Avere un cuore sano in gioventù può aumentare la probabilità di rimanere mentalmente forti in mezza età, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Circulation della American Heart Association.
In uno studio durato 25 anni su 3.381 persone, da 18 a 30 anni di età, coloro che avevano pressione arteriosa, glicemia e colesterolo leggermente più alti rispetto alla linee guida raccomandate dell'Associazione, hanno avuto punteggi più bassi nei test sulla funzionalità cognitiva tra i 40 ed i 60 anni.
I punteggi standardizzati su tre test cognitivi erano tra 0,06 e 0,30 punti inferiori in media, per ogni aumento di deviazione standard nell'esposizione cumulativa a questi fattori di rischio, numeri che i ricercatori considerano significativi per questa fascia di età. La deviazione standard è l'entità di variazione rispetto alla media.
"E' incredibile che dei rischi cardiovascolari lievemente elevati da giovani adulti, siano importanti per la salute del cervello più tardi nella vita", ha detto Kristine Yaffe, MD, autore dello studio e neuropsichiatra, epidemiologo e professore alla University of California di San Francisco. "Non stiamo parlando di problemi di vecchiaia, ma di problemi dell'intero arco della vita".
Questo è uno dei primi studi approfonditi a lungo termine ad esaminare gli effetti di fattori di rischio cruciali per le malattie cardiache e l'ictus sulla funzione cognitiva in questa fascia di età. Ricerche precedenti avevano mostrato effetti simili della salute cardiovascolare di mezza età e vecchiaia sulla capacità intellettiva nella terza età.
La ricerca faceva parte dello studio continuo multicentrico «Coronary Artery Risk Development in Young Adults» (CARDIA), ai cui partecipanti viene controllato ogni 2-5 anni la pressione sanguigna, il livello di zucchero nel sangue a digiuno e il colesterolo. I ricercatori hanno analizzato la salute cardiovascolare cumulativa di ogni persona per 25 anni.
L'American Heart Association definisce «salute cardiovascolare ideale» una pressione sistolica <120 mmHg, una pressione diastolica <80 mmHg, una glicemia <100 mg/dL e un colesterolo <200 mg/dL. Alla fine dello studio, i partecipanti sono stati sottoposti a tre test per la misurazione della memoria, della velocità di pensiero e della flessibilità mentale.
Pressione arteriosa, glicemia e colesterolo elevati sono i tre principali fattori di rischio per l'aterosclerosi, il lento restringimento delle arterie causate da un accumulo di placca nelle pareti delle arterie che portano al cervello e al cuore. Secondo la Yaffe, il restringimento delle arterie che portano al cervello, e che sono all'interno di esso, è la spiegazione più probabile del collegamento tra la salute cardiovascolare e la funzione cognitiva: "Il nostro studio è carico di speranze, perché ci dice che forse potremmo influire sui rischi di Alzheimer e altre forme di demenza, sottolineando l'importanza del controllo dei fattori di rischio nei giovani".
Hanno collaborato Eric Vittinghoff, PhD, Mark Pletcher, MD, MPH, Tina Hoang, MSPH, Lenore Launer, PhD, Rachel Whitmer, PhD, Laura Coker, PhD, e Stephen Sidney, MD. Le informazioni sui conflitti finanziari degli autori sono sul manoscritto. Lo studio è stato in parte finanziato dal National Heart, Lung, and Blood Institute e dal Kaiser Foundation Research Institute.
Fonte: American Heart Association (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: K. Yaffe, E. Vittinghoff, M. J. Pletcher, T. Hoang, L. Launer, R. Whitmer, L. H. Coker, S. Sidney. Early Adult to Mid-Life Cardiovascular Risk Factors and Cognitive Function. Circulation, 2014; DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.113.004798
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