Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'esercito dei neuroni è ordinato in livelli e colonne

La corteccia cerebrale è la struttura più complessa e vitale nel nostro cervello.


E' il centro nevralgico per quelle funzioni "superiori" che caratterizzano la nostra specie, come il linguaggio e il pensiero astratto.


Le cellule nervose - i neuroni - che formano la corteccia sono elementi chiave per garantire in modo efficace le sue funzioni. Essi sono anche presi di mira da numerose malattie neurologiche e psichiatriche (epilessia, autismo, Alzheimer).


In particolare le complesse funzioni della corteccia dipendono dalla precisione nell'allineamento delle cellule nervose o neuroni, che sono disposti in "strati" e "colonne". Questa struttura precisa costituisce la base fondamentale delle funzioni corticali.


E' durante lo sviluppo embrionale che le cellule nervose sono disposte in strati e colonne. Se il processo viene interrotto, si possono verificare varie malattie (epilessia, ritardo mentale e sindromi autistiche, soprattutto). Mentre si capiscono sempre di più i meccanismi coinvolti nella costruzione degli strati corticali, quelli che controllano la formazione delle colonne sono finora rimasti misteriosi.


Il lavoro di un gruppo di ricerca, guidato da Pierre Vanderhaeghen e Jordane Dimidschstein (ULB, WELBIO, IRIBHM e ULB Neuroscience Institute (UNI)), offre nuove prospettive sullo sviluppo della struttura corticale. Il team ha scoperto un meccanismo alla base della disposizione dei neuroni corticali in colonne. Questo lavoro é stato pubblicato il 18 Settembre 2013 sulla rivista Neuron.


Usando come modello la corteccia cerebrale del topo, i ricercatori della Université Libre de Bruxelles (ULB, Facoltà di Medicina) hanno inizialmente scoperto che un fattore di segnalazione della cellula nervosa, chiamato ephrin-B1, può agire da guida, aiutando le cellule nervose della corteccia a formare le colonne. I ricercatori hanno poi osservato che il segnale ephrin-B1 agisce in una fase molto precoce dello sviluppo embrionale, quando le cellule nervose corticali appena create si muovono attivamente in tutto il cervello per raggiungere la corteccia cerebrale.


I ricercatori hanno fatto la scoperta interessante che è il livello di segnale ephrin-B1 che influenza il modo in cui le cellule sono disposte in modo colonnare. Un aumento del segnale ephri-B1 forza le cellule nervose a migrare in una "formazione stretta", rendendo così strette le colonne corticali. Un segnale ephrin-B1 ridotto, invece, consente alle cellule nervose di migrare in modo più largo, producendo così colonne più rade.


Questi progressi hanno implicazioni significative. A livello fondamentale, questa ricerca ci permette di ottenere una maggiore comprensione di un aspetto essenziale, ancora poco conosciuto, dello sviluppo della corteccia: la costruzione delle colonne corticali. Sono state riportate anomalie delle colonne corticali in numerose e diverse malattie neurologiche e psichiatriche. Identificare i geni coinvolti in questo processo offre così nuove prospettive per migliorare la comprensione di queste condizioni.

 

 

 

 

 


Fonte: Université Libre de Bruxelles, via AlphaGalileo.

Riferimenti: Jordane Dimidschstein, Lara Passante, Audrey Dufour, Jelle van den Ameele, Luca Tiberi, Tatyana Hrechdakian, Ralf Adams, Rüdiger Klein, Dieter Chichung Lie, Yves Jossin, Pierre Vanderhaeghen. Ephrin-B1 Controls the Columnar Distribution of Cortical Pyramidal Neurons by Restricting Their Tangential Migration. Neuron, 2013; 79 (6): 1123 DOI: 10.1016/j.neuron.2013.07.015

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.