Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


"Il sistema nervoso non è statico negli adulti, ma in continua evoluzione"

Monitorando il comportamento di una classe di cellule nel cervello di topi vivi, neuroscienziati della Johns Hopkins hanno scoperto che queste cellule restano altamente dinamiche nel cervello adulto, dove si trasformano in cellule che isolano le fibre nervose e contribuiscono a formare cicatrici che aiutano a riparare i tessuti.

Pubblicato online il 28 Aprile nella rivista Nature Neuroscience, il lavoro mette in luce come queste cellule polivalenti comunicano tra di loro per mantenere una distribuzione molto regolare, di tipo griglia, in tutto il cervello e il midollo spinale.


La scomparsa di una di queste cosiddette cellule progenitrici ne induce una vicina a dividersi rapidamente per formare una sostituzione, assicurando che perdita e aggiunta di cellule siano in equilibrio.


"C'è l'equivoco ampiamente diffuso che il sistema nervoso adulto sia statico o fisso, e che abbia una capacità limitata di riparazione e rigenerazione", spiega Dwight Bergles, Ph.D., professore di neuroscienze e di otorinolaringoiatria alla School of Medicine della Johns Hopkins University. "Ma abbiamo scoperto che queste cellule progenitrici, chiamate cellule precursori degli oligodendrociti (OPC), sono straordinariamente dinamiche. A differenza di molte altre cellule cerebrali adulte, sono in grado di rispondere alle esigenze di riparazione intorno a loro, pur mantenendo inalterato il proprio numero".


Le OPC possono maturare per diventare oligodendrociti, le cellule di supporto del cervello e del midollo spinale responsabili della copertura delle fibre nervose per creare l'isolamento noto come mielina. Senza mielina, i segnali elettrici inviati dai neuroni viaggiano male e alcune cellule muoiono a causa della mancanza di supporto metabolico dagli oligodendrociti. È la morte degli oligodendrociti e la conseguente perdita di mielina che porta alla disabilità neurologica in malattie come la sclerosi multipla.


Durante lo sviluppo cerebrale, le OPC si diffondono in tutto il sistema nervoso centrale e producono grandi quantità di oligodendrociti. Gli scienziati sanno che nascono pochi nuovi oligodendrociti nel cervello adulto sano, ma il cervello è ben fornito di OPC. Tuttavia, la funzione delle OPC nel cervello adulto non era chiara.


Per scoprirlo, Bergles e il suo team hanno modificato geneticamente dei topi in modo che le loro OPC contenessero una proteina fluorescente lungo i bordi, permettondo una definizione nitida dei molti rami sottili che si estendono in ogni direzione. Con microscopi speciali che permettono di vedere in profondità all'interno del cervello, il team ha osservato l'attività delle singole cellule di topi vivi, per più di un mese.


I ricercatori hanno scoperto che, lungi dall'essere statiche, le OPC sono in continuo movimento attraverso il tessuto cerebrale, estendendo i loro "tentacoli" e riposizionando se stesse. Anche se queste progenitrici sono dinamiche, ogni cellula mantiene la propria area, respingendo le altre OPC quando entrano in contatto. "Le cellule sembrano percepire la presenza delle altre e sapere come controllare il numero di cellule nella loro popolazione", dice Bergles. "Sembra che questo processo vada storto nelle lesioni della sclerosi multipla, dove ci sono quantità ridotte di OPC, una perdita che può compromettere la capacità delle cellule di percepire se si è verificata la demielinizzazione. Ancora non sappiamo come sono coinvolte le molecole in questo processo, ma è qualcosa su cui stiamo lavorando attivamente".


Per capire se le OPC fanno più che produrre nuovi oligodendrociti nel cervello adulto, il team ha testato la loro risposta al danno, usando un laser per creare una piccola ferita nel cervello. E' stato sorprendente vedere le OPC migrare verso il luogo della ferita, contribuendo alla formazione di cicatrici, un ruolo in precedenza insospettato. Lo spazio vuoto nella griglia di OPC, creato dalla perdita delle OPC cicatriziali, viene quindi riempito dalla suddivisione cellulare delle OPC limitrofe, spiegando perché una lesione cerebrale è spesso accompagnata dalla proliferazione di queste cellule.


"Le cellule cicatriziali non sono gli oligodendrociti, quindi il termine 'cellula precursore degli oligodendrociti' ora può essere datata", dice Bergles. "E' probabile che queste cellule abbiano un ruolo più ampio di quanto pensassimo nella rigenerazione e nella riparazione dei tessuti. Poiché le lesioni cerebrali traumatiche, la sclerosi multipla e altre malattie neurodegenerative richiedono la rigenerazione dei tessuti, siamo desiderosi di saperne di più sulle funzioni di queste cellule enigmatiche" .


Altri autori del rapporto includono Ethan Hughes, Shin Kang e Masahiro Fukaya della School of Medicine alla Johns Hopkins University. Questo lavoro è stato finanziato dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke e dal Brain Science Institute della Johns Hopkins University.

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine.

Riferimento: Ethan G Hughes, Shin H Kang, Masahiro Fukaya, Dwight E Bergles. Oligodendrocyte progenitors balance growth with self-repulsion to achieve homeostasis in the adult brain. Nature Neuroscience, 2013; DOI: 10.1038/nn.3390.

Pubblicato in Science Daily il 9 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.