Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco collegato a rischio di ictus negli anziani trattati con antipsicotici

La somministrazione di antipsicotici negli anziani è associata ad un maggiore rischio di incidente cerebrovascolare, conosciuto più comunemente come ictus; un nuovo studio pubblicato in Biological Psychiatry fornisce ulteriori indizi di questa importante relazione.

Gli antipsicotici sono prescritti ai pazienti anziani per il trattamento di sintomi come agitazione, psicosi, ansia, insonnia e depressione. L'aumento del rischio di ictus associato a questi farmaci è stato identificato circa dieci anni fa e da allora è stato confermato da studi successivi.


Anche se l'aumento del rischio di ictus è piccolo, alcune linee guida scoraggiano la prescrizione di antipsicotici ai pazienti anziani. I farmaci antipsicotici variano negli effetti sul corpo e così è probabile che gli antipsicotici non siano uniformi nei loro effetti sul rischio di ictus. Pertanto, secondo i ricercatori, la prescrizione di farmaci più sicuri per i pazienti anziani potrebbe essere guidata da una migliore comprensione dei meccanismi attraverso i quali gli antipsicotici aumentano il rischio di ictus.


Nel loro studio, Wu e colleghi si sono concentrati sulla vasta gamma di meccanismi cerebrali puntati dai farmaci antipsicotici. Tutti gli antipsicotici bloccano il sottotipo di recettore D2 del neurotrasmettitore dopamina. Tuttavia, questi farmaci agiscono anche su una serie di alri bersagli recettoriali, compreso il recettore 5-HT2 della serotonina, il recettore M1 del trasmettitore acetilcolina, e il recettore alfa2 della noradrenalina.


Per condurre lo studio, i ricercatori hanno trovato informazioni in un ampio database nazionale di richieste alle assicurazioni, di ciò che è noto sui profili di legame dei recettori dei farmaci antipsicotici. "Abbiamo scoperto che gli antipsicotici con alta affinità di legame agli adrenergici alfa2 e ai recettori muscarinici M1 sono associati a un maggior rischio di ictus rispetto all'uso di altri tipi di antipsicotici", scrive Susan Shur-Fen Gau, professoressa e docente alla National Taiwan University e autrice corrispondente dello studio.


Hanno anche scoperto che il rischio di ictus è elevato nei pazienti più anziani e con demenza. Il rischio di ictus è anche legato alla durata e al dosaggio del trattamento: i pazienti che hanno ricevuto un trattamento antipsicotico di breve durata (4 settimane o meno) oppure più dosi giornaliere di trattamento, mostrano un aumento del rischio di ictus. Questo suggerisce che il rischio è più alto nelle prime settimane di trattamento antipsicotico e per quelli con una maggiore dose media giornaliera.


"Gli antipsicotici hanno una vasta gamma di profili recettori. I profili di rischio per l'ictus di questo studio suggeriscono che potrebbe essere possibile utilizzare in modo più sicuro gli antipsicotici negli anziani", commenta il Dr. John Krystal, direttore di Biological Psychiatry. Sono necessarie ulteriori ricerche, ma gli autori sono d'accordo. Essi raccomandano ai medici di iniziare con bassi dosaggi di antipsicotici e di seguire attentamente gli effetti collaterali del trattamento iniziale, in particolare per le persone in età avanzata e in presenza di demenza.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Elsevier, via AlphaGalileo.

Riferimento: Chi-Shin Wu, Sheng-Chang Wang, Susan Shur-Fen Gau, Hui-Ju Tsai, and Yu-Cheng Cheng. Association of Stroke with the Receptor-Binding Profiles of Antipsychotics-A Case-Crossover Study. Biological Psychiatry, 2013; DOI: 10.1016/j.biopsych.2012.07.006.

Pubblicato in Science Daily il 11 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Imagine: pubblicità di un antipsicotico negli USA negli anni '50 (da Wikipedia)

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.