Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo esame del sangue molto preciso per rilevare l'Alzheimer

Un nuovo esame del sangue chiamato p-tau217 si dimostra promettente come biomarcatore dell'Alzheimer e, se usato in un flusso di lavoro in due fasi, ha una precisione molto elevata per identificare o escludere l'amiloidosi cerebrale, la patologia prima e più importante. Questa un'innovazione è stata presentata dai ricercatori dell'Università di Göteborg e dai colleghi delle università di Lund e di Montreal (Canada).

Negli ultimi anni, sono stati fatti molti sforzi per sviluppare biomarcatori nel sangue che possano potenzialmente aiutare a identificare il morbo di Alzheimer (MA). La proteina tau, in particolare la sua variante fosforilata (p-tau), una delle principali proteine coinvolte nella patologia del MA, è al centro di ampie ricerche e sviluppo da diversi anni.


I nuovi biomarcatori p-tau nel sangue, in particolare una variante chiamata p-tau217, hanno dimostrato di poter essere strumenti clinicamente utili per individuare i pazienti con problemi di memoria o altri sintomi cognitivi precoci che suggeriscono il MA.


Tuttavia, una delle preoccupazioni è che la classificazione precoce dei pazienti in 'MA o non-MA' comporterà comunque una percentuale piuttosto elevata di falsi positivi (individui con un risultato di test positivo che però non hanno MA) e falsi negativi (individui con un risultato di test negativo che hanno evidenza di MA in base ad altri esami come le scansioni PET amiloide).


Considerando non solo le preoccupazioni etiche e psicologiche indotte da possibili diagnosi errate, ma anche i costi elevati e i rischi medici potenziali di iniziare trattamenti su persone che non hanno la malattia, gli scienziati dell'Università di Göteborg e i loro colleghi hanno sviluppato una nuova strategia per implementare clinicamente dei biomarcatori presenti nel sangue.

 

Flusso di lavoro in due fasi

Il modello in due fasi è basato su una prima fase con un modello diagnostico (basato su p-tau217 plasmatico, età e ApoE E4) per stratificare i pazienti con lieve compromissione cognitiva (MCI) per il rischio di positività alla PET amiloide. La fase 2 si basa su test di conferma, rilevando il rapporto Aβ42/40 nel CSF (o EPT amiloide) solo in quelli con risultati incerti nella fase 1.


Il flusso di lavoro è stato testato in 348 partecipanti con MCI dello studio svedese BioFINDER (Università di Lund) e convalidato nella coorte indipendente TRIAD (McGill University, Montreal, Canada) utilizzando anche un metodo indipendente per l'analisi della p-tau217 nel plasma.

 

Precisione molto alta

Il modello è stato valutato con tre diverse strategie di soglia per classificare i partecipanti nei gruppi con un rischio basso, intermedio e alto secondo la positività Aβ (con patologia di tipo MA). Alla soglia di probabilità più rigorosa con sensibilità al 97,5% (per evitare di mancare pazienti positivi all'Aβ), è stato riscontrato solo il 6,6% di falsi negativi, mentre la specificità rigorosa del 97,5% (per evitare di classificare i pazienti negativi come 'ad alto rischio') ha dato solo il 2,3% di falsi positivi.


Alle soglie di sensibilità/specificità rigorose, il 41% dei pazienti è rientrato nel gruppo di rischio intermedio (rispetto al 29% dei pazienti per le soglie del 95%). Ulteriori valutazioni di questo gruppo con rapporto Aβ42/40 nel CSF hanno mostrato un ottimo accordo (86%) con i risultati della PET amiloide. I risultati sono stati verificati nella coorte indipendente di pazienti della McGill.

 

Strategia clinicamente utile

Lo studio presenta un modello a due fasi basato su p-tau217 plasmatico per stratificare il rischio di pazienti con MCI in rischio alto, basso e intermedio secondo la presenza di amiloidosi cerebrale e patologia MA precoce.


L'esame del sangue applicato nella fase 1 mostra una precisione molto elevata per identificare i pazienti ad alto rischio, che a seconda della situazione clinica possono ricevere una diagnosi ed essere avviati a trattamenti sintomatici o in futuro a una clinica specialistica per il possibile inizio di un trattamento di modifica della malattia.


Nel gruppo a basso rischio, il MA può essere escluso con un alto grado di certezza. Il gruppo di rischio intermedio comprenderà solo circa un terzo dei pazienti, il che ridurrà sostanzialmente la necessità di test di conferma con CSF o PET in una clinica specializzata e quindi ridurrà i costi per la società.


Secondo quanto hanno scritto i ricercatori nello studio pubblicato su Nature Aging, il modello in due fasi è una strategia clinicamente utile per il test del p-tau217 nel sangue per rilevare il MA.

 

 

 


Fonte: University of Gothenburg (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: WS Brum, [+16], O Hansson. A two-step workflow based on plasma p-tau217 to screen for amyloid β positivity with further confirmatory testing only in uncertain cases. Nature Aging, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)