Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tasso di cadute è quasi al 50% negli americani anziani con demenza

Puntare fattori specifici del rischio di cadute potrebbe migliorare le strategie di individuazione e di prevenzione delle cadute.

Causando milioni di lesioni negli anziani ogni anno, le cadute sono una preoccupazione sempre più importante per la sanità pubblica. Gli anziani con demenza hanno il doppio del rischio di cadere e tre volte il rischio di incorrere in gravi lesioni legate alla caduta, come le fratture, rispetto a quelli senza demenza.


Per gli anziani con demenza, anche lesioni lievi legate alla caduta possono portare al ricovero in ospedale e alla casa di cura. Un nuovo studio di ricercatori della Facoltà delle Professioni di Infermieristica e Sanitarie della Drexel University di Filadelfia, ha fatto luce sui molti e vari fattori del rischio di cadute che hanno di fronte gli anziani negli ambienti della comunità (non case di cura o altre strutture residenziali).


La ricerca, appena pubblicata su Alzheimer's & Dementia e guidata da Safiyyah Okoye PhD, assistente prof.ssa della Drexel e Jennifer L. Wolff PhD, prof.ssa della Johns Hopkins University, hanno esaminato un insieme completo di potenziali fattori di rischio di caduta (che comprende fattori ambientali, oltre alla salute e alla funzione) di anziani statunitensi, con e senza demenza.


"Esaminare molteplici fattori, compresi quelli ambientali come la casa o il quartiere di una persona, è necessario per informare il rilevamento del rischio di caduta, l'informazione e il sostegno del caregiver e le strategie di prevenzione per questa popolazione di anziani ad alto rischio"
, ha affermato la Okoye.


Nonostante la consapevolezza di questo rischio elevato, pochissimi studi hanno esaminato i fattori a rischio di caduta nelle persone con demenza in ambienti di comunità, e quelli esistenti si sono concentrati oltremodo sui fattori della salute e delle funzioni. Secondo gli autori, questo è il primo studio a confrontare una serie completa di potenziali fattori di rischio per le cadute degli anziani americani con demenza rispetto a quelli senza demenza.


Il team di ricerca ha esaminato i dati dal 2015 al 2016 dello National Health and Aging Trends Study (NHATS), un sondaggio sulle tendenze sanitarie e di disabilità e le traiettorie degli over-65 negli Stati Uniti. Sono riusciti a ottenere predittori potenziali sociodemografici, sanitari e funzionali delle cadute, nonché potenziali predittori ambientali sociali e fisici.


I dati del NHATS hanno mostrato che quasi la metà (45,5%) degli anziani con demenza aveva sperimentato una o più cadute nel 2016, rispetto a meno di un terzo (30,9%) dei coetanei senza demenza. Tra gli anziani con demenza, tre caratteristiche si sono distinte come associate significativamente a una maggiore probabilità di cadute: una storia di caduta dell'anno precedente, visione alterata e la convivenza con altri (invece che da soli).


Per gli anziani senza demenza, difficoltà finanziarie, storia di cadute, paura delle cadute, scarse prestazioni degli arti inferiori, sintomi depressivi e degrado domestico erano fortemente associati ad un aumento del rischio di cadute. Anche se la storia precedente di cadute e la compromissione della visione sono fattori di rischio noti per le cadute degli anziani in generale, i risultati dei ricercatori indicano che si trattava di fattori di rischio forti per le cadute anche delle persone con demenza.


Secondo il team, ciò suggerisce che le persone con demenza dovrebbero essere valutate per la presenza di queste caratteristiche. Se sono presenti, gli individui dovrebbero ricevere ulteriori valutazioni e cure, che includono l'esame dei piedi e delle calzature, la valutazione del loro ambiente e della capacità di svolgere attività di vita quotidiane, e altri elementi.


La constatazione che gli anziani con demenza che vivevano con un coniuge o con altri non-coniugi avevano una probabilità più elevata di sperimentare una caduta, rispetto a coloro che vivevano da soli, sottolinea che il sostegno e l'istruzione del caregiver sono componenti sotto-studiati nei programmi di prevenzione delle cadute per gli anziani con demenza e con caregiver familiari, e meritano maggiore attenzione da parte di medici, ricercatori e responsabili politici.


"Nel complesso, i nostri risultati dimostrano l'importanza di comprendere e affrontare il rischio di cadute degli anziani con demenza"
, ha affermato la Okoye. "Confermano che il rischio di caduta è multidimensionale e influenzato dal contesto ambientale, oltre che dai fattori di salute e di funzione".


I risultati dello studio indicano la necessità di indagare ulteriormente e progettare interventi di prevenzione delle cadute, in particolare per le persone con demenza.

"Per ridurre gli alti tassi di cadute tra gli anziani con demenza, dovrebbero essere sviluppati e testati ulteriori interventi su misura per il rischio di cadute e per la loro prevenzione", ha concluso la Okoye.

 

 

 


Fonte: Drexel University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SM Okoye, ...[+2], JL Wolff. Predictors of falls in older adults with and without dementia. Alzheimer's & Dementia, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)