Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Individuati nuovi obiettivi genetici in pazienti di Alzheimer

Scienziati dell'Istituto di Ricerca della New York Stem Cell Foundation (NYSCF), in collaborazione con gli scienziati della Scuola di Medicina Icahn del Mount Sinai (ISMMS), hanno generato con successo un modello di cellule staminali dell'Alzheimer familiare (FAD).


Usando questo modello di cellule staminali, i ricercatori hanno identificato 14 geni che possono essere implicati nella malattia e uno di questi in particolare che dimostra l'importanza dell'infiammazione nel cervello dei pazienti di Alzheimer.


In questo studio, pubblicato ieri su PLoS ONE, il team di scienziati ha prodotto cellule staminali e cellule precursori neurali (NPC), che rappresentano le prime cellule progenitrici neurali, che costruiscono il cervello, da pazienti con AD grave ad insorgenza precoce e con mutazioni nel gene Presenilin 1 (PSEN1).


Queste NPC hanno elevati rapporti tra Abeta42 e Abeta40, indicando una quantità maggiore della forma di amiloide presente nel cervello dei malati di Alzheimer. Questi livelli sono superiori a quelli delle cellule adulte che non hanno la mutazione PSEN1. Il rapporto elevato dimostra che queste NPC coltivate nella capsula di Petri riflettono con precisione le cellule nel cervello dei pazienti FAD. "La nostra capacità di riprodurre con precisione la malattia nella capsula di Petri è un passo avanti importante per questa malattia. Questi geni ci forniscono nuovi obiettivi per contribuire a chiarire la causa di forme sporadiche della malattia e ci danno obiettivi per la scoperta di nuovi farmaci", ha detto Susan L. Solomon, Amministratore Delegato della New York Stem Cell Foundation.


"Il profilo di espressione genica delle cellule staminali dell'Alzheimer familiare di Noggle punta all'infiammazione, cosa particolarmente interessante perché di solito l'infiammazione non viene associata a questo particolare gene di Alzheimer. Le maggiori innovazioni arrivano con "incognite sconosciute", cioè cose che non conosciamo ora e che non avremmo mai scoperto attraverso la logica standard", ha detto Sam Gandy, MD, PhD, Professore di Neurologia e Psichiatria e Direttore del Centro della Salute Cognitiva alla Scuola Icahn di Medicina del Mount Sinai e co-autore dello studio. Gandy è anche direttore associato dell'Alzheimer Disease Research Center del Mount Sinai, designato dal NIH.


I ricercatori hanno generato cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), da individui affetti e non affetti di due famiglie con mutazioni PSEN1. Dopo la caratterizzazione approfondita delle NPC attraverso profili di espressione genica e altri metodi, hanno identificato quattordici geni che si comportano in modo diverso nelle NPC con PSEN1 rispetto a quelle degli individui senza la mutazione. Cinque di questi obiettivi hanno anche mostrato una espressione differenziale nel cervello di pazienti di Alzheimer ad insorgenza tardiva. Pertanto, nel modello cellulare di IPS con PSEN1, i ricercatori hanno ricostituito una caratteristica essenziale nello sviluppo molecolare dell'Alzheimer familiare.


Sebbene la maggior parte dei casi di Alzheimer siano ad insorgenza tardiva e probabilmente il risultato di una miscela tra predisposizione genetica e fattori ambientali, ci sono forme genetiche della malattia che colpiscono i pazienti in età molto precoce. Le mutazioni PSEN1 causano la forma più comune dell'Alzheimer familiare ereditario e sono penetranti al cento per cento, con il risultato che tutti gli individui con questa mutazione acquisiscono la malattia.


L'identificazione dei geni che si comportano in modo diverso nei pazienti con la mutazione fornisce nuovi obiettivi per approfondire e comprendere meglio i relativi effetti sullo sviluppo dell'Alzheimer. Uno di questi geni, il NLRP2, è di norma ritenuto un gene infiammatorio.  "Il fatto che il gene NLRP2 sia sovra-regolato in queste cellule è interessante perché i geni infiammatori sono da tempo implicati nelle forme sporadiche ad esordio tardivo della malattia. L'importanza è ancora sconosciuta, ma queste cellule possono fornire una piattaforma per capire la funzione di questo gene così come degli altri che contribuiscono all'Alzheimer", ha detto Scott Noggle, PhD, ricercatore principale NYSCF/Charles Evans di Alzheimer, direttore del laboratorio della New York Stem Cell Foundation (NYSCF) ed autore senior dello studio.


Anche se altri gruppi hanno recentemente generato modelli di cellule iPS umane di Alzheimer, con studi focalizzati principalmente sui neuroni dell'Alzheimer familiare, nessuno di questi studi ha chiarito se ci sono delle differenze tra l'Alzheimer e le cellule progenitrici neurali di controllo prima della differenziazione neuronale. Studiare le cellule progenitrici neurali può anche rivelare dei componenti di sviluppo dell'Alzheimer familiare, e sono più omogenee rispetto alla grande varietà di neuroni attualmente prodotti dai protocolli di differenziazione, consentendo di fare un confronto migliore tra i controlli e le cellule malate.


I Dr. Gandy e Noggle sono entrambi membri del Cure Alzheimer's Stem Cell Consortium che ha sostenuto questa ricerca. Lo Stem Cell Consortium è un gruppo internazionale di scienziati che lavorano insieme per indagare direttamente, per la prima volta, le cellule cerebrali di individui con la forma comune dell'Alzheimer. Altri membri del Consorzio sono Kevin Eggan, PhD, della Harvard University; Marc Tessier-Lavigne, PhD, della Rockefeller University; Doo Kim, PhD, della Harvard Medical School; e Tamir Ben-Hur, MD, PhD, della Hadassah University. L'autore principale di questo studio è Andrew Sproul, PhD, ricercatore sulle cellule staminali della NYSCF. Hanno contribuito anche Samson Jacob della NYSCF, e altri ricercatori della NYSCF e dell'ISMMS, scienziati della Columbia University e del James J. Peters VA Medical Center.

 

 

 

 

 


FonteNew York Stem Cell Foundation.

Riferimenti:  Andrew A. Sproul, Samson Jacob, Deborah Pre, Soong Ho Kim, Michael W. Nestor, Miriam Navarro-Sobrino, Ismael Santa-Maria, Matthew Zimmer, Soline Aubry, John W. Steele, David J. Kahler, Alex Dranovsky, Ottavio Arancio, John F. Crary, Sam Gandy, Scott A. Noggle. Characterization and Molecular Profiling of PSEN1 Familial Alzheimer's Disease iPSC-Derived Neural Progenitors. PLoS ONE, 2014; 9 (1): e84547 DOI: 10.1371/journal.pone.0084547

Pubblicato in nyscf.org (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)