Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Problemi con le novità, invecchiando? Colpa della materia bianca

Se uno del baby boom sta invecchiando e nota che è un po' più difficile guidare in luoghi non familiari o scegliere una nuova marca di olio d'oliva al supermercato, può dare la colpa alla materia bianca del cervello.

Un studio di mappatura del cervello pubblicato nel numero dell'11 aprile del Journal of Neuroscience, ha scoperto che la capacità delle persone di prendere decisioni in situazioni nuove diminuisce con l'età ed è associata ad una riduzione dell'integrità di due specifici percorsi della sostanza bianca che collegano una zona nella corteccia cerebrale chiamata corteccia prefrontale mediale con due altre aree più profonde nel cervello.


La materia grigia è la parte del cervello che contiene i corpi dei neuroni mentre la materia bianca contiene gli assoni, simili a cavi, che trasportano i segnali da una parte del cervello ad un'altra. In passato, la maggior parte della ricerca di scansioni cerebrali si è concentrata sulla materia grigia. Recentemente, tuttavia, i neuroscienziati hanno cominciato a guardare più da vicino la sostanza bianca. E' stata collegata alla velocità di elaborazione del cervello e alla capacità di attenzione, tra le altre cose, ma questo è il primo studio a collegare la sostanza bianca all'apprendimento e al processo decisionale.


Scansioni cerebrali che mostrano i percorsi della
sostanza bianca coinvolti nell'apprendimento di
tutti i giorni: sopra, il percorso indicato in rosso
collega la corteccia prefrontale mediale al corpo
striato ventrale e, in basso, il percorso indicato in
blu collega la corteccia prefrontale mediale al
talamo. (Credit: Gregory Samanez-Larkin)

"La prova che questo declino nel processo decisionale è associato con l'integrità della materia bianca suggerisce che ci possono essere modi efficaci per intervenire", ha detto Gregory R. Samanez-Larkin, l'assegnista post-dottorato del Dipartimento di Psicologia e dell'Institute of Imaging Science della Vanderbilt, primo autore dello studio. "Diversi studi hanno dimostrato che le connessioni della sostanza bianca possono essere rafforzate da forme specifiche di allenamento cognitivo". Le connessioni critiche della sostanza bianca che l'esperimento ha identificato vanno dal talamo, un centro di comunicazione altamente connesso del cervello, alla corteccia mediale prefrontale, un'area del cervello coinvolta nel processo decisionale e dalla corteccia mediale prefrontale al corpo striato ventrale, che è associato agli aspetti emotivi e motivazionali del comportamento.


Lo studio ha coinvolto 25 adulti da 21 a 85 anni di età. Sono stati invitati a svolgere un compito di apprendimento monetario. Il compito è stato progettato per sollecitare quello che gli psicologi chiamano apprendimento a ricompensa probabilistica. "Questo è un tipo comune di processo decisionale che usiamo ogni giorno", ha detto Samanez-Larkin. "Ogni volta che cerchiamo di scegliere la migliore alternativa basata sulle esperienze pregresse e non si è certi del risultato, ci affidiamo all'apprendimento a compenso probabilistico".


Lo stesso giorno, il cervello dei partecipanti è stato esaminato con una tecnica relativamente nuova di risonanza magnetica denominata imaging del tensore di diffusione (DTI). Negli ultimi 20 anni, la maggior parte della ricerca di imaging cerebrale è stata fatta con la fMRI, un metodo di imaging che misura le variazioni nel consumo di ossigeno in diverse aree della materia grigia, che corrispondono alle variazioni nei livelli di attività dei neuroni. Al contrario, la DTI rileva l'acqua intrappolata dalle guaine mieliniche che circondano gli assoni nelle regioni della sostanza bianca e produce un segnale in relazione alla densità, al diametro e alla quantità di mielinizzazione degli assoni (una combinazione che i ricercatori chiamano 'integrita').


"I protocolli della DTI sono migliorati sostanzialmente", ha detto Samanez-Larkin, "In studi futuri ci piacerebbe davvero combinare la fMRI e la DTI per caratterizzare meglio le differenze di età in questi circuiti neurali ed esaminare come la formazione potrebbe migliorare sia la struttura che la funzionalità".


Gregory Samanez-Larkin ha effettuato questa ricerca mentre era studente laureato alla Stanford University. I co-autori sono Brian Knutson, Robert Dougherty e Michael Perry della Stanford e Sara Levens della Carnegie Mellon University. La ricerca è stata finanziata dalla Financial Industry Regulatory Authority Investor Education Foundation e dal National Institute on Aging.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della Vanderbilt University, via Newswise.

Riferimento: GR Samanez-Larkin, SM Levens, LM Perry, RF Dougherty, B. Knutson. Frontostriatal White Matter Integrity Mediates Adult Age Differences in Probabilistic Reward Learning. Journal of Neuroscience, 2012; 32 (15): 5333 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.5756-11.2012.

Pubblicato
in ScienceDaily il 11 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.