Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'herpesvirus può contribuire all'Alzheimer tramite elementi trasponibili

L'HSV-1 è associato agli elementi trasponibili associati all'Alzheimer nel cervello infetto colpito dalla malattia, che possono essere invertiti con farmaci già disponibili.

herpes virus

I ricercatori del Genome Center della Cleveland Clinic hanno delineato il percorso che l'Herpes Simplex Virus-1 (HSV1) umano può usare per contribuire al morbo di Alzheimer (MA) nel cervello che invecchia. In uno studio pubblicato su Alzheimer's & Dementia, condividono anche due farmaci approvati dalla FDA e disponibili in commercio che invertono questo percorso in laboratorio.


I risultati sono la prima prova concreta a supporto del legame finora controverso tra l’herpes virus umano (HHV, human herpesviruses) e il MA; illustrando il potenziale dell'herpes di innescare la demenza, si può contribuire allo sforzo continuo per prevenire e curare la malattia neurodegenerativa, afferma Feixiong Cheng PhD, l'autore senior e direttore del Centro Genoma.

 

Quanto è pericolosa un'infezione da herpes?

Per la maggior parte delle persone, contrarre un'infezione da herpes è solo un fatto scomodo o innocuo della vita. Molti herpes virus sono presenti individualmente in una grande percentuale di persone di tutto il mondo, il che significa che virtualmente ogni essere umano sulla Terra dovrebbe aver contratto almeno tre tipi di herpes virus per quando raggiunge l'età adulta.


Alcuni di questi virus non causano sintomi, mentre altri provocano solo malattie minori come mononucleosi o varicella. Tuttavia, anche dopo che queste malattie si sono attenuate, l'herpes virus resta nell'individuo infetto per il resto della vita, con sintomi solo minori come herpes labiale occasionale.


Mentre gli herpes virus sono generalmente innocui quando vengono soppressi, prove crescenti mostrano che il nostro sistema immunitario può perdere la capacità di sopprimerli. Questo può accadere naturalmente quando invecchiamo, durante la gravidanza e dopo una malattia. Ricerche recenti hanno dimostrato che man mano che gli herpes virus diventano più attivi, possono innescare malattie che includono complicanze della gravidanza, difetti alla nascita o ritardi nello sviluppo nei bambini e persino il cancro.


Sta diventando chiaro che l'HSV1 e altri herpes virus sono fattori di rischio per malattie della vecchiaia sotto studiate, spiega il dott. Cheng. Prove circostanziali hanno collegato l'HSV-1 al MA, ma non vi era alcuna spiegazione sul collegamento tra questi fenomeni.

 

Elementi trasponibili collegano herpes e Alzheimer

Il dott. Cheng ha ipotizzato che le infezioni latenti dell'HPV-1 potessero innescare il MA attivando direttamente gli elementi trasponibili (ET) che il suo laboratorio aveva precedentemente collegato alla progressione della malattia nel cervello che invecchia. Gli ET sono piccoli pezzi di DNA che possono attivarsi per 'saltare' fisicamente dai cromosomi e spostarsi casualmente in regioni lontane del DNA.


Gli ET si reintegrano in queste nuove regioni del genoma, distruggendo la funzione dei geni che interrompono. Quasi la metà del nostro DNA è costituita da ET, che diventano più attivi con l'età. Dopo aver mappato tutti gli ET associati al MA nel cervello che invecchia, gli investigatori hanno analizzato quattro insiemi di dati pubblici che contenevano dati di sequenziamento dell'RNA da centinaia di cellule cerebrali sane e di MA.


Il laboratorio di Cheng ha avuto collaborazione e aiuto a interpretare i dati da Jae Jung PhD, presidente di Biologia dell'infezione, da James Leverenz MD, ex professore del Center for Brain Health della Cleveland Clinic, da collaboratori della Case Western Reserve University e dell'Università del Nevada di Las Vegas.


Il team ha identificato diversi ET che erano più attivi ​​nei cervelli colpiti da MA che contenevano RNA dell'HSV, rispetto ai cervelli non infetti o sani. Hanno quindi testato le cellule cerebrali infette da HSV-1 per vedere se gli ET identificati erano attivi, nonché gli effetti sulla neuroinfiammazione e sull'accumulo di proteine ​​associate al MA. Il risultato è stata una guida delle 4 fasi della connessione tra HSV-1 e i segni distintivi del MA:

  1. un individuo contrae l'HSV-1 o la sua infezione latente HSV-1 diventa più attiva come conseguenza naturale dell'età;
  2. l'HSV-1 è collegato all'attivazione di ET (come LINE-1);
  3. gli ET interrompono processi genetici chiave nel cervello associati ad un accumulo di tau e proteine ​​simili legate al MA;
  4. le proteine ​​accumulate contribuiscono all'infiammazione e alla neurodegenerazione.


Gli investigatori hanno quindi usato l'intelligenza artificiale per analizzare 80 milioni di cartelle cliniche pubbliche di pazienti per vedere se gli individui a cui sono stati prescritti i farmaci antivirali per l'herpes hanno ricevuto meno diagnosi di MA in seguito nella vita. I farmaci per l'herpes valacyclovir e aciclovir si sono associati a casi significativamente ridotti di MA. Il trattamento dei modelli di laboratorio con questi farmaci sembrava invertire il percorso dall'infezione al MA, supportando  meccanicisticamente ciò che hanno osservato nei dati dei pazienti nel mondo reale.


"Questi risultati suggeriscono ulteriori potenziali relazioni tra infezione da HSV-1 e MA e forniscono due potenziali farmaci candidati che possono costituire un trattamento per una malattia che attualmente non ha cura", ha detto il dott. Cheng. "Speriamo che i nostri risultati, se applicati vastamente, possano darci nuove strategie per trattare altre malattie neurologiche associate all'herpes o ad altri virus".

 

 

 


Fonte: Lerner Research Institute/Cleveland Clinic ;(> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Feng, [+10], F Cheng. Human herpesvirus-associated transposable element activation in human aging brains with Alzheimer's disease. Alz & Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.