Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di demenza negli adulti con disabilità intellettiva

prevalence and risk factors of dementia in Japanese adults with intellectual disabilitiesPrevalenza e fattori di rischio della demenza negli adulti giapponesi con disabilità intellettive.

La disabilità intellettuale (ID) è legata a un rischio maggiore di sviluppare la demenza, ma i fattori di rischio della demenza nelle persone con ID sono poco chiari. Un team di ricercatori giapponesi ha esaminato i pazienti con ID provenienti da diverse regioni del paese e ha determinato la prevalenza della demenza e i fattori di rischio del declino cognitivo. 


All'insorgenza dell'ID contribuiscono sia fattori genetici che acquisiti e si presume che le persone con ID abbiano un rischio più alto di demenza. Si è capito anche che una riserva cognitiva inferiore (capacità di pensiero acquisita con l'apprendimento e con l'attività mentale cosciente) aumenta il rischio di demenza nella popolazione generale.


Data la probabilità di un arco di educazione più breve e una capacità intellettuale minore, si ipotizza che la demenza sia più diffusa nelle persone con ID. Tuttavia, non si conosce la prevalenza della demenza nelle persone con ID senza sindrome di Down (DS), rispetto alla popolazione generale, e i fattori di rischio che influenzano il rischio di demenza non sono del tutto assodati.


Recentemente, dei ricercatori hanno scoperto la prevalenza della demenza e hanno identificato i fattori di rischio che possono portare alla demenza nelle persone con ID in Giappone. Il team era guidato da Shintaro Takenoshita, assistente professore del Dipartimento di Neuropsichiatria dell'ospedale dell'Università di Okayama, in Giappone. I loro risultati sono stati pubblicati su Alzheimer's Research & Therapy il 18 luglio 2023.


"La diagnosi di demenza nelle persone con ID è difficile a causa degli effetti misti del declino cognitivo innato e del declino cognitivo che si verifica nel tempo a causa della demenza. Tuttavia, è del tutto possibile diagnosticare la demenza se le funzioni cognitive e di stile di vita sono valutate cronologicamente in base alle informazioni della famiglia e di altre persone di supporto. Riteniamo che anche nelle persone con disabilità intellettive, la demenza debba essere correttamente valutata", spiega il Prof. Takenoshita in merito alla motivazione del gruppo a perseguire lo studio.


Il team ha esaminato la gravità di ID, l'istruzione e la comorbidità di 1.831 persone in strutture residenziali di trattamento diffuse in tutto il Giappone. I dati rilevanti sono stati raccolti intervistando i relativi caregiver e i partecipanti sospettati di avere un declino cognitivo hanno avuto un esame diretto con criteri clinici della demenza e dei disturbi neurocognitivi.


Sottolineando i risultati chiave del rapporto, il Prof. Takenoshita afferma:

"Abbiamo scoperto che il 6,44% dei partecipanti ha avuto la diagnosi di demenza. Inoltre, le nostre analisi hanno rivelato che la demenza era più diffusa nei giovani con ID rispetto alla popolazione generale. Infine, abbiamo individuato 7 fattori con collegamenti significativi alla demenza: ipertensione, depressione, ictus, età, gravità dell'ID, durata dell'istruzione e lesioni cerebrali traumatiche".


Questi risultati dovrebbero consentire di individuare meglio la demenza e migliorare il supporto e le cure mediche per le persone con ID. È importante notare che alcuni dei fattori di rischio sono modificabili. Pertanto, a seconda del profilo di un paziente, fornire un'istruzione adeguata, prevenire il trauma cranico e l'ictus e rendere prontamente disponibili i farmaci per ipertensione e depressione, potrebbero essere i primi passi per prevenire l'insorgenza della demenza nelle persone con ID.


“Questo è il più grande studio a esplorare la prevalenza della demenza in una popolazione con ID. Inoltre, abbiamo ridotto al minimo le devianze dello studio esaminando i partecipanti di una vasta gamma geografica. Ciò implica che i fattori di rischio che abbiamo identificato sono obiettivi affidabili per progettare interventi intesi a ridurre al minimo il rischio di demenza nelle persone con ID"
, spiega il prof. Takenoshita.


Per il futuro, il prof. Takenoshita è fiducioso che altri studi potranno basarsi sul lavoro del suo team. Man mano che la comprensione della demenza si evolve, possono essere sviluppate specificamente per le persone con diagnosi di ID delle raccomandazioni di salute pubblica nelle politiche mediche. In questo senso, le intuizioni sui fattori di rischio modificabili possono potenzialmente aiutare a cogliere l'insorgenza della demenza e garantire che le persone con ID non perdano il trattamento o gli interventi già disponibili.

 

 

 


Fonte: Okayama University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Takenoshita, [+5], S Suemitsu. Prevalence and modifiable risk factors for dementia in persons with intellectual disabilities. Alzheimer's Research & Therapy,

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.