casi.


Per vedere cosa succede all'interno del cervello durante l'acquisizione, sono stati inseriti nell'ippocampo e in diverse aree della corteccia entorinale 16-20 coppie di elettrodi. Dopo che l'associazione tra odore e posto era ben fissata, i ricercatori hanno esaminato un modello di attività delle onde cerebrali (il segnale elettrico da un gran numero di neuroni) durante il recupero.

 

Può essere rilevante perché:

C'è una connessione conclamata tra odorato e Alzheimer, che deriva dal risiedere (odorato) o dal danneggiare (Alzheimer) la stessa area dell'ippocampo.


Il venir meno dell'odorato è un indicatore precoce di una possibile presenza di patologia di Alzheimer.

L'attività cerebrale coerente evolve con l'apprendimento

Subito dopo che il ratto percepisce l'odore c'è un'esplosione di attività delle onde a 20-40 Hz in una specifica connessione tra una zona della corteccia entorinale, della corteccia entorinale laterale (LEC), e un'area nell'ippocampo, la CA1 distale (DCA1), mentre una risposta così forte non è osservata in altre connessioni, spiega Igarashi.


Questa coerenza delle attività a 20-40 Hz nel LEC e nel DCA1 si evolve in parallelo con l'apprendimento, mentre c'è poca coerenza tra queste aree prima dell'inizio dell'allenamento. Nel momento in cui era terminato il periodo di apprendimento, le cellule erano agganciate alla fase di oscillazione e una gran parte delle cellule rispondeva specificamente a una o all'altra delle coppie odore-traccia.

 

Comunicazione a lunga distanza nel cervello mediata dalle onde

Questa non è la prima volta che osserviamo che il cervello utilizza una attività delle onde sincronizzata per stabilire connessioni di rete, dice Edvard Moser, direttore del Kavli Institute for Systems Neuroscience. Sia durante la codifica che il recupero dei ricordi dichiarativi c'è una interazione tra queste aree mediate dalle oscillazioni gamma e theta.


Tuttavia, questo è il primo studio a correlare lo sviluppo di una specifica banda di oscillazioni alle prestazioni della memoria nell'ippocampo. Nell'insieme si stanno accumulando prove che puntano alle oscillazioni corticali come a un meccanismo generale per mediare le interazioni tra i neuroni funzionalmente specializzati nei circuiti cerebrali distribuiti.


Quindi ecco qui: i segnali provenienti dal naso si traducono in, e si connettono ai, ricordi in una sinfonia orchestrata di segnali nella nostra testa. Ognuno di questi ricordi si connette a un luogo, individuato sulla mappa interiore. Così, quando si sente un'ondata di reminiscenza innescata da un profumo, pensiamo a come le onde hanno creato inizialmente questa connessione.

 

 

 

 

 


FonteNorwegian University of Science and Technology  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Kei M. Igarashi, Li Lu, Laura L. Colgin, May-Britt Moser, Edvard I. Moser. Coordination of entorhinal–hippocampal ensemble activity during associative learning. Nature, 2014; DOI: 10.1038/nature13162

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.