Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Evidenze preliminari che stimolare le onde gamma può trattare i disturbi neurologici

Una nuova vasta revisione di studi sostiene mostra ciò che è noto e ciò che resta da scoprire sul potenziale terapeutico della stimolazione sensoriale, elettrica o magnetica non invasiva dei ritmi cerebrali gamma.

TAC vs TMS stimulationStimolazione transcranica a corrente alternata (TAC) e magnetica (TMS) su pazienti di Alzheimer. Fonte: Blanco-Duque et al.

Uno studio sorprendente del MIT di Boston, pubblicato su Nature alla fine del 2016 aveva contribuito a stimolare l'interesse sulla possibilità che la luce intermittente alla frequenza di un particolare ritmo cerebrale nella banda gamma potrebbe produrre effetti terapeutici significativi per le persone con morbo di Alzheimer (MA).

In una nuova revisione pubblicata sul Journal of Internal Medicine, il laboratorio che ha guidato quegli studi fa il punto su ciò che un numero crescente di scienziati in tutto il mondo ha scoperto da allora in dozzine di studi clinici e in laboratorio.

I ritmi cerebrali (chiamati anche 'onde' o 'oscillazioni' cerebrali) derivano dall'attività sincronizzata della rete di cellule e dei circuiti cerebrali mentre si coordinano per eseguire funzioni cerebrali come la percezione o la cognizione. I ritmi di frequenza gamma a basso raggio, quelli di circa 40 cicli al secondo (Hz), sono particolarmente importanti per i processi di memoria e la ricerca del MIT ha dimostrato che sono associati anche a cambiamenti specifici a livello cellulare e molecolare.

Lo studio del 2016 e molti altri da allora hanno prodotto prove preliminari, negli animali e più di recente nell'uomo, che vari mezzi non invasivi per migliorare la forza e la sincronia dei ritmi gamma a 40Hz aiutano a ridurre la patologia del MA e le sue conseguenze.

"Ciò che è iniziato nel 2016 con la stimolazione optogenetica e visiva nei topi si è ampliato a una moltitudine di paradigmi di stimolazione, in una vasta gamma di studi clinici umani con risultati promettenti e sta arrivando ai meccanismi alla base di questo fenomeno", hanno scritto gli autori, che includono Huei Tsai, prof.ssa del Picower Institute for Learning and Memory e del dipartimento scienze cerebrali e cognitive del MIT.

Sebbene il numero di studi e metodi sia aumentato e i dati abbiano in genere suggerito effetti clinici positivi, gli autori dello studio avvertono chiaramente che l'evidenza clinica rimane preliminare e che gli studi sugli animali ci hanno fatto capire che i lavori con questo approccio sono stati istruttivi ma non definitivi.

"La ricerca sul potenziale clinico di questi interventi è ancora alle prime fasi", hanno scritto i ricercatori, guidati dalla postdottorato del MIT Cristina Blanco-Duque, nell'introduzione della revisione. "I meccanismi precisi alla base degli effetti benefici della stimolazione gamma nel MA non sono ancora completamente chiari, ma gli studi preclinici hanno fornito approfondimenti rilevanti".

 

Preliminariamente promettenti

Gli autori elencano e sintetizzano i risultati di 16 studi clinici pubblicati negli ultimi anni, che hanno impiegato

  • la stimolazione sensoriale a frequenza gamma (es.: esposizione a luce, suono, vibrazione tattile o combinazione),
  • la stimolazione a corrente alternata transcranica (tACS), in cui una regione cerebrale è stimolata tramite elettrodi del cuoio capelluto, e
  • la stimolazione magnetica transcranica (TMS), in cui le correnti elettriche sono indotte in una regione cerebrale usando campi magnetici.

Gli studi variano anche per dimensione del campione, progettazione, durata ed effetti valutati. Alcuni degli studi sensoriali con la luce hanno testato colori diversi e frequenze esatte diverse. E, mentre alcuni studi dimostrano che la stimolazione sensoriale sembra influenzare più regioni nel cervello, tACS e TMS sono più focalizzate a livello regionale (anche se quelle regioni cerebrali si collegano e interagiscono con altre).

Data la variabilità, nell'insieme quegli studi clinici offrono una miscela di prove irregolari ma incoraggianti, scrivono gli autori. Nei vari studi clinici su pazienti con MA, la stimolazione sensoriale si è dimostrata sicura e ben tollerata. Vari studi sensoriali hanno misurato aumenti della potenza gamma e della connettività della rete cerebrale.

Studi sensoriali hanno anche riferito miglioramenti della memoria e/o della cognizione e del sonno. Alcuni hanno prodotto apparenti benefici fisiologici come riduzione dell'atrofia cerebrale in un caso, e cambiamenti nell'attività del sistema immunitario in un altro. Finora, gli studi sensoriali non hanno mostrato riduzione delle due proteine caratteristiche del MA, amiloide o tau.

Gli studi clinici che hanno stimolato i ritmi a 40Hz con tACS, con un numero di partecipanti da 1 a ben 60, sono i più numerosi fatti finora e molti hanno mostrato benefici simili. La maggior parte riferisce vantaggi su cognizione, funzione esecutiva e/o memoria (a seconda della regione del cervello stimolata) e alcuni hanno visto che i benefici durano anche dopo la conclusione del trattamento.

Alcuni hanno mostrato effetti sui valori di tau e amiloide, flusso sanguigno, attività chimica neuromodulante o attività immunitaria. Infine uno studio clinico di stimolazione a 40Hz con TMS in 37 pazienti ha trovato miglioramenti su cognizione, prevenzione dell'atrofia cerebrale e aumento della connettività cerebrale.

"Il test più importante per la stimolazione gamma è senza dubbio quello che accerta sicurezza e benefici per i pazienti", hanno scritto gli autori. “Finora, i risultati di numerosi piccoli studi sulla stimolazione gamma sensoriale suggeriscono che è sicuro, evoca risposte EEG ritmiche al cervello e ci sono segni promettenti per i sintomi e la patologia del MA. Allo stesso modo, gli studi sulla stimolazione transcranica riferiscono un potenziale di benefici alla memoria e alla funzione cognitiva globale, anche dopo la fine del trattamento".

 

Studiare i meccanismi sottostanti

Parallelamente, altre dozzine di studi hanno mostrato benefici significativi nei topi, come riduzione di amiloide e tau, conservazione del tessuto cerebrale e miglioramenti nella memoria. Ma gli studi sugli animali hanno anche offerto ai ricercatori una finestra sui meccanismi cellulari e molecolari attraverso i quali la stimolazione gamma potrebbe avere questi effetti.

Prima degli studi originali del MIT nel 2016 e 2019 i ricercatori non avevano attribuito i cambiamenti molecolari nelle cellule cerebrali ai cambiamenti nei ritmi cerebrali, ma quelli e altri studi hanno ora dimostrato che influenzano non solo lo stato molecolare dei neuroni, ma anche le microglia, le cellule immunitarie del cervello, gli astrociti che hanno ruoli chiave nella regolazione della circolazione, e il sistema di vascolarizzazione del cervello.

Una delle ipotesi del laboratorio della Tsai in questo momento è che la stimolazione gamma sensoriale potrebbe promuovere la pulizia di amiloide e tau attraverso una maggiore attività circolatoria dei fluidi cerebrali.

Un aspetto fortemente dibattuto della stimolazione gamma è come influisce sull'attività elettrica dei neuroni e quanto pervasivamente. Gli studi indicano che gli 'interneuroni' inibitori sono particolarmente colpiti, e quindi ciò offre un indizio su come potrebbero propagarsi l'aumento dell'attività gamma e i suoi effetti fisiologici.

"Il campo ha generato piste allettanti su come la stimolazione gamma può tradursi in effetti benefici a livello cellulare e molecolare", hanno scritto gli autori.

 

Gamma in futuro

Nel chiarire che sono necessari studi clinici più definitivi, gli autori notano che al momento ci sono 15 nuovi studi clinici sulla stimolazione gamma. Tra questi c'è una sperimentazione clinica di fase 3 dell'azienda Cognito Therapeutics, che ha in licenza la tecnologia del MIT. Tale studio prevede di iscrivere centinaia di partecipanti.

Nel frattempo, alcuni studi clinici e preclinici recenti o nuovi hanno iniziato a esaminare se la stimolazione gamma può essere applicabile a disturbi neurologici diversi dal MA, come l'ictus o la sindrome di Down. Negli esperimenti con topi modello, ad esempio, un team del MIT ha testato il potenziale della stimolazione gamma per aiutare con gli effetti cognitivi della chemioterapia ('chemobrain').

"Sono necessari studi clinici più ampi per accertare i benefici a lungo termine della stimolazione gamma", concludono gli autori. "Nei modelli animali si dovrebbe delineare il meccanismo di stimolazione gamma e fornire ulteriori prove di principio su quali altre applicazioni può avere la stimolazione gamma".

 

 

 


Fonte: Picower Institute at MIT (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Blanco-Duque, [+3], Li-Huei Tsai. Audiovisual gamma stimulation for the treatment of neurodegeneration. J Int Med, Dec 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)