Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta nuova causa di morte dei neuroni nell'Alzheimer

Gli RNA brevi e tossici uccidono le cellule cerebrali e possono permettere all'Alzheimer di svilupparsi

 

Il morbo di Alzheimer (MA) provoca una perdita sostanziale di cellule cerebrali, ma non conosciamo con precisione gli eventi che causano la morte dei neuroni. Un nuovo studio eseguito alla Northwestern University di Evanston/Chicago mostra che l'interferenza dell'RNA può avere un ruolo chiave nel MA.

Gli scienziati hanno identificato per la prima volta brevi filamenti di RNA tossici che contribuiscono alla morte delle cellule cerebrali e al danno al DNA nel cervello di MA e in quello degli anziani. Brevi filamenti di RNA (acido ribonucleico) protettivi diminuiscono durante l'invecchiamento, secondo gli scienziati, il che può permettere l'insorgenza del MA.

Lo studio ha anche scoperto che gli individui più anziani con una capacità di memoria superiore (chiamati SuperAger) hanno maggiori quantità di fili di RNA corti protettivi nelle loro cellule cerebrali. I SuperAger sono individui over-80 con una capacità di memoria degli individui da 20 a 30 anni più giovani.

"Nessuno ha mai collegato l'attività dell'RNA al MA", ha dichiarato l'autore senior dello studio Marcus Peter, professore di metabolismo del cancro alla Northwestern University. "Abbiamo scoperto che nell'invecchiamento delle cellule cerebrali, l'equilibrio tra sRNA tossici e protettivi si sposta verso quelli tossici".

 

Rilevanza oltre il MA

La scoperta della Northwestern, pubblicata su Nature Communications, potrebbe avere rilevanza oltre il MA.

"I nostri dati forniscono una nuova spiegazione del perché, in quasi tutte le malattie neurodegenerative, gli individui colpiti hanno decenni di vita senza sintomi e quindi la malattia inizia a insorgere gradualmente mentre, invecchiando, le cellule perdono la protezione", ha detto Peter.

 

Nuovo percorso di trattamento

I risultati indicano anche un nuovo modo per trattare il MA e potenzialmente altre malattie neurodegenerative. Il MA è caratterizzato dalla presenza sempre maggiore di placche di amiloide-beta, di grovigli neurofibrillari tau, di cicatrici e morte cerebrale. Peter ha detto:

"L'investimento travolgente sui farmaci di MA si è concentrato su due meccanismi: ridurre il carico di placca amiloide nel cervello - che è il segno distintivo della diagnosi di MA e il 70-80% dello sforzo - e prevenire la fosforilazione di tau o grovigli. Tuttavia, i trattamenti volti a ridurre le placche amiloidi non hanno ancora portato a un trattamento efficace e ben tollerato.

"I nostri dati supportano l'idea che stabilizzare o aumentare la quantità di RNA corti protettivi nel cervello potrebbe essere un approccio completamente nuovo per fermare o ritardare il MA o la neurodegenerazione in generale".

Tali farmaci esistono, ha detto Peter, ma dovrebbero essere testati in modelli animali e migliorati. Il prossimo passo nella ricerca di Peter è determinare in diversi modelli animali e cellulari (così come nel cervello dei pazienti di MA) il contributo esatto degli sRNA tossici alla morte cellulare osservata nella malattia e selezionare i composti migliori che aumentano selettivamente il livello di sRNA protettivi o bloccano l'azione di quelli tossici.

 

Cosa sono gli RNA corti tossici e protettivi?

Tutte le nostre informazioni geniche sono conservate in forma di DNA nel nucleo di ogni cellula. Per trasformare queste informazioni geniche nei mattoni della vita, il DNA deve essere convertito in RNA che viene usato dai macchinari cellulari per produrre proteine. L'RNA è essenziale per la maggior parte delle funzioni biologiche.

Oltre a questo RNA a codifica lunga, c'è un gran numero di RNA brevi (sRNA), che non codificano le proteine, ma hanno altre funzioni cruciali nella cellula. Una classe di tali sRNA sopprime gli RNA codificanti lunghi attraverso un processo chiamato 'interferenza dell'RNA' che si traduce nel silenziamento delle proteine codificate dagli RNA lunghi.

Peter e colleghi hanno ora identificato sequenze molto brevi presenti in alcuni di questi sRNA che, se presenti, possono uccidere le cellule, bloccando la produzione di proteine richieste dalle cellule per sopravvivere, con conseguente morte cellulare. I loro dati suggeriscono che questi sRNA tossici sono coinvolti nella morte dei neuroni, contribuendo allo sviluppo del MA.

Gli sRNA tossici sono normalmente inibiti dagli sRNA protettivi. Un tipo di sRNA sono i microRNA, che pur avendo ruoli regolatori più importanti nelle cellule, sono anche le principali specie di sRNA protettivi. Equivalgono a guardie che impediscono agli sRNA tossici di entrare nel macchinario cellulare, attuando le interferenze dell'RNA. Ma il numero delle guardie diminuisce con l'invecchiamento, consentendo così agli sRNA tossici di danneggiare le cellule.

 

Risultati principali dello studio

  • La quantità di sRNA protettivi è ridotta nel cervello che invecchia.
  • L'aggiunta di microRNA protettivi preserva parzialmente le cellule cerebrali progettate per produrre sRNA meno protettivi dalla morte provocata dai frammenti di amiloide-beta (che innescano il MA).
  • Migliorare l'attività della proteina che aumenta la quantità di microRNA protettivi inibisce parzialmente la morte cellulare delle cellule cerebrali indotte dai frammenti di amiloide-beta e blocca completamente il danno al DNA (osservato anche nei pazienti di MA).

 

Come è stato realizzato lo studio:

Gli scienziati hanno analizzato:

  • il cervello di topi modello di MA,
  • il cervello di topi giovani e vecchi,
  • neuroni derivati da cellule staminali pluripotenti di individui normali (giovani e anziani) e di pazienti di MA,
  • il cervello di un gruppo di persone over-80 con memoria equivalente a individui dai 50 ai 60 anni;
  • diverse linee cellulari simili a neuroni derivate dal cervello umano, trattate con frammenti di amiloide-beta, uno scatenante di MA.

 

 

 


Fonte: Northwestern University via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: B Paudel, [+17], ME Peter. Death Induced by Survival gene Elimination (DISE) correlates with neurotoxicity in Alzheimer’s disease and aging. Nat Commun., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)