La mente umana è in grado non solo di gestire la cognizione e di registrare le esperienze, ma anche di essere consapevole introspettivamente di questi processi.
Fino ad ora, gli scienziati non sapevano se tale introspezione fosse una abilità singola o se dipendesse dall'oggetto della riflessione. Era poco chiaro anche se il cervello ospitasse un unico sistema per riflettere sull'esperienza o richiedesse sistemi multipli per supportare diversi tipi di introspezione.
Un nuovo studio condotto da Benjamin Baird, ricercatore della UC Santa Barbara e colleghi, suggerisce che la capacità di riflettere accuratamente sull'esperienza percettiva e la capacità di riflettere accuratamente sui ricordi non sono correlate, suggerendo che esse sono competenze introspettive distinte. I risultati appaiono nel Journal of Neuroscience.
I ricercatori hanno usato la classica decisione percettiva e l'attività di richiamo di ricordi in tandem con la risonanza magnetica funzionale, per determinare la connettività in regioni nella punta anteriore del cervello, generalmente indicata come corteccia prefrontale anteriore.
Lo studio ha testato la capacità di una persona di riflettere sulla sua percezione e sulla memoria e ha poi esaminato come le variazioni individuali in ciascuna di queste capacità siano legate alle connessioni funzionali delle parti mediale e laterale della corteccia prefrontale anteriore. "I risultati suggeriscono che la capacità metacognitiva o introspettiva non può essere una cosa sola", ha detto Baird. "Abbiamo trovato in effetti una dissociazione comportamentale tra le due abilità metacognitive in tutte le persoene, il che suggerisce che si può essere bravi a riflettere sulla propria memoria, ma carenti nel riflettere sulla percezione, o viceversa".
La ricerca appena pubblicata si aggiunge alla letteratura che descrive il ruolo delle aree mediale e laterale della corteccia prefrontale anteriore nella metacognizione e suggerisce che le suddivisioni specifiche di questo settore possono supportare specifici tipi di introspezione. I risultati del gruppo di Baird dimostrano che la capacità di riflettere accuratamente sulla percezione è associata ad una maggiore connettività tra la regione laterale della corteccia prefrontale anteriore e del cingolo anteriore, una regione coinvolta nella codifica dell'incertezza e degli errori di prestazione.
Al contrario, la capacità di riflettere accuratamente sulla memoria è legata ad una maggiore connettività tra la corteccia prefrontale mediale anteriore e altre due aree del cervello: il precuneo e la corteccia parietale laterale, regioni che precedenti lavori hanno dimostrato essere coinvolte nella codifica delle informazioni relative ai ricordi.
L'esperimento ha valutato le capacità metacognitive di 60 partecipanti al Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia in Germania, dove Baird è stato ricercatore invitato. Il compito di decisione percettiva consisteva in video con sei cerchi di luce alternata verticale e barre scure - chiamato reticoli di Gabor - disposte intorno a un punto focale. Ai partecipanti è stato chiesto di identificare se il primo o il secondo video mostrasse una delle sei aree con una leggera inclinazione, una decisione non sempre facile da prendere.
Un classico della letteratura in psicologia, l'operazione di recupero dei ricordi era costituito da due parti. Nella prima, ai partecipanti era mostrata una lista di 145 parole. Poi, in un secondo insieme di parole é stato chiesto di individuare quelle che avevano visto in precedenza. Dopo ogni stimolo, sia nella decisione percettiva che nell'operazione di recupero dei ricordi, i partecipanti hanno valutato la loro fiducia nella correttezza delle risposte su una scala da 1 (scarsa fiducia) a 6 (alta fiducia).
"Parte della novità di questo studio è che è il primo a esaminare come le connessioni tra le diverse regioni del cervello supportano i processi metacognitivi", ha detto Baird. "Inoltre i mezzi precedenti per calcolare la precisione metacognitiva hanno dimostrato di essere confusi da ogni tipo di cose, come il modo in cui si esegue il compito primario o la predisposizione innata verso molta o poca fiducia". "Usando queste misure precise, ora stiamo cominciando ad andare più in profondità, e a vedere come i diversi tipi di introspezione sono effettivamente ospitati nel cervello umano reale", ha concluso Baird. "Quindi è abbastanza affascinante da quel punto di vista."
Hanno collaborato allo studio Jonathan Smallwood dell'Università di York nel Regno Unito e Krzysztof J. Gorgolewski e Daniel S. Margulies del Max Planck Institute in Germania.
Fonte: University of California - Santa Barbara.
Pubblicato in ia.ucsb.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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