Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La vitamina D potrebbe rivelarsi fondamentale per sconfiggere l'Alzheimer

Vitamina Dvitamin-d-sources Scienziati della Kingston University di Londra hanno trovato le prove che la mancanza di una particolare forma di vitamina D è associata all'Alzheimer.

Lavorando in collaborazione con ricercatori della Brighton and Sussex Medical School e della Sussex Partnership NHS Foundation, i ricercatori della Kingston hanno passato sei mesi analizzando campioni di sangue di pazienti affetti da Alzheimer. Hanno confrontato i risultati dei test di coloro mai trattati con qualsiasi farmaco, a quelli provenienti da persone che assumevano farmaci e un altro gruppo che non aveva la condizione.


Il professor Declan Naughton, capo dei ricercatori, della Scuola di Scienze della Vita della Kingston University, ha detto che i risultati hanno rivelato alcuni fatti importanti. I malati di Alzheimer, che non sono erano in terapia con farmaci, avevano riserve molto scarse di vitamina D2: il tipo proveniente da alimenti come il pesce azzurro rispetto a quello ottenuto da esposizione al sole. "La vitamina era inesistente o in quantità talmente bassa che riusciva a malapena ad essere misurata", ha spiegato. "In confronto, le persone dello studio che sono stati in trattamento con farmaci per controllare l'Alzheimer o che non hanno avuto la condizione, ne hanno evidenziato tutti livelli molto più elevati".


In una svolta ulteriore, gli scienziati hanno scoperto indizi che gli inibitori dell'acetilcolinesterasi (usati per trattare le prime fasi dell'Alzheimer) potrebbero avere un ruolo reale nell'"accendere" l'assorbimento del corpo di vitamina D2. "Ci sono diversi tipi di vitamina D che possono essere attivi nel corpo", ha spiegato il professor Naughton. "Il punto chiave in questo studio è che un esame del sangue, che abbiamo sviluppato alla Kingston University, è stato per la prima volta in grado di misurare con precisione quali, se ce ne sono, varianti diverse di vitamina D sono presenti nei pazienti di Alzheimer".


Si è ipotizzato in passato nella comunità scientifica che la vitamina D, o la mancanza di essa, possa avere un ruolo nello sviluppo dell'Alzheimer. Tuttavia, questa è considerata la prima volta che gli scienziati hanno individuato la connessione con il metabolita della vitamina D2, ha detto il professor Naughton. Anche se sono necessarie altre ricerche, i risultati potrebbero finalmente aprire la strada ad un intervento medico per ripristinare i livelli di quel particolare filone di vitamina D, ha aggiunto.


Tale approccio ha un impatto potenziale notevole sulla condizione devastante, che colpisce attualmente circa mezzo milione di persone nel solo Regno Unito. "Sono ora necessari ulteriori studi per determinare se semplici consigli dietetici o un integratore specifico potrebbero ripristinare i livelli benefici nei pazienti di Alzheimer", ha detto il professor Naughton.


La vitamina D ha un ruolo chiave nello sviluppo di corpi sani. Essa aiuta a formare e mantenere ossa e denti forti ed è ritenuta di protezione contro una serie di malattie come cancro e condizioni cardiovascolari e neurologiche. "La maggior parte delle persone associa la vitamina D all'esposizione al sole. Sicuramente merita ulteriore ricerca l'ipotesi che la mancanza di riserva della forma di deposito proveniente da alimenti come pesce azzurro e tuorli potrebbe essere implicata nello sviluppo e nella progressione dell'Alzheimer", ha detto il professor Naughton.


Lo studio dei ricercatori è stato pubblicato nella rivista internazionale Current Alzheimer Research.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Kingston University.

Riferimento:
Iltaf Shah, Andrea Petroczi, Naji Tabet, Anthony Klugman, Mokhtar Isaac, Declan P. Naughton. Low 25OH Vitamin D2 Levels Found in Untreated Alzheimer's Patients, Compared to Acetylcholinesterase-Inhibitor Treated and Controls. Current Alzheimer Research, 2012; 9 (9): 1069-1076 [ link ].

Pubblicato in ScienceDaily il 8 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:


Notizie da non perdere

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.