Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cervello femminile invecchia prima se il cromosoma X attivo è ereditato solo dalla madre

neurons expressing x chromosomes by A Moreno UCSFNeuroni che esprimono i cromosomi X della madre (verde) e del padre (rosso). Fonte: Arturo Moreno/UCSF

Le donne nascono con due cromosomi X e ne ereditano uno da ciascun genitore. Ma in ogni cellula del loro corpo, è necessario solo un cromosoma X, quindi l'altro resta inattivo in modo casuale. Alcune cellule usano solo un cromosoma X materno; altre fanno affidamento solo sull'X paterno.


Ora, ricercatori della Università della California di San Francisco hanno testato topi femmina con cellule cerebrali che hanno usato solo cromosomi X materni, scoprendo che la loro memoria e le capacità cognitive si erano deteriorate più velocemente dei topi femmina che usavano un mix di cromosomi X materni e paterni.


La scoperta, che appare su Nature, potrebbe spiegare la variazione dell'invecchiamento del cervello tra i sessi, visto che i maschi ereditano solo un X materno, nonché la variazione tra le singole donne.


"Questa scoperta aumenta la possibilità che alcune donne che esprimono più cromosoma X di loro madre, solo per puro caso, possano avere una maggiore compromissione cognitiva mentre invecchiano o un rischio maggiore di malattie come il morbo di Alzheimer", ha affermato Dena Dubal MD/PhD, prof.ssa di neurologia, cattedra di Invecchiamento e Malattie Neurodegenerative all'UCSF e autrice senior del nuovo studio. "Alla fine, potrebbe anche aiutarci a trovare strategie costruttive per rallentare l'invecchiamento del cervello in entrambi i sessi".

 

L'X marca il cervello

Ricerche precedenti avevano suggerito che il cromosoma X, di cui la maggior parte delle donne ha due copie e la maggior parte degli uomini una solo, è vitale per la salute del cervello. Le mutazioni nel cromosoma X spesso causano disabilità intellettiva e le donne nate con un solo cromosoma X (la cosiddetta sindrome di Turner), possono avere disturbi cognitivi. I cromosomi X, ipotizzano alcuni ricercatori, potrebbero aiutare a spiegare le differenze di genere nella cognizione, nella memoria verbale o nel rischio di malattie cerebrali.

"Dato che il cromosoma X è arricchito nei geni legati al cervello, è diventato molto importante per noi sapere quali ruoli potrebbe avere nell'invecchiamento del cervello", ha affermato Samira Abdulai-Saiku PhD, post-dottorato alla UCSF e prima autrice del nuovo lavoro.


Dubal e Abdulai-Saiku erano particolarmente interessate al fatto che l'origine del cromosoma X, dalla madre o dal padre, fosse importante per le cellule. Sapevano che quando si formano le cellule di uova e di sperma, vengono aggiunti marcatori chimici ad alcuni geni sui cromosomi. Questi segni differiscono a seconda che il cromosoma provenga dalla madre (uovo) o dal padre (sperma). I marchi influiscono su quali geni vengono attivati ​​quando ogni cromosoma viene usato nelle cellule.


Nel nuovo studio, il team di ricerca ha allevato topi femmine per esprimere solo cromosomi X materni o una miscela di cromosomi X materni e paterni.


"La distorsione del cromosoma X è comune tra gli umani e ci sono certamente donne con livelli molto più alti o più bassi di cromosomi X materni rispetto ad altre, solo per caso", ha detto la Dubal. "Ci sono state poche ricerche sulle potenziali conseguenze di questo".

 

Gli effetti sulla memoria e sull'apprendimento

Dubal e Abdulai-Saiku hanno scoperto che i topi femmina con un solo cromosoma X materno attivo, hanno memoria e capacità di apprendimento più scarse mentre invecchiano. Nel cervello di questi topi, il cromosoma X materno ha accelerato l'invecchiamento biologico nell'ippocampo, un'area cerebrale cruciale per apprendimento e memoria.


"Quello che abbiamo dimostrato è che il cervello di questi animali stava davvero invecchiando più velocemente del cervello delle loro sorelle geneticamente identiche che avevano attivi i cromosomi X di mamma e papà", ha spiegato la Dubal.


Effettuando analisi dettagliate delle cellule cerebrali, il team è stato quindi in grado di identificare alcuni geni che erano completamente silenziati sui cromosomi X materni ma non su quelli paterni. Quando i ricercatori hanno usato la tecnologia di editing genetico CRISPR per attivare i geni silenziati sui cromosomi X materni dei topi femmina, questi ultimi sono diventati più intelligenti nella loro vecchiaia.


"Insieme, tutti questi esperimenti ci hanno suggerito che l'origine genitoriale di un cromosoma X può avere un grande impatto sulla salute del cervello", ha detto Abdulai-Saiku.

 

Radici evolutive?

Il nuovo studio non è stato progettato per testare esattamente perché il cromosoma X materno accelera l'invecchiamento del cervello rispetto a quello paterno. Tuttavia, la Dubal ipotizza che i geni silenziati sul cromosoma materno possono dare un vantaggio all'inizio della vita: "Può darsi che questo modello di espressione genica sia in realtà davvero vantaggioso per lo sviluppo del cervello, ma poi c'è questo compromesso più avanti nella vita".


La Dubal spera di continuare a studiare il ruolo del cromosoma X nell'invecchiamento del cervello e se esso può spiegare il rischio di malattie cerebrali o perdita di memoria nelle persone: "Il cromosoma X che hai ereditato da tua madre sta disattivando i geni, accelerando l'invecchiamento e compromettendo la cognizione. Possiamo invertire questo?"

 

 

 


Fonte: University of California San Francisco (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Abdulai-Saiku, [+7], DB Dubal. The maternal X chromosome affects cognition and brain ageing in female mice. Nature, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.