Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli effetti deleteri dell'obesità sulle lesioni associate all'Alzheimer

Ricercatori dell'Inserm e dell'Université Lille / Université Lille Nord de France hanno recentemente utilizzato un modello di neurodegenerazione di Alzheimer per fornire la prova sperimentale della relazione tra obesità e disturbi legati alla proteina tau.

Questa ricerca è stata condotta sui topi e pubblicata sulla rivista Diabetes: essa corrobora la teoria che le anomalie metaboliche contribuiscono massicciamente allo sviluppo della demenza.


In Francia, più di 860.000 persone soffrono di Alzheimer e disturbi correlati, facendone la causa maggiore di perdita della funzione intellettuale correlata all'età. I deterioramenti cognitivi osservati nell'Alzheimer derivano dall'accumulo nelle cellule nervose di proteine tau anormali alla base della degenerazione (vedi immagine qui sotto).

schemeofdamages
Healthy Neuron=Neurone Sano,  Microtubules=Microtubuli,  Stabilizing Tau Molecules=Molecole Tau Stabilizzatrici,
Diseased Neuron=Neurone Malato,  Disintegrating Microtubules=Microtubuli in Disintegrazione,  Microtubule Subunits Fall Apart=Componenti del Microtubulo si Disperdono,  Tangled Clumps of Tau Proteins=Grumi Arricciati di Proteine Tau. 
Fonte: Wikipedia

 

Sappiamo che l'obesità, un importante fattore di rischio per lo sviluppo della resistenza all'insulina e del diabete di tipo 2, aumenta il rischio di demenza durante il processo di invecchiamento. Tuttavia finora non si erano ancora capiti chiaramente gli effetti dell'obesità sulle 'Taupatie" (i disturbi correlati alla proteina tau), compreso l'Alzheimer. In particolare, i ricercatori presumono che la resistenza all'insulina abbia un ruolo importante in termini di effetti dell'obesità.


Il team "Alzheimer e Taupatie" dell'unità mista di ricerca 837 (Inserm / Université Lille 2/Université Lille Nord de France), diretto dal Dr. Luc Buée, in collaborazione con l'unità mista di ricerca 1011 "Recettori Nucleari, Malattie Cardiovascolari e Diabete", hanno appena dimostrato, nei topi, che i soggetti obesi sviluppano disturbi aggravati. Per ottenere questo risultato, i topi transgenici giovani che con l'età sviluppano progressivamente una neurodegenerazione tau, sono stati sottoposti a una dieta ricca di grassi per cinque mesi, portando all'obesità progressiva.


"Alla fine di questa dieta, i topi obesi avevano sviluppato un aggravamento della malattia sia dal punto di vista della memoria che delle modifiche alla proteina Tau", spiega David Blum, responsabile della ricerca all'Inserm.


Lo studio ha utilizzato un modello di neurodenegenerazione di Alzheimer per fornire la prova sperimentale della relazione tra obesità e disturbi legati alla proteina tau. Inoltre, esso indica che non è la resistenza all'insulina il fattore aggravante, come suggerito in studi precedenti. "La nostra ricerca supporta la teoria che i fattori ambientali contribuiscono massicciamente allo sviluppo di questa malattia neurodegenerativa" sottolinea il ricercatore. "Il nostro lavoro si sta ora concentrando sull'identificazione dei fattori responsabili di questo aggravamento", aggiunge.


Questa ricerca è stata finanziata da LabEx DISTALZ (sviluppo di Strategie Innovative per un Approccio Interdisciplinare all'Alzheimer), in un quadro di investimenti futuri.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale dell'INSERM (Institut national de la santé et de la recherche médicale).

Riferimento:
A. Leboucher, C. Laurent, F.-J. Fernandez-Gomez, S. Burnouf, L. Troquier, S. Eddarkaoui, D. Demeyer, R. Caillierez, N. Zommer, E. Vallez, K. Bantubungi, C. Breton, P. Pigny, V. Buee-Scherrer, B. Staels, M. Hamdane, A. Tailleux, L. Buee, D. Blum. Detrimental Effects of Diet-Induced Obesity on Pathology Is Independent of Insulin Resistance in Transgenic Mice. Diabetes, 2012; DOI: 10.2337/db12-0866.

Pubblicato in ScienceDaily il 7 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.