Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperti 'interruttori' chimici delle neurodegenerazioni

Usando un modello, i ricercatori dell'Università di Montreal hanno identificato e "spento" una catena chimica che provoca malattie neurodegenerative come il morbo di Huntington, la sclerosi laterale amiotrofica e la demenza.

I risultati potrebbero un giorno avere un particolare beneficio terapeutico per i pazienti con malattia di Huntington. "Abbiamo identificato un nuovo modo di proteggere i neuroni che esprimono le proteine mutanti di huntingtina", ha spiegato il dottor Alex Parker del Dipartimento di Patologia e Biologia Cellulare dell'Università di Montreal e del suo Centro di Ricerca CRCHUM affiliato.


Una caratteristica cardine della malattia di Huntington - una malattia mortale genetica che colpisce in genere pazienti di mezza età e causa la morte progressiva di aree specifiche del cervello - è l'aggregazione della proteina huntingtina mutata nelle cellule. "Il nostro modello ha rivelato che l'aumento di un'altra sostanza chimica cellulare chiamata progranulina riduce la morte dei neuroni dalla lotta contro l'accumulo delle proteine mutanti. Inoltre, questo approccio può proteggere contro malattie neurodegenerative diverse dall'Huntington".


Non esiste una cura per l'Huntington e le strategie attuali mostrano solo benefici modesti, e un componente degli aggregati proteici coinvolti sono presenti anche in altre malattie degenerative. "Io e il mio gruppo ci siamo chiesti se le proteine in questione, TDP-43 e FUS, sono solo spettatori innocenti o se influenzato la tossicità causata dall'huntingtina mutante", ha detto il Dott. Parker.


Per rispondere a questa domanda, il dottor Parker e Arnaud Tauffenberger, studente di dottorato dell'Università di Montreal si sono rivolti a un semplice modello genetico basato sull'espressione di huntingtina mutante nel sistema nervoso del verme trasparente C.elegans. Un gran numero di geni di malattie umane sono conservati nei vermi, e il C.elegans, in particolare, consente ai ricercatori di condurre rapidamente le analisi genetiche che non sarebbero possibili nei mammiferi.


Il gruppo del Dott. Parker ha trovato che l'eliminazione dei geni TDP-43 e FUS, che producono le proteine con lo stesso nome, ha ridotto la neurodegenerazione causata da huntingtina mutante. Hanno poi confermato i risultati nelle cellula di mammifero, utilizzando di nuovo dei modelli.


Il passo successivo è stato quindi determinare come funziona la neuroprotezione. Il TDP-43 punta una sostanza chimica chiamata progranulina, una proteina legata alla demenza. "Abbiamo dimostrato che la rimozione della progranulina sia dai vermi che dalle cellule aumenta la tossicità dell'huntingtina, ma l'aumento della progranulina riduce la morte cellulare nei neuroni dei mammiferi. Ciò implica che la progranulina può essere un potente agente neuroprotettivo contro la neurodegenerazione dell'huntingtina mutante", ha detto il Dott. Parker.


I ricercatori dovranno fare ulteriori test in modelli biologici più complessi per determinare se gli stessi interruttori chimici funzionano in tutti i mammiferi. Se è così, il trattamento con progranulina può rallentare l'insorgenza della malattia o la progressione nei pazienti con Huntington.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Université de Montréal.

Riferimento:
A. Tauffenberger, BP Chitramuthu, A. Bateman, HPJ Bennett, JA Parker. Reduction of polyglutamine toxicity by TDP-43, FUS and Progranulin in Huntington's Disease models. Human Molecular Genetics, 2012; DOI: 10.1093/hmg/dds485.

Pubblicato in ScienceDaily il 27 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.