Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Che cosa ci rende umani? Unica area del cervello collegata a poteri cognitivi superiori

I ricercatori dell'Università di Oxford hanno individuato una zona del cervello umano che appare diversa da qualsiasi altra del cervello di alcuni dei nostri parenti più stretti.


L'area del cervello individuata è nota per essere intimamente coinvolta in alcuni dei processi decisionali e di pianificazione più avanzati che noi riteniamo specificamente umani.


"Noi tendiamo a pensare che essere in grado di pianificare il futuro, essere flessibili nel nostro approccio e imparare dagli altri sono cose particolarmente di effetto negli esseri umani. Abbiamo individuato una zona del cervello che sembra essere unicamente umana e può avere a che fare con questi poteri cognitivi", dice il professor Matthew Rushworth, ricercatore senior del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell'Università di Oxford.


E' stata effettuata la scansione MRI a 25 volontari adulti per identificare i componenti principali nella zona della corteccia frontale ventrolaterale del cervello umano, e capire come questi componenti sono collegati ad altre aree del cervello. I risultati sono stati poi confrontati con i dati MRI equivalenti provenienti da 25 macachi.


Questa area della corteccia ventrolaterale frontale del cervello è coinvolta in molti degli aspetti più alti della cognizione e del linguaggio, ed è presente solo negli esseri umani ed in altri primati. Alcune parti sono implicate in patologie psichiatriche come l'ADHD, la tossicodipendenza o i disturbi del comportamento compulsivo. Il linguaggio è interessato quando altre parti sono danneggiate dopo un ictus o malattie neurodegenerative. Una migliore comprensione delle connessioni e delle reti neurali coinvolte dovrebbe aiutare la comprensione dei cambiamenti nel cervello che accompagnano queste condizioni.


I ricercatori dell'Università di Oxford riferiscono questi risultati sulla rivista scientifica Neuron e sono stati finanziati dal Medical Research Council del Regno Unito. Il Professor Rushworth spiega: "Il cervello è un mosaico di aree interconnesse. Volevamo analizzare questa importante regione della parte frontale del cervello e vedere quante tessere ci sono e dove sono collocate. Abbiamo anche esaminato le connessioni di ogni piastrella - come sono collegate al resto del cervello - poichè sono queste le connessioni che determinano le informazioni che possono raggiungere tale componente e l'influenza che questa parte può avere su altre regioni del cervello".


Con i dati MRI i ricercatori sono riusciti a dividere la corteccia ventrolaterale frontale umana in 12 aree che sono coerenti in tutti gli individui. "Ognuna di queste 12 aree ha il proprio schema di collegamenti con il resto del cervello, una sorta di «impronta digitale neurale», che ci dice che sta facendo qualcosa di unico", dice il professor Rushworth.


I ricercatori hanno quindi confrontato le 12 aree di quella regione del cervello umano con l'organizzazione della corteccia prefrontale della scimmia. In generale, sono molto simili, e 11 delle 12 aree sono presenti in entrambe le specie e sono collegate ad altre aree del cervello in modo molto simile. Tuttavia, una zona della corteccia ventro-laterale frontale umana non aveva alcun equivalente nel macaco: una zona chiamata «polo frontale laterale della corteccia prefrontale».


"Abbiamo stabilito che una zona nella corteccia frontale umana non sembra avere del tutto un equivalente nella scimmia", dice il primo autore Franz-Xaver Neubert dell'Università di Oxford. "Questa zona è stata individuata come deputata alla pianificazione strategica e al processo decisionale, così come al «multi-tasking»".


Il gruppo di ricerca di Oxford ha inoltre rilevato che le parti uditive del cervello sono molto ben collegate con la corteccia prefrontale umana, ma molto meno nel macaco. I ricercatori suggeriscono che questo potrebbe essere fondamentale per la nostra capacità di comprendere e generare il linguaggio.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Oxford.

Riferimenti:  Franz-Xaver Neubert, Rogier B. Mars, Adam G. Thomas, Jerome Sallet, Matthew F.S. Rushworth. Comparison of Human Ventral Frontal Cortex Areas for Cognitive Control and Language with Areas in Monkey Frontal Cortex. Neuron, 2014; 81 (3): 700 DOI: 10.1016/j.neuron.2013.11.012

Pubblicato in ox.ac.uk (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.