Ricercatori dell'Università di Lund in Svezia hanno scoperto un nuovo tipo di cellule staminali nel cervello adulto.
Queste cellule possono proliferare e formare diversi tipi di cellule diverse e, cosa più importante, possono formare nuove cellule cerebrali. Gli scienziati sperano di approfittare della scoperta per sviluppare metodi per curare e riparare malattie e delle lesioni nel cervello.
Analizzando del tessuto cerebrale proveniente da biopsie, i ricercatori hanno trovato per la prima volta cellule staminali nei pressi di piccoli vasi sanguigni nel cervello. La funzione specifica della cellula non è ancora chiara, ma le sue proprietà plastiche ne suggeriscono un grande potenziale.
"Un tipo simile di cellula è stato identificato in vari altri organi dove può promuovere la rigenerazione del muscolo, osso, cartilagine e tessuto adiposo", ha detto Patrik Brundin (foto a sinistra), MD, Ph.D., professore Jay Van Andel in ricerca sul Parkinson al Van Andel Research Institute (VARI), Capo dell'Unità di sopravvivenza neuronale della Lund University e autore senior dello studio. In altri organi, i ricercatori hanno dimostrato la prova chiara che questi tipi di cellule contribuiscono alla riparazione e guarigione delle ferite. Gli scienziati suggeriscono che le proprietà curative possono applicarsi anche al cervello.
Il passo successivo è quello di cercare di controllare e migliorare le proprietà di auto-guarigione delle cellule staminali con l'obiettivo di realizzare terapie mirate ad una zona specifica del cervello.
"I nostri risultati mostrano che la capacità delle cellule è molto più grande di quanto si pensasse, e che queste cellule sono molto versatili", ha detto Paul-Gesine Visse (foto a destra), Ph.D., Professore Associato di Neuroscienza all'Università di Lund e autore principale dello studio. "E' molto interessante la loro capacità di formare cellule neuronali, ma possono anche essere sviluppate per altri tipi di cellule. I risultati contribuiscono ad una migliore comprensione di come funziona la plasticità delle cellule cerebrali e apre nuove opportunità per sfruttare queste stesse caratteristiche".
Lo studio, pubblicato sulla rivista PLoS ONE, interessa un ampio spettro di ricerche sul cervello. Futuri bersagli terapeutici possibili variano dalle malattie neurodegenerative all'ictus. "Speriamo che i nostri risultati possano portare a una nuova e migliore comprensione dei meccanismi di riparazione del cervello", ha detto la Dssa Paul-Visse. "L'obiettivo ultimo è quello di rafforzare questi meccanismi e sviluppare nuovi trattamenti in grado di riparare il cervello malato".
*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
************************
Fonte: Materiale del Van Andel Research Institute.
Riferimento: Gesine Paul, Ilknur Özen, Nicolaj S. Christophersen, Thomas Reinbothe, Johan Bengzon, Edward Visse, Katarina Jansson, Karin Dannaeus, Catarina Henriques-Oliveira, Laurent Roybon, Sergey V. Anisimov, Erik Renström, Mikael Svensson, Anders Haegerstrand, Patrik Brundin. The Adult Human Brain Harbors Multipotent Perivascular Mesenchymal Stem Cells. PLoS ONE, 2012; 7 (4): e35577 DOI: 10.1371/journal.pone.0035577.
Pubblicato in ScienceDaily il 20 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra: |